Top e Flop, i protagonisti di martedì 23 gennaio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 23 gennaio 2024.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 23 gennaio 2024.

TOP

DAVIDE DESARIO

Davide Desario (Foto: Alessandro Amoruso © Imagoeconomica)

Essere il direttore di AdnKronos non comporta solo il compito di coordinare un’agenzia stampa molto importante ed impegnata. Purtroppo a volte significa anche dirigere le paratie corazzate della stessa ad argine di certe bordate “indinniate”. E attenzione, piaccia o meno, ma fare diga contro la potenza di fuoco di Selvaggia Lucrarelli e Lorenzo Biagianelli non è robetta. Neanche per l’AdnKronos e per un professionista serio come Davide Desario. Ma di cosa parliamo?

Della decisione dell’uomo di punta dell’agenzia di fare due cose: rispondere alle accuse di aver scritto il falso su un fatto di pubblico interesse. Poi sottolineare come una coppia che invocava una rettifica lo abbia fatto non solo irritualmente. Ma utilizzando lo stesso mezzo che alla coppia medesima ha portato in mesta dose indiretta la tragedia della ristoratrice suicida Giovanna Pedretti.

Squaderniamo la vicenda nei toni essenziali: la Festa del Bio di Milano è una manifestazione di rilievo e Biagianelli non è stato invitato. Non questa volta, perché secondo AdnKronos la tragica vicenda Pedretti, piaccia o meno, è ancora incombente. Biagianelli è stato l’autore del post di debunking da cui sarebbe potuta indirettamente scaturire una decisione foraggiata da altro ma magari bisognosa solo di una “goccia” finale.

E il food blogger assieme alla sua compagna hanno gridato alla diffamazione. Puntando il dito contro l’agenzia. Ecco, qui Desario ha fatto sentire tutto il peso, di forma e di merito, di una faccenda imbastito molto male. Male perché non solo Adn ha confermato la notizia. No, la coppia non avrebbe solo sbagliato nel negare un dato, ma anche e soprattutto nel “come” lo ha negato. Cioè sui social e non con una nota ufficiale che per mezzo di un legale chiedesse una rettifica.

E cadendo ancora una volta nell’errore marchiano di fomentare i follower invece che invocare la legge e articolo 595 Cp. Desario doveva solo fare il suo mestiere in un contesto di confronto impari. Tra livore senza binario e fermezza senza livore. E ci è riuscito benissimo.

Ognuno al suo posto.

SABRINA PULVIRENTI

Sabrina Pulvirenti

Nemmeno il tempo di prendere casa a Frosinone. L’agenzia sta ancora spicciando le carte mentre lei sta iniziando a mettere la spunta accanto alle cose realizzate dentro la Asl che è stata mandata a governare per i prossimi anni (con l’impegno a non accettare altri incarichi e lasciare la Ciociaria prima del 2026-27).

Sabrina Pulvirenti lunedì mattina ha messo in campo il servizio Radiografie a domicilio per i pazienti della Asl di Frosinone. È stata la prima a prendere atto delle cifre diffuse nelle settimane scorse dal Comune di Frosinone: tutti fingono di non avere capito che questo è un territorio di persone sempre più anziane e sole. Con tutte le difficoltà che ne conseguono (Leggi qui: Frosinone, la città di anziani dove vola ancora la cicogna).

La manager arrivata dal Sud ha accelerato sul servizio di radiologia domiciliare per consentire di evitare gli spostamenti a chi spesso è stato lasciato solo e da solo deve affrontare tutto. Precedenza agli ammalati: il servizio è rivolto, in particolare, a persone affette da patologie polmonari, cardiache, oncologiche, neurologiche, osteoarticolari ma anche persone sottoposte ad interventi ortopedici per posizionamento protesi, con difficoltà di movimento o non deambulanti, disabili oltre a pazienti allettati, immunodepressi, con deficit psicofisici, geriatrici, traumatizzati, neonati. Nei giorni precedenti Sabrina Pulvirenti aveva annunciato anche il servizio dei prelievi a domicilio per le analisi del sangue.

Ieri sera ha firmato un altra novità. Partono i corsi  gratuiti per le persone con più di 70 anni: si comincia dai cinque centri anziani della città di Frosinone. Corsi per cosa? Quello che per i giovani e banale ma per gli anziani spesso non lo è: usare gli smartphone, accendere un computer e fare una videochiamata, poter chattare con figli e nipoti che vivono lontano. Niente classi affollate: un tutor ogni 3 anziani. E domani cosa si inventerà?

