Covid-19 segna la fine per le vecchie case: ora balcone, giardino e smart

Il covid-19 sta cambiando anche i nostri concetti di casa. Ad Anagni già rivisitati alcuni progetti per il 2020. "Ora tutti chiedono giardino, balcone, stanza per lo smart working”. Come cambia il mercato. Il novo settore della ristrutturazione con il concept del living. Francesco Recchia: "Resistere ora per reinventarci e tornare presto grandi”

Senza passare per la Terapia Intensiva: c’è una nuova vittima del coronavirus che ha sconvolto l’Italia. Un mese e mezzo di confino tra le mura di casa ha determinato la fine del vecchio modello di abitazione. Fatto di cucina, camera e bagno: smart, facile da gestire e pulire, economico nei costi di riscaldamento e manutenzione. La casa ideale per il moderno nucleo familiare: spesso reduce da una separazione, con il lavoro ad assorbire buona parte del tempo, le poche ore libere spese in palestra o al ristorante. Fine di tutto.

La rivincita del giardino

Francesco Recchia

«Pensavamo che fosse la fine per il nostro lavoro, con i cantieri fermi e l’edilizia congelata allo stesso modo di tutte le altre attività. Invece dopo un paio di settimane che eravamo bloccati siamo stati raggiunti dalle prime telefonate: la gente ci chiedeva una casa più grande, dotata di un balcone e magari di un giardino. Abbiamo capito che ci trovavamo di fronte ad una svolta epocale. Abbiamo riaperto i tavoli da disegno ed iniziato a rivoluzionare i nostri progetti già pronti». Francesco Recchia è giovane ma da anni si occupa di progettazione, costruzione, immobiliare. Guida il gruppo San Francesco ad Anagni, la zona dove il sindaco Daniele Natalia ha lanciato nei giorni scorsi la sfida: niente lacrime, l Covid-19 deve essere un’occasione per rivoluzionare la città. (leggi qui Dopo Covid-19, «La mia città green, smart, produttiva: nessuno provi a fermarci»).

Con i collaboratori in smart working, Francesco Recchia ha organizzato subito una video conferenza. E deciso di provare a cambiare i disegni delle palazzine programmate per il 2020.

È stata la rivincita del giardino e dei terrazzi. «Fino al momento del ‘Restate e casa’ tutti ci dicevano di non volere una casa con giardino. Perché ‘non ho tempo per curarlo, chi taglia l’erba?’. Gli appartamenti con giardino erano quelli più difficili da vendere e pure quelli con terrazzo avevano non pochi problemi: tutti con la stessa motivazione “Sto sempre fuori casa, quando lo uso?”».

Stanza smart e corte

Uno dei concept sviluppati dal team di recchia

Ora è cambiato tutto. La richiesta non è solo di spazi nei quali poter uscire e respirare. Ora viene chiesto un vano in più: «Uno spazio per lo smart working, nel quale poter lavorare in pace isolandosi dal resto della casa». Ora è essenziale che la casa sia raggiunta da un segnale internet eccellente, possibilmente cablato con la fibra.

Non solo. È tornata l’esigenza della ‘corte’ cioè dello spazio comune che faccia parte della casa e possa essere ‘condiviso a distanza’. È il ritorno alla corte delle case anni Sessanta nelle quali c’era il concetto di solidarietà, vicinato, famiglie, ma anche l’esigenza di distanza.

«Il risultato – spiega Francesco Recchia – è un progetto completamente rinnovato, nel quale abbiamo aumentato gli spazi, garantito un giardino non solo a chi abita al piano terreno ma anche a chi vive in quelli superiori. E poi una corte comune ed un giardino condominiale che garantisca la possibilità di passeggiare al suo interno. Consentendo, al bisogno, anche il distanziamento sociale».

Il nuovo progetto verrà presentato al Comune di Anagni appena riprenderà la regolare attività degli uffici. Verrà replicato anche in altre regioni dove la San Francesco ha gli uffici ed i cantieri.

Non si tratta di un nuovo progetto. Ma di un nuovo modo di vivere. Semplice ma in armonia con la natura. «La casa, che fino ad ora significava camera da letto e cucina, avrà un nuovo Concept. Dovrà essere vivibile e con ciò si intende ambienti più grandi, magari con stanze in più, ci dovranno essere spazi esterni fruibili con terrazze e balconi green, preferendo giardini anche negli appartamenti».

Mattone di qualità

La casa del futuro sarà più vivibile

Il coronavirus rilancia il concetto di ‘mattone di qualità‘. Gli analisti del settore prevedono che nella fase post Covid crescerà la domanda d’immobili capaci di garantire servizi legati alla fibra, gestibili attraverso la domotica. Prevedono un rilancio legato alla trasformazione del turismo: alberghi e alloggi se vogliono tornare ad essere competitivi dovranno avere i nuovi requisiti di distanza e sicurezza sociale.

Gli immobili connessi alla Sanità diventeranno un asset class primario per gli investitori. Un intero settore prenderà forma: la trasformazione del residenziale esistente per rivisitarlo in modo living. Cioè dotato di maggiore vivibilità attraverso un diverso uso degli spazi.

Nella prima fase ci sarà la crisi legata all’incertezza. Poi però gli esperti vedono all’orizzonte questa dinamica. «L’intera filiera dei servizi immobiliari è chiamata – dice Francesco Recchiaa riprogrammare il domani. Questo è il momento del coraggio, coraggio di aspettare con responsabilità che passi la fase critica e poter elaborare nuove idee per ripartire. Bisogna pensare al domani vivendo oggi, perché l’esperienza della nostra azienda ci insegna a non arrenderci, ma che è questo il momento di pensare al futuro e rimettersi in gioco».