I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 17 febbraio 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 17 febbraio 2024.
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MARCELLO VIOLA
Lo ha spiegato a chiare lettere sul Media-blog di Nicola Porro: “Un processo per essere efficiente deve essere un processo rapido. Parlo del Penale, soprattutto. Ma penso anche al Civile, perché l’appesantimento del processo Civile inevitabilmente significa un freno, un appesantimento all’economia che noi non possiamo permetterci”. Un po’ alla Nordio ed un po’ “contro”, a volerla leggere in ironia autonoma.
Marcello Viola è il Procuratore capo di Milano, cioè della città che più di tutte negli ultimi anni patisce una escalation di crimini comuni ma massivi. Massivi e pervasivi, per incidenza sociale e fatti-reato censiti, con la media di 28-30 arresti al giorno, roba da Bronx anni ‘80. Il requirente massimo del capoluogo lombardo si trova perciò in una situazione difficilissima. E’ lui l’uomo argine alle violenze meneghine perpetrate dalle bande e dai singoli.
E se Beppe Sala come sindaco è sotto attacco da tempo dei media orientati a destra Viola è sotto scacco di una tensione operativa gigantesca. Ma ne è uscito benissimo, equalizzando i rischi oggettivi con la pubblicistica mirata che ingigantisce il fenomeno ancor più di quanto già non sia tristemente oggettivo. “Abbiamo anche problemi che riguardano la grande criminalità, che affligge il nostro territorio, che non bisogna sottovalutare e che purtroppo è presente anche nel nord Italia”.
Non chiamatela “micro-criminalità”
Poi una spiegazione solo apparentemente banale, da mastino saggio capace di ragionare in termini di sistema. “È un problema effettivo quello della cosiddetta microcriminalità, che in realtà ‘micro’ non è, perché se il problema è percepito bisogna farsene carico”.
Poi la spiegazione: “Io parlerei forse più di criminalità comune, per distinguerla da quella organizzata, ma comunque è una criminalità spesso aggressiva, spesso violenta. Negli ultimi tempi abbiamo avuto anche alcuni brutti e violenti episodi di criminalità da strada”. In particolare le note dolenti sono quelle delle aggressioni sessuali a donne.
E sul grado di pericolo? Viola è stato equilibrato: “Non bisogna però nemmeno enfatizzare il problema, perché a volte l’amplificazione mediatica porta a pensare a un problema più grosso di quello che c’è. Certamente abbiamo la crescita di alcuni reati, tra tutti le rapine commesse su strada e i furti in appartamento”.
“Sono invece in fase di calo altre tipologie di reato comunque riconducibili a quest’area. Bisogna farsi carico dell’insicurezza che, ancorché soltanto percepita o a volte anche eccessiva rispetto ai numeri, è comunque un problema”. Senza fronzoli e cosciente di quel che va fatto. Come fanno i requirenti bravi.
La inquadra giusta.
MARIA TERESA ORLANDO
Se un ristorante registra ogni sera il pienone mentre quello che sta a due passi è sempre vuoto una ragione deve esserci. Può essere la capacità dello chef nel rendere unici i suoi piatti, o la gentilezza del personale di sala capace di far sentire importanti tutti i clienti, oppure ancora l’arredamento che conferisce un tono capace di essere attrattivo. Ma non è un caso. Come non lo è il fatto che il neo Liceo del Made in Italy a Cassino abbia registrato il massimo di adesioni mentre nel resto del Paese è stato un buco nell’acqua.
I numeri sono chiari. Il liceo Varrone di Cassino è il primo in Italia per iscrizioni al nuovo corso voluto dal Governo Meloni: 24 ammessi alla prima classe, il massimo previsto dalla attuale normativa. In tutto il Paese, dal Colle di Cadibona al Golfo del Quarnaro, dalle Alpi fino alla punta estrema degli Appennini, le iscrizioni sono state 375. Il 6,5% sta tutto nella scuola di Cassino.
Che ha registrato numeri di assoluto rispetto anche negli altri indirizzi. Per l’Anno Scolastico 2024-2025 circa 200 studenti in più sono stati registrati dai corsi del Liceo delle Scienze Umane e dal liceo Linguistico. È una crescita del 25%.
Significa che c’è stata una scelta formativa capace di interessare i giovani, attrarli e portarli dietro a quei banchi. Il che non è affatto scontato. A guidare quelle scelte è stato il collegio dei docenti guidato dalla dirigente Maria Teresa Orlando. “Abbiamo costruito negli anni la nostra offerta formativa, tassello dopo tassello, progetto dopo progetto”: come a dire, chef creativo, personale di sala selezionato, arredamento di stile. Ecco perché fanno il pienone. Mentre altri hanno i tavoli vuoti. E gli studenti svogliati.
