Top e Flop, i protagonisti di sabato 4 novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 4 novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 4 novembre 2023.

TOP

ANTONIO DE POLI

Antonio De Poli

Negli ultimi anni e dopo la polarizzazione violenta delle istanze politiche in Italia, dell’Udc si fa menzione un po’ come il dodo. Come quel grosso piccione estinto cioè che è diventato il simbolo delle forme di vita andate a soccombere sotto la scure implacabile dell’evoluzione. Colpa non solo della nuova “cartina” della politica italiana, ma anche dei media che danno cenno ormai solo delle formazioni a la page.

Ecco, Antonio De Poli è un senatore dell’Udc che al destino di oblio dell’Udc si è opposto con una iniziativa di pregio assoluto. Quale? “DigitalMeet 2023, festival dell’alfabetizzazione digitale. Secondo una ricerca dell’Università di Padova, da parte delle aziende abbiamo una richiesta importante di persone preparate in questo settore”.

Che cosa significa? Che le nuove istanze avanzano e che la società le segue già, ora non resta che farlo capire ai decisori della politica, che è giunto il momento di mettersi al passo con il futuro. “Il Governo sta investendo sia sulle scuole ma soprattutto dobbiamo investire sull’età adulta”. Per il Governo e per la maggioranza di Centrodestra l’educazione digitale è una priorità: sono stati stanziati 3 milioni nel biennio 2023-2025.

È un primo passo “importante, che va certamente nella giusta direzione”. Sì, ma qual’è la direzione giusta? Quella attraverso la quale i fondi del Pnrr e le energie dell’Esecutivo devono generare una nuova cultura digitale che non sia solo balocco, né strumento di eccellenza da additare, bensì mezzo comune, diffuso e funzionale alle nuove scommesse.

Serve un Piano strategico per lo sviluppo dell’alfabetizzazione informatica nella popolazione adulta“.

Abbiamo un piano.

MORENO BARTOLOMUCCI

Moreno Bartolomucci

Comunque la vogliate mettere e dal balcone di qualunque religione la vogliate osservare, la separazione da una persona che è stata parte della nostra vita rappresenta una lacerazione dolorosa. Perché è comunque una privazione, la fine di un equilibrio, la trasformazione in forma diversa di un amore che fino a quel momento è stato sostanza, contatto, respiro… Ed una delle scelte più coraggiose da fare in un momento così drammatico è donare ad uno sconosciuto un pezzo di quel corpo che si è appena liberato dall’anima.

A Frosinone ad aspettare quei gesti d’amore disinteressato c’è l’equipe guidata dal dottor Moreno Martolomucci. La scorsa notte ha eseguito un prelievo multiorgano cioè reni e fegato, inviati immediatamente a Bari e Roma per regalare nuove vite a tre pazienti in bilico. Il 23 ottobre scorso tre équipe mediche dell’ospedale Spaziani di Frosinone avevano prelevato cuore, polmoni, fegato, reni e cornee.

Non si tratta di espiantare e basta. Dietro un trapianto c’è un enorme lavoro di squadra: che va fatto in fretta e senza margine di errore altrimenti si rende inutile la donazione e si creano serissimi rischi per la vita di chi riceve. Va fatta la valutazione di idoneità degli organi, eseguita una biopsia, creata una mappa di compatibilità con i possibili riceventi in attesa. Talvolta le operazioni durano anche ventiquattrore.

A Frosinone c’è un centro Trapianti. Dentro l’ospedale Spaziani. Nella Asl pubblica. Lo dirige il dottor Moreno Bartolomucci di Isola del Liri. Una squadra che è inserita in un’organizzazione nazionale e mondiale con un’efficienza pari a quella dei più blasonati centri.

Ma la Ciociaria è il posto dove si riesce a protestare se quando arriva l’ondata di raffreddore e cola un po’ il naso c’è da fare la fila al Pronto Soccorso.

Una vita di ricambio.

ALESSANDRA SARDELLITTI

Alessandra Sardellitti

Partiamo dall’agenda. Lunedì il Comune di Frosinone presenta il nuovo portale dedicato alla gestione delle istanze edilizie. Dal 20 novembre dovranno essere presentate solo in modalità telematica: via la carta, via le file, niente code agli sportelli, niente più smadonnamenti perché ti manca un foglio e devi tornare a casa. Un nuovo passo di Frosinone verso il suo essere Città Smart.

