Noi siamo quelli che amiamo soprattutto chi perde (di P. Alviti)

È facile seguire il vincitore. Ma il cristianesimo ribalta il punto di vista: non è il vincitore colui che ha ragione. Ma tutti siamo uguali. E tutti vanno amati alla stessa maniera. Dopotutto, la folla scelse Barabba e non Gesù.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Vi do un comandamento nuovo: Amatevi gli uni gli altri

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In che cosa consisterebbe questo nuovo amore? Tutti i profeti dell’Antico Testamento avevano indicato nell’amore la strada principale dell’itinerario spirituale di un ebreo. Gesù propone una situazione nuova,  un comandamento nuovo che è proprio il centro dell’essere cristiani.  

Spesso, veniamo travolti dall’idea che chi ha successo, chi vince,  chi riesce a sconfiggere l’avversario, sia la persona giusta: quella da seguire, quella di cui fidarsi. Se questo fosse il concetto fondamentale che guida il nostro ragionamento, allora dovremmo dire subito che se c’è uno che ha perso, uno che è stato sconfitto, uno che non ha avuto il consenso della gente costui è proprio Gesù Cristo.

Posta dinanzi ad una scelta,  la folla non ha esitazioni, la folla preferisce Barabba. Si lascia convincere da chi la turlupina,  da chi  le dice cose non vere, magari  perché riteneva che quelle cose non vere fossero più convenienti. E sceglie  Barabba, non Gesù.

Nella nostra vita dobbiamo capire se siamo per Barabba o se siamo per Gesù. 

Gesù non ha possibilità di prevalere sugli altri, non può vincere, perché il suo amore è completamente diverso: non è un amore per gli amici, non è un amore per coloro che la pensano nella stessa maniera, non è un amore per chi è schierato in una maniera o in un’altra, ma è un amore per tutti, anche per gli antipatici,  per gli sciocchi,  per quelli che ci fanno del male, per quelli che ci odiano, per quelli che sono diversi, per quelli che ci spaventano. 

I cristiani, i discepoli di Gesù, sono a favore di coloro che soffrono, di coloro che hanno necessità, di coloro che in qualunque parte del mondo, qualunque sia il colore della loro pelle e qualunque sia il loro credo religioso, hanno bisogno.

Sono costoro i poveri che Gesù ci dice di amare, come lui ci ha insegnato.