Scuola creativa.
ANGELO RETROSI
Un incubo. Per le imprese. Un sogno. Per un sindaco che può concentrarsi sulle grandi linee per lasciare tutta la gestione operativa dei cantieri (e la soluzione dei problemi annessi, soprattutto quelli che precedono l’apertura). Angelo Retrosi ormai procede al ritmo di un cantiere aperto ed uno chiuso ogni settimana. Quello partito in queste ore è quello che rappresenterà una delle opere più qualificanti dell’intera stagione del centrodestra nel capoluogo ciociaro.
Il Cinema Teatro Nestor è stato acquisito dal Comune poco dopo l’avvio della procedura di rientro dal debito, spalmato in dieci anni. Un percorso lungo e complesso la cui unica alternativa era il dissesto. Nelle ore scorse è stato ultimato lo smantellamento delle apparecchiature, degli arredi, delle poltrone ed è partita la bonifica dei luoghi. A cominciare da quelli che erano chiusi e non utilizzati da più tempo. Immensi. E abbandonati.
L’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Retrosi è lì. Ogni giorno. Per verificare l’avanzamento del cantiere ed il rispetto della tabella che era stata concordata con le imprese. I muratori sanno che se lo ritroveranno alle spalle mentre la settimana prossima inizieranno ad alzare i primi nuovi tramezzi.
Il fatto è che il Nestor sarà una rivoluzione radicale. Completamente ridisegnato, diventerà una struttura capace di ospitare 1200 spettatori nella sola Sala Teatro, alla quale si affiancano tre sale cinematografiche ed una che verrà impiegata come laboratorio teatrale. Verrà interamente rifatto dentro e fuori: comprese facciate e scalinate. Non solo: anche la sovrastante piazza VI Dicembre verrà risistemata.
Arrivare a quell’appalto è stata un’impresa, più ancora arrivare ad avviare i cantieri. Ora l’incubo è per le imprese: Retrosi è già con il caschetto.
L’assessore sul cantiere.
FLOP
CINZIA PELLEGRINO
La Voce del Patriota la definisce “coordinatore nazionale del Dipartimento tutela vittime di Fratelli d’Italia”. Messa così sembra che il partito di Giorgia Meloni faccia vittime, ma ovviamente è solo un attributivo di specificazione che se ne è andato a ramengo nel periodo. Sì, Cinzia Pellegrino è di Fdi e presiede un dipartimento che si occupa di chi ha patito danni gravi dagli eventi.
Eventi come la pandemia da Covid, che è tornata in tutto il suo simbologico splendore politico dopo aver fatto paura a tutti per motivi molto ma molto più seri. La Pellegrino non ha dubbi: “L’istituzione di una Commissione d’inchiesta sul Covid è il minimo che si possa fare a seguito di alcuni eloquenti e tristi primati italiani”.
Quali? “Durante il periodo pandemico, infatti, abbiamo avuto il numero record di decessi, un abbattimento record del Pil, ma anche un intollerabile zibaldone di misure restrittive che hanno intaccato i diritti costituzionali dei cittadini”. Insomma, quello che prima ci salvò la vita oggi è diventato muleta ideologica da agitare sotto il naso di Giuseppe Conte e Roberto Speranza.
Quegli “interminabili lockdown”
“Ricordo gli interminabili lockdown, gli obblighi draconiani, le scuole chiuse, i bambini tenuti fuori dai centri sportivi e gli adulti che hanno perso il lavoro”. Sul fatto che i lockdown fossero interminabili siamo d’accordo, solo che magari ci ricordiamo ancora che forse tali dovevano esserlo, perché di Covid si moriva. A mazzi.
“A tal proposito, trovo curiosa la reazione scomposta ieri in Aula dell’allora ministro della Salute Speranza, il quale ha accusato la maggioranza di atteggiamenti che ricordano le epoche peggiori della storia d’Italia”. Speranza si era incazzato dopo le accuse di Fdi ed aveva parlato di temi “squadristi”.
“Ebbene, un’epoca davvero buia è stato il periodo pandemico e oggi questa Commissione vi farà luce”. Tutto bene, purché quelle luce illumini la verità e non l’opportunità politica di azzoppare un avversario. Perché così non sarebbe utile, né bello.
Un po’ troppo settaria.