Affetti stabili e biscugini… Se solo avessero conosciuto Cicerone

L'occasione perduta di non aver attinto agli insegnamenti dei classici: l'amicizia è valore assoluto. Ma fase due non ne fermerà la forza.

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Eppure sarebbe bastato conoscere Cicerone. O quantomeno essere mossi da quella sana, infuocata, bella curiosità che dovrebbe spingere ogni uomo di scienza e di responsabilità, per uscirne meglio. Invece no, invece abbiamo voluto fare per metà i mediterranei e per metà i teutonici. Abbiamo voluto scrivere “affetti stabili”, salvo poi specificare sconosciuti gradi di parentela . E quindi far “filtrare”, senza il coraggio di dirlo, che gli amici non esistono.

Noi, ossa e muscoli cementati dal cuore

Foto © Gaetano Lo Porto / Imagoeconomica

Eppure sarebbe bastato andare ad interpellare la sempiterna anima di Marco Tullio, scolpita indelebile nel Laelius de amicitia.

Sembra questione da nulla, vogliono far passare l’amicizia come una materia poco seria che può aspettare.

Ma chi siamo noi, se non un coacervo di cellule, ossa, grasso, muscoli, fasci elettrici, tenuti insieme dal sentimento?

Ci avviamo alla Fase Due dopo aver tenuto duro, mal sopportando la Fase Uno. Ci avviamo a tornare ad una libertà condizionata, dettata da regole, che la maggioranza ha capito e che chi non ha capito non seguirà mai.

Cosa è un affetto stabile se non un amico? Gesù ed i suoi erano amici e l’amicizia è la base che fonda ogni nucleo di persone legate strette. Tuttavia non da quelle questioni di sangue, il più delle volte etichette senza alcun altro collante. Va bene che siamo sessanta milioni, va bene che di fatto non poteva essere un liberi tutti, ma chi verrà a controllare la stabilità di un affetto?

Amico o cugino? Chi misura il sentimento?

Foto © Canio Romaniello / Imagoeconomica

Chi può dire se è più forte il rapporto con un cugino o quello con quell’amico? Un amico con cui ho diviso gioie, dolori, amori, passioni, morti e nascite? Chi può stabilire se è giusto che l’anziano solo, che nel caffè con mia madre vedeva l’unico lampo di socialità, possa vedersi negata questa gioia? E solo perché il sangue non collima?

Ma torniamo al nostro amico arpinate:

Il sentimento di affetto e stima deriva dalla natura, ogni volta che appaia un segno di onestà. Chi vi aspira, si avvicina e si stringe sempre più per godere della presenza e del carattere di colui che ha iniziato ad amare: vuole rendere il proprio affetto in tutto reciproco, essere più propenso a rendere servigi più che a richiederne, competere in una gara di virtù”.

E ancora:

Così l’amicizia procurerà maggiori vantaggi e, derivando dalla natura e non dalla debolezza, avrà un’origine più nobile e più vera. Infatti, se fosse la convenienza il cemento delle amicizie, cambiati gli interessi il legame si scioglierebbe. Ma, dal momento che la natura è immutabile, ne consegue che le amicizie vere sono eterne. Ecco l’origine dell’amicizia, a meno che non abbiate qualche obiezione da fare”.

Chi ne fa diatriba politica è cialtrone

Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

E’ chiarissimo il Lelio a cui Cicerone fa esprimere questi concetti così lineari ed attuali, malgrado risalgano a duemila e passa anni fa.

Ma attenzione: chi pensa che la questione degli affetti stabili possa essere materia di polemica politica, è più cialtrone di colui il quale, sicuramente senza amici e senza passioni, ha risposto alla fredda FAQ sugli affetti stabili.

Che poi questi signori dovrebbero spiegarmi una cosa. Perché con la zia novantenne, e quindi a rischio, non possa esserci possibilità di contagio, mentre con un mio coetaneo – rispettando le regole – divento automaticamente un untore

Parliamoci chiaramente. Gli italiani troveranno il modo per andare a trovare gli amici, ad amare l’amante, a confortare l’anziano solo, troveranno finanche il modo di fare quei party privati citati dal premier non più tardi di una settimana fa. Ora è il momento di testare quella responsabilità di cui ci siamo dimostrati capaci.

Ora è il momento di smetterla di vietare e di fornire opportunità. Perché solo un uomo libero è un uomo in grado di rispettare le regole. E visitare un amico rispettando le regole non è altro che il test probante rispetto all’insegnamento di questi due mesi di chiusure

L’occasione perduta di affidarsi al cuore

Foto © Vince Paolo Gerace / Imagoeconomica

Probabilmente dal 18 la mobilità sarà più libera, ma certo è che abbiamo perso un’opportunità. Potevamo lasciare un po’ di libertà al cuore nel dettare le regole.

Come nella costituzione americana c’è l’effimera ricerca della felicità, noi avremmo potuto scrivere qualcosa di simile in questa norma transitoria. Ma no, noi ci vergogniamo di essere italiani solo per le cose belle. Poi se qualcuno dovesse toccare le nostre virtù in materia di tasse – che storicamente evadiamo – ci facciamo prendere per pazzi.

E allora non resta altro che appellarci ancora a qualcuno più grande di noi. Questo per allentare lo sdegno e guardare con fiducia a queste prossime settimane senza amici. Perché prima di Cicerone qualcuno disse che La distanza non interrompe un’amicizia, ma solo l’attività di essa”. Si chiamava Aristotele. Appelliamoci a lui e sorridiamo ogni volta che cerchiamo di capire il ritmo di questa distinzione poetica. Su cosa? Sul perché un amico è meno importante dei cugini dei nostri genitori.