“Tacete, il nemico vi ascolta”: e ad Anagni silenziano la chat

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

 

di Franco DUCATO
Conte del Piglio (ma non) in Purezza

 

 

“Tacete! Il nemico vi ascolta”. Quel gran genio di Leo Longanesi con il suo aforisma voleva dire che, in presenza di orecchie indiscrete, è necessario stare bene attenti. Perché poi le cose dette potrebbero rivelarsi compromettenti. Il problema è che se fai sapere che stai tacendo, commetti un altro errore. Quello di far capire a chi ti stava ascoltando che (forse) avevi qualcosa da nascondere.

È quello che sta accadendo ad Anagni. Dove, da qualche giorno, sembrano tacere non tanto le persone (quello è impossibile), ma le chat. Da quando si è insediata, l’amministrazione capitanata dal colonnello Fausto Bassetta si è sempre distinta per un uso intenso dei social network. Utili, i social, per avere il polso della situazione, per diramare in fretta comunicazioni che rischierebbero di impaludarsi nell’istituzionalità del sito ufficiale.

Anche whatsapp è una bella invenzione. Soprattutto per la possibilità di creare dei gruppi grazie ai quali tenere in contatto, ad esempio, una maggioranza, in tempo reale. Che è ciò che accadeva ad Anagni. Accadeva, appunto. Perché, a quanto pare, quel canale da qualche giorno si è spento. Le decine di messaggi che consentivano a Bassetta e soci di organizzarsi, si sono ridotte a poche comunicazioni. Sembra, di tono neutro. Come se chi digita avesse paura di vedersi spiattellare le cose all’esterno.

È un bel paradosso, a pensarci. Chi era arrivato sulle ali della trasparenza e della legalità, ora limita anche la diffusione dei messaggi. Chissà perché.

E allora, sempre per citare Longanesi, si potrebbe dire che “tutte le rivoluzioni cominciano per strada e finiscono a tavola”. E che esistono persone che “quando suona il campanello della loro coscienza, fingono di non essere in casa”. Del resto, commentando la tendenza di questa amministrazione a tergiversare nelle scelte, Longanesi avrebbe detto che “è meglio assumere un sottosegretario che una responsabilità”. E che c’è più di qualcuno che “non capisce, ma non capisce con grande autorità e competenza”.

Gran genio, Longanesi. A me piace soprattutto questa:
“Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi”.

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