I calci di Iannarilli, la sfida di Frosinone a Latina per il seggio da deputato

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Non sono impazziti. I calci negli stinchi di Forza Italia tirati dall’ex deputato Antonello Iannarilli e dal vice coordinatore dimissionario Alessia Savo poche ore dopo che il Coordinatore Regionale Claudio Fazzone ha concluso la sua missione di pacificazione in provincia di Frosinone (la prima e unica che si ricordi durante il suo mandato nel Lazio) rientrano in una strategia precisa.

Riassumiamo le posizioni.
1) Claudio Fazzone lunedì pomeriggio compie la sua ‘visita’ a Frosinone, bacchettando sia Iannarilli che il coordinatore provinciale Pasquale Ciacciarelli e dicendo che da quel momento non tollererà più insulti a mezzo stampa tra gli iscritti (leggi qui il resoconto sulla missione di Fazzone a Frosinone).

2) L’ex deputato Antonello Iannarilli si è adeguato immediatamente, ha messo da parte i toni forti, sfoderato la diplomazia per la quale è famoso ed ha commentato la visita del suo amico Fazzone assicurando che «… Nessuno potrà impedirmi di esternare il mio pensiero, tantomeno i voltagabbana, gli imbroglioni, gli affaristi, i leccaculo e gli sciacqua palle… E nei prossimi giorni continuerò a chiarire la mia posizione di cui vado orgoglioso» (leggi qui le dichiarazioni di Iannarilli).

3) Appena si sono posate le polveri sollevate da Iannarilli, arrivano alle redazioni le parole di Alessia Savo: anche lei conciliante ed in totale sintonia con l’invito di Claudio Fazzone ad abbassare i toni per giungere ad una pacificazione. Dice: «E’ singolare come Ciacciarelli dica che a Torrice ho vinto grazie ai voti del Partito. Mario Abbruzzese, Nicola Ottaviani e Danilo Magliocchetti erano sui palchi dei miei avversari, con l’obiettivo di farmi perdere. Ho vinto nonostante i “colonnelli”. Per il resto credo che certe prese di posizione finiscano con mettere in difficoltà il consigliere regionale Mario Abbruzzese».

Irriducibili e incorreggibili? No, per niente. Lucidi e con un piano preciso.

Claudio Fazzone ed Antonello Iannarilli si conoscono benissimo, fanno parte della ‘vecchia guardia’ di Forza Italia, hanno aderito al Partito fino dal primo momento, lo hanno scalato nello stesso periodo uno da Alatri e l’altro da Fondi, si sono ritrovati insieme nella Regione governata da Francesco Storace, uno come assessore all’Agricoltura e l’altro come presidente del Consiglio, poi uno alla Camera e l’altro al Senato. Non hanno bisogno di parlarsi per capirsi.

E Iannarilli ha capito benissimo cosa è venuto a fare Fazzone lunedì scorso. È’ venuto a dire – nella sostanza – cari ragazzi, alle prossime elezioni politiche si voterà con l’Italicum e se ci va bene, Forza Italia otterrà un solo deputato tra Frosinone e Latina. Siccome rischiamo pure di non prendere nemmeno quello ho bisogno di ogni maledetto voto affinché scatti il seggio, poi le preferenze con le quali assicurarmi che su quella poltrona ci vada io e non uno di un’altra provincia so come conquistarmele. Quindi: basta spaccature con Iannarilli e Savo, così li spingete fuori da Forza Italia mentre io non posso permettermi di perdere nemmeno un voto, figuriamoci se intendo rinunciare ai due o tremila voti che quei due possono spostare.

In questo modo, Iannarilli e Savo sono diventati intoccabili, loro lo sanno e utilizzano la situazione per logorare Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli e l’intero Coordinamento provinciale. Ecco perché i calci negli stinchi. Ecco perché i toni sono stati alzati anziché abbassarli. Ecco perché è lecito attendersi che vengano alzati ulteriormente anche nei prossimi giorni.

Ma c’è anche il rovescio della medaglia. L’ipotesi di ritorno in grande stile per Antonello Iannarilli, teorizzato da Fazzone, ha compattato tutto il Partito contro questa eventualità. Tutti hanno fatto quadrato, superando le incomprensioni e mettendo da parte le rivalità. Arrivando anche allo scontro a brutto muso con il Coordinatore Regionale. Che nel momento più acceso dello scontro ha gridato: «Io a Frosinone ci vengo tutte le volte che mi pare, non ho bisogno di nessuna autorizzazione perché sono il coordinatore regionale, oggi posso anche andarmene da qui ma sappiate che domani mattina vi faccio trovare tutti commissariati».

La levata di scudi a difesa di Ciacciarelli / Abbruzzese è stato però un segnale chiarissimo dato da Frosinone al senatore fondano. Sia sul fronte politico che su quello elettorale. Dal punto di vista politico, le analisi compiute da Danilo Magliocchetti e Adriano Piacentini gli hanno smontato qualsiasi pretesto, hanno dimostrato che non c’è un dualismo Abbruzzese / Iannarilli, che c’è una linea politica chiara e spesso condivisa proprio con il Coordinamento regionale, sia quando si è deciso di appoggiare l’elezione di Antonio Pompeo in Provincia, sia per la strategia da seguire con Acea, sia per le elezioni nei consorzi industriali. E’ stato come dire: caro Claudio, nemmeno noi vogliamo rinunciare ai voti di nessuno e pure noi vogliamo che scatti il seggio a Montecitorio, ma non provare ad impedirci di eleggere un nostro uomo che vada su quel seggio al posto tuo.

La sfida è lanciata.