Il Governatore del Lazio: “Sta picconando il Pd perché lo vuole distruggere per diventare lui il capo di un grande movimento riformista, obiettivo fallito miseramente”. E ancora: “Giuseppe Conte ha fatto il presidente del Consiglio la seconda volta perché lo ha voluto tenacemente Renzi, quando il Pd che io dirigevo aveva posto un tema di discontinuità necessaria”.
Giovanni Floris
È un finale di campagna elettorale per cuori forti nella Capitale. Giovanni Floris accende la miccia, facendo capire che l’ex sindaca potrebbe sostenere il candidato del centrodestra. Mentre l’ex premier annuncia il suo voto all’esponente del Pd. Ma a titolo personale. Giorgia Meloni intanto sa di non poter perdere nella corsa al Campidoglio
Il segretario del Pd intervistato da Giovanni Floris: «L’Italia ha ottenuto una grande vittoria. La possibilità di prendere molti miliardi, circa 37, senza condizionalità e senza rinunciare alla sovranità, da spendere per la sanità». No al commissariamento della Lombardia.
Anche da Giovanni Floris il segretario nazionale del Pd ha fatto capire che la pazienza è colma. A gennaio l’exit strategy potrebbe scattare. Il leader del Pd pensa all’ex presidente del consiglio candidato e al confronto paritario con il Movimento che riempie le piazze. Senza perdere di vista Cgil, Cisl e Uil. La controffensiva è iniziata.
Il capo dei Cinque Stelle dalla poltrona di Giovanni Floris: “E’ venuta meno l’affidabilità”. Il leader della Lega dal salotto di Bruno Vespa: “Ho voluto togliere ai pentastellati ogni alibi”. Apertura a Berlusconi.
L’appello del segretario del Pd intervistato a DiMartedì da Giovanni Floris. I dubbi sulle future scelte di Renzi, l’apertura a Giuseppe Conte e la scommessa sulle misure economiche del nuovo esecutivo.
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di mercoledì 14 settembre 2022
Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo mercoledì 16 marzo 2022
Il dibattito a DiMartedì tra il professore di filosofia, l’ex segretario dei Ds e il duro e puro dei Cinque Stelle ha fatto emergere più tratti in comune di formule di governo che pagano la mancata fiducia tra Enrico Letta e Giuseppe Conte.
Berlusconi non molla il pallottoliere. Salvini si smarca. I segnali da Toti ed in serata anche da Renzi. Il centrodestra anticipa il vertice. Enrico Letta non nasconde l’obiettivo di un Mattarella bis, ma in campo resta forte l’ipotesi di Mario Draghi. I numeri di Mannheimer
Il presidente del Lazio è stato il primo a parlarne nel marzo 2019, subito dopo la sua elezione a segretario. Ecco cosa disse. Oggi l’iniziativa insieme con Enrico Letta, mentre alle suppletive di Roma e nella corsa al Quirinale l’avversario è sempre lo stesso: Matteo Renzi.
Con la lettera a Prefetti e Sindaci sull’invito a far indossare la mascherina all’aperto il Governatore del Lazio ha dimostrato di essere un passo avanti. Perché mai come adesso la gestione della pandemia interagisce con le evoluzioni della politica nazionale. Perfino nella corsa al Colle. Ecco perché.
Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 10 novembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ora scorse e cosa ci attende in questa giornata di giovedì
Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore
Le elezioni comunali di Roma determineranno il futuro scenario della politica italiana per i prossimi anni. La sindaca intenzionata a resistere ma i Cinque Stelle non potranno immolarsi sul suo altare. Però resta prima nei sondaggi. Ed è proprio questo il motivo per il quale i Democrat non potranno che schierare il Governatore.
Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
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Il magistrato: “Molta gente anche capace, addetta ai lavori, non scenderà in Calabria perché rischia di azzerare una carriera brillante per un anno e mezzo, due, di commissariamento”. E Zingaretti prenda atto che i grillini non sono degli alleati.
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