Invece di lamentarci possiamo fare una cosa: alzarci (di P. Alviti)

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Isaia ci ricorda che c'è una soluzione ai mali che ci circondano. E dei quali ci lamentiamo in continuazione. La soluzione è alzarci. Ecco come

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Alzati, rivestiti di luce (Is. 60,1).

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Occorre alzarsi, cioè levarsi dalla propria sedentarietà e disporsi a camminare. Alzarsi e brillare: che invito stupendo per la nostra vita. Quelle parole di Isaia sono un invito ad una battaglia con sé stessi che ciascuno di noi dovrebbe intraprendere.

Corriamo infatti tutti il rischio della sedentarietà, quella fisica ma anche quella della nostra coscienza. Ci abituiamo all’agio, al tepore, delle nostre case e non facciamo più caso a niente: alle strade sporche, alle buche, alla mancanza della segnaletica… tanto va tutto così.

E poi da lì passiamo ad accettare che ci sia la corruzione, che ci siano gli assenteisti, che ci siano gli approfittatori, che ci siano gli sfruttatori degli immigrati, i caporali.

Sopportiamo, restiamo seduti, siamo opachi, non brilliamo… Accettiamo tutti i compromessi pur di non doverci alzare.

Alzarci, infatti, richiede una decisione, richiede di intervenire, richiede di comprendere. se ci alziamo rischiamo che gli altri ci vedano, e qualcuno magari sia di opinione diversa dalla nostra.

Alzarci vuol dire avere il coraggio delle proprie opinioni, il coraggio di manifestarle… come si dice: metterci la faccia. Alzarci significa schierarsi, non essere mediocri, nel senso proprio dell’espressione… non barcamenarsi.

Alzati… ci ripete la parola, alzati, rivestiti di luce perché possiamo essere gli agenti della luce, della giustizia, dell’onestà, delle cose buone che bilancino le tante notizie di disperazione che assediano la nostra esistenza.

Rivestiamoci di luce, mettiamo in evidenza le tante cose buone che facciamo noi, che fanno gli altri, vantiamoci di queste non della nostra scorza di duri.

Non malediciamo, non siamo violenti… facciamo il tifo per il bene, lasciamo che illumini il buio. Vivremo tutti un po’ meglio.