Camice bianco con il turbo.

FLOP

ANTONIO TAJANI

Antonio Tajani

Ottima l’idea di lavorare per una missione difensiva, europea ed armata nel Mar Rosso. Un po’ meno quella di iniziare a lardellare ogni sua affermazione su ogni tema di propaganda elettorale mainstream.

Spieghiamola meglio, perché quando certe cose le fa Antonio Tajani è sempre meglio partire da un presupposto. Quello per cui cioè il segretario di FI, ministro degli Esteri e vicempremier in carica è uno esperto. E se uno come Tajani ad ogni pie’ sospinto spinge forte per indicare gli azzurri come ancora di salvezza un motivo ci sarà. Ed è quello per cui Tajani ha tre problemi.

Far crescere il partito di Berlusconi sotto la sua guida. Poi indicare Forza Italia come cardine della buona ricetta moderata del Ppe. Infine mettere tutto questo a massa critica alle Europee apparendo come il vicempremier degli italiani e non come il vice di Giorgia Meloni. Ecco, è qui che magari Tajani esagera. Perché non c’è refolo, parte, viraggio o cantuccio dei suoi discorsi in cui non compaia una scudisciata ad una categoria. Quale? Quella della “sinistra massimalista” che avrà pure le sue colpe, ma non tutte.

Sulla tormentata vicenda del limite a 30 kmh a Bologna i colpevoli sono quelli della sinistra ultra ambientalista. Sulle buche a Roma i colpevoli sono gli amministratori della sinistra e prima ancora del M5s. E sulle scalmane terroristico-bucaniere degli Houti? Ecco, lì il Tajani anti iperboli vuole una forza di interdizione ma dimentica una cosa. Che a togliere gli Houti dall’elenco delle organizzazioni terroristiche fu quel Joe Biden ai cui desiderata il governo italiano forse è stato un po’ troppo prono.

Il governo di cui Tajani è numero due.

LA PROTESTA DEI TRATTORI

I trattori radunati in Piazzale Europa a Frosinone

Se ne aspettavano centinaia. Al plurale. Si sono ritrovati in una trentina. Scarsi. È il bilancio della protesta che ieri ha radunato una trentina di trattori in piazzale Europa, a ridosso del centro cittadino nella parte bassa di Frosinone, manifestando la rabbia dei loro proprietari contro le politiche agricole europee e le associazioni di categoria che le hanno concordate.

A dare vita alla manifestazione è stato il Comitato degli Agricoltori Traditi, sceso sulle strade di diverse città italiane per contestare le scelte del Governo e delle confederazioni agricole. “Siamo al disastro: tasse, accordi internazionali con Paesi che permettono di portare qui prodotti a prezzi stracciati, ci stanno uccidendo. Anche i consumatori avranno un danno, perché non mangeranno più prodotti italiani” ha detto ieri Danilo Calvani, presidente del Comitato.

Sia chiaro: non fa una piega. E Calvani con i suoi hanno pieno diritto di protestare. Marciando con trattori, cavalcando motozappe, a dorso di mula o come più opportuno ritengono. E – proprio per maggiore chiarezza – che le scelte agricole derivino dalla maggiore capacità dei politici stranieri in Europa rispetto a quelli italiani non ci piove.

Ma qui occorre però mettere in chiaro due cose. La prima: in Europa quei politici non ci sono andati da soli; sono stati mandati con un voto che li legittima in pieno. E se a Bruxelles abbiamo mandato degli asini anziché gente competente in Politiche Agricole Comunitarie la colpa è A) dei Partiti che li hanno candidati, B) degli elettori che li hanno votati, agricoltori compresi.

La seconda questione. È troppo comodo puntare il dito contro le organizzazioni agricole. Perché nel momento in cui gli Agricoltori Traditi si organizzano e fanno una protesta sono anche loro Organizzazione. Che non siede ai tavoli in cui si decide perché a Frosinone portano appena trenta trattori. Mentre Coldiretti avrebbe riempito Piazzale Europa. La differenza sta proprio lì, nella rappresentatività: ed in democrazia i numeri hanno un senso ed un valore.

La cosa più pericolosa è il tentativo di scardinare il sistema delle organizzazioni. In politica si chiama disintermediare. È un trucco che il potere utilizza quando non vuole farsi dire le cose da gruppi di agricoltori organizzati. Li fa delegittimare. Così si finisce nel caos. Ed è allora che il potere fa davvero ciò che vuole.

Trenta e sono pure troppi.