Il capoluogo se lo è dato come obiettivo. È per questo che il sindaco Riccardo Mastrangeli un anno e mezzo fa ha istituito un assessorato con quella delega specifica. Non lo ha fatto per dare una targa da mettere alla porta dell’assessore Alessandra Sardellitti.

Ed in un anno e mezzo molti passi in avanti sono stati fatti. Eravamo indietro con le Carte d’Identità Elettroniche e ci siamo rimessi al passo con gli Open Day. Avevamo pochi occhi elettronici sulla città: sono stati aggiunti e spesso si stanno rivelando utilissimi.

Poi c’è anche chi sostiene che invece a Frosinone stiamo ancora dietro, ma dietrodietro, in dietrissimo. Come una graduatoria diffusa la scorsa settimana. Solo che nel momento in cui dal Comune hanno chiesto i ‘disaggregati‘ cioè i dati sui quali sono stati compiuti i calcoli, né sono stati forniti né sono stati resi pubblici.

Nessuno mette in discussione la classifica: ci mancherebbe. Ma loro si tengono i dati sui quali l’hanno realizzata e noi ci teniamo l’appuntamento in agenda. E smettiamo di fare la fila per: autorizzazioni paesaggistiche, certificato di destinazione urbanistica, Cila, Cila in sanatoria, Cila superbonus; deposito frazionamento, certificati di Idoneità abitativa, matricole ascensori, permesso di costruire convenzionato, permesso di costruire in sanatoria, permesso di costruire, Scia, Scia. alternativa al permesso di costruire, Scia in sanatoria, Segnalazione certificata di agibilità.

Rosicamenti Smart.

FLOP

MILANO

Beppe Sala

La conferma di quanto Milano sia diventata nel corso degli anni una sorta di Tangeri dell’immobiliare arriva non solo dal caro affitti studenteschi che ha messo in moto proteste, istanze e false risposta. No, quella conferma arriva anche dal core business di settore. Vale a dire dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa. Stando ad un report “occorrono 7,1 annualità di stipendio per acquistare casa nelle grandi città nel primo semestre del 2023, in aumento rispetto alle 6,9 occorrenti un anno fa. Milano si conferma la città in cui ne occorrono di più: 13,4”.

Una volta ci si aggrappava alla mistica delle città operosa dove tutto era più caro perché tutto era più funzionale e dove il lavoro non mancava, ma quell’epos non regge più. “Il capoluogo lombardo, infatti, con un prezzo medio di 4219 € al mq si conferma la città più costosa d’Italia”. Milano è in vetta al podio ed è il caso-scuola più eclatante, ma è in ottima compagnia, con le geografia di un’Italia polarizzata tra ricchezza marpiona e stenti affaticati.

Seguono la Capitale con 9,5 e Firenze con 9,2 annualità. Le città meno costose e con prezzi più contenuti sono quelle in cui ne occorrono di meno, Palermo e Genova rispettivamente con 3,6 e 3,5 annualità avendo rispettivamente un prezzo medio di 1146 € al mq e 1114 € al mq. C’è anche un timing di raffronto: “Guardando al passato i picchi più elevati si sono registrati nel 2007 quando i prezzi raggiunsero l’apice e per acquistare casa occorrevano poco più di 10 annualità”.

La città più costosa all’epoca era Roma dove occorrevano 14,8 annualità, seguita da Milano con 14”. Quando è avvento il sorpasso in punto di esosità di Milano? Nel 2019, “anno in cui Milano supera Roma e diventa la città più costosa di Italia con 11 anni di stipendio per comprare casa”.

Il capoluogo meneghino inizia a raccogliere i frutti delle riqualificazioni in atto sul suo territorio con aumenti di prezzi che dal centro iniziano ad estendersi anche alle periferie riqualificate. Ad oggi il trend si conferma”. E non è solo un trend di sviluppo al cui traino arrivano i prezzi, ma anche un trend di prezzi altissimi al cui traino arriva la pezza dello sviluppo. E non va bene.

Oh mia cara Madunina…