Va via dal Partito l’uomo che aveva provato ad equalizzare il sogno del Terzo Polo con le personalità forti dei “sognatori”
Paolo Renzi
Il leader di Italia Viva come una Popstar al Fornaci Cinema Village del Capoluogo ciociaro. Non è bastata la sala. Ne ha avuta una per tutti o quasi: «Non su Salvini, meglio per lui». Dal pubblico provano a portarlo sul Caso Ruberti: «Non facciamo polemica con il Pd per quello che è successo a Frosinone». Il Pd? «Il generico dei Cinque Stelle». Non ridice proprio “Stai sereno”, ma parte la nuova sentenza su Letta
Il segretario del Pd minaccia le urne nel caso di elezione di Berlusconi al Colle. Il numero due di Forza Italia risponde a brutto muso. Soltanto il leader di Italia Viva può essere decisivo. Ma il nome lo indicherebbe lui. Che intanto ha già iniziato le manovre di aggregazione con Toti. Verso la nascita del nuovo Centro
E’ di queste ora la notizia di un possibile faccia a faccia tra l’ex rottamatore e il fondatore di Forza Italia. Sotto i buoni uffici di Gianni Letta. Ma in realtà Matteo Renzi ha in mente una strategia chiarissima: se si dovesse arrivare alla quarta votazione, allora lui proverebbe a far passare Casini. Ecco perché.
Il leader di Italia Viva a tutto campo: “Dobbiamo finalmente sbloccare gli impianti (sette anni fa ci massacrarono per lo Sblocca Italia, ora si capisce quanto fosse importante quel provvedimento), lavorare sulle rinnovabili, agevolare il riciclo”. Poi avverte il Pd: “Se inseguono i Cinque Stelle, vadano da soli. Il ministro degli esteri spiccia casa ad Alfano”.
Scommette sul fatto che la Lega resterà al Governo, ma prende le distanze da Matteo Salvini su Quota 100. Ribadisce l’appartenenza al centrosinistra, ma profetizza la fine dei Cinque Stelle nel 2022 e non risparmia critiche al Pd. Sullo sfondo c’è la partita politica più importante degli ultimi sette anni: la presidenza della Repubblica. E l’ex Rottamatore non vedrebbe male Mario Draghi.
Conte scambiato per Renzi. Renzi che sembra un contras con un generale in ostaggio. Scarica il Conte bis ma apre al Ter. Il film rivisto al rallentatore di una giornata d’ordinaria follia
Il segretario del Pd fa capire al leader di Italia Viva che non ci saranno Governi di salute pubblica. Ma allo stesso tempo chiede al premier di accelerare davvero sulle riforme, sul Recovery Plan e sul Mes. Opportunità che non torneranno più.
Nel Pd in tantissimi non sopportano più né il premier, né Rocco Casalino e i Cinque Stelle. L’attacco dell’ex rottamatore potrebbe rappresentare un canto delle sirene per Base Riformista. E allora il segretario nazionale Dem non potrà più far prevalere il senso di responsabilità a scatola chiusa.
Il caso dei tweet pieni di insulti a Matteo Renzi usciti da un account Twitter non più in uso al giudice Tommaso Miele. Mentre è in piena corsa per diventare presidente nazionale della Corte dei Conti. L’alto magistrato rompe il silenzio. Non fa accuse. Ma le impronte della ‘macchina del fango’ sono evidenti. Il messaggio a Matteo Renzi. Che risponde a stretto giro.
Il boomerang del premier Giuseppe Conte sull’alleanza Dem-Cinque Stelle passa in secondo piano rispetto alle continue richieste di congresso di Base Riformista. Enrico Rossi attacca: “Operazione finalizzata a giochi di potere interni”.
Strategie opposte in attesa degli effetti dell’election day. Con un’unica certezza: il presidente della Regione Lazio intende rimanere al suo posto. Anche se alla fine potrebbe non esserci alternativa alle elezioni anticipate.
Il sondaggio sul gradimento dei leader politici effettuato da Demos per l’Atlante politico di Repubblica riserva numerose sorprese. Salgono i Governatori, ma “Giuseppi” può permettersi perfino una passerella come gli Stati Generali.
La maggioranza di centrosinistra che governa la Regione Lazio firma un comunicato congiunto con cui si impegna a proporre una legge per ricordare il rastrellamento nazifascista del Quadraro. Manca la firma dei renziani. Invece il ministero guidato da Dario Franceschini impugna per la terza volta una legge approvata dal Lazio. E la porta all’attenzione della Corte Costituzionale
Il match nazionale fra PD e Italia Viva trova a Cassino nuovi temi, vecchie ruggini e personaggi in cerca di affermazione. Tutto mentre dopo Abbruzzese il centro destra cerca il suo nuovo Iron Man.
Beppe Grillo rilancia il reddito di cittadinanza per tutti, Luigi Di Maio torna alla carica con il taglio degli stipendi dei parlamentari. Il numero due di Forza Italia: «Sono sciocchezze, serve un piano da 100 miliardi». Il leader di Italia Viva: «Pensare a come riaprire adesso».
Le parole di Goffredo Bettini rappresentano l’inizio di una fase nuova e “cruenta”: l’obiettivo è rottamare il rottamatore e sostituirlo con i “responsabili” in Parlamento e con le Sardine nel Paese. Ma il leader di Italia Viva reagirà. E il Governo Conte continuerà a ballare.
La clamorosa operazione rivelata nei dettagli dal Corriere della Sera. Era già pronto un gruppo di Responsabili per sostituire i voti di Italia Viva nel caso di crisi di Governo sulla prescrizione. Poi il dietrofront, ma rimane l’allerta. Il ruolo di Renata Polverini.
Il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci lancia un segnale forte all’indirizzo dei Cinque Stelle e del ministro Alfonso Bonafede. Il leader di Italia Viva ribadisce che non ci sono spazi per una mediazione diversa dal ritiro della riforma. E se il Governo cade sarà proprio il ruolo di Conte il primo ad essere messo in discussione.
Ondata di adesioni da Formia al Partito di Renzi: Italia Viva. Ad accompagnarli da Ettore Rosato è stato l’ex forzista Gianfranco Conte. Che tenta così di allargare il perimetro. Per arrivare alla candidatura a sindaco