E Natalia governa con l’opposizione soporifera (di F. Ducato)

In attesa dell'analisi sul voto del Pd, dopo i 30 votanti della volta scorsa, ad Anagni la maggioranza tenta di crearsi qualche problema stante l'assenza dell'opposizione.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Sarà una cosa noiosa da ripetere, ma la permanenza di Daniele Natalia sulla poltrona di sindaco di Anagni ultimamente sembra essere assicurata più che dai risultati della maggioranza, dalla fragilità dell’opposizione cittadina.

Anche e soprattutto se si tratta di forze arrivate in consiglio sull’onda dei grandi risultatati ottenuti a livello nazionale. Dichiarando a gran voce di voler essere il centro del rinnovamento.

 

Tanto per fare un esempio; basta guardare l’albo pretorio comunale. E dare una rapida occhiata alla determinazione 412 dello scorso 23 novembre. Che ha come oggetto l’ “Iscrizione all’apposito «Albo delle associazioni» di «Officina 16 creative lab»”.

Ora, intendiamoci; si tratta di un’associazione lodevole, presente da tempo sul territorio, e che ha negli ultimi anni messo in campo una serie di iniziative interessanti per la città. Ma che, come dire, è piuttosto vicina ad una forza politica cittadina. Un aiutino? Si tratta di un gruppo di opposizione, legato alla figura di un comico barbuto, che ha come leader nazionale un campano con qualche difficoltà con i congiuntivi (non che sia il solo, peraltro).

 

Ma torniamo alla determinazione 412. In sé è una cosa innocente; si tratta di dare dignità alla sunnominata associazione, iscrivendola ufficialmente nell’albo delle associazioni presenti nel territorio del comune. Il punto è che questa iscrizione è, di solito il passo che precede il coinvolgimento ufficiale delle varie associazioni nelle politiche culturali della città. Per permettere insomma loro di realizzare iniziative e progetti avendo (anche) il patrocinio comunale.

Dunque, se tutto va come deve andare, avremo un’associazione vicina ad un consigliere di opposizione, che potrebbe proporre iniziative e progetti culturali con il patrocinio del Comune (e della sua maggioranza).

Questo consentirà alle forze di minoranza di mantenere una ferrea volontà di controllo sugli atti della maggioranza?

 

Nel frattempo, c’è chi giura di aver sentito persone vicine all’assessore alla Cultura dire “così ce li teniamo buoni”, riferito ovviamente alla parte politica in oggetto.

E, d’altra parte, per tornare alla coesione tre le forze di minoranza, il consigliere comunale in questione ha più volte chiarito di non sentirsi assolutamente in sintonia con gli altri esponenti dell’opposizione (nonostante i documenti firmati assieme ultimamente).

 

Insomma, si vedrà. Il tutto, mentre stamattina si farà la prima analisi ad Anagni per le primarie di sabato con cui eleggere il segretario regionale Pd.

L’ultima volta che gli uomini del Partito Democratico di Anagni hanno portato a votare qualcuno, hanno superato di poco i 30 votanti. La speranza, per il Pd e per la sinistra locale, è che la tela che sta faticosamente cercando di tessere il commissario Francesca Cerquozzi possa sortire qualche effetto concreto.

 

Per fortuna che ci pensa la maggioranza a farsi male da sola. In coalizione ultimamente si sprecano le lamentele per il ritardo nella sistemazione delle beghe all’interno dell’ufficio tecnico. Ci sono in ballo una serie di progetti (ultimo quello per la risistemane delle lastre di basalto all’interno del centro storico) che aspettano l’input degli uffici competenti per poter essere ratificati. Un input che non potrà essere dato, fino a quando non arriveranno le nuove figure apicali.

Un caso da manuale di autolesionismo. Piccolo, ma pur sempre autolesionismo. Ma d’altra parte, come diceva Giovanni Verga

“La maggior parte dei nostri dolori ce li fabbrichiamo da noi”.