Antoniozzi: io e Giorgia, così lontani ma così vicini

Foto: © Imagoeconomica, Livio Anticoli

Non tutti vanno con la Lega. O con Toti. Alfredo Antoniozzi da mesi si è avvicinato a Fratelli d'Italia. Oggi ha raccontato il perché al Giornale d'Italia.

Suo padre era Dario Antoniozzi, ministro ai Beni Culturali ed al Turismo, entrambe le volte in un Governo guidato da Giulio Andreotti; prima ancora era stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con Emilio Colombo. Sette volte deputato, chiuse la carriera nel parlamento Europeo. Per il figlio Alfredo non era facile confrontarsi con un padre simile. Eppure è riuscito a diventare assessore al Comune di Roma, consigliere regionale del Lazio, parlamentare Europeo anche lui.

A differenza del padre, che fece una vita nella Democrazia Cristiana, il figlio ha dovuto fare i conti con una politica che nulla ha da spartire con quella granitica ed inamovibile della Prima Repubblica. Ha attraversato, ed è sopravvissuto, a quella liquida e poi gassosa della II Repubblica e dei gironi nostri. Democrazia Cristiana, Forza Italia, Popolo delle Libertà, Nuovo Centrodestra.

Ora Alfredo Antoniozzi ha deciso di sposare il progetto di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. Allescorse Europee è sceso in campo, sostenuto nel sud del lazio da Antonello Iannarilli. Che lo ha seguito nelle file di FdI. Ora Alfredo Antoniozzi ha spiegato la sua scelta con un articolo pubblicato sul Secolo d’Italia.

Vicini ma lontani
Alfredo Antoniozzi

Circa un anno fa – si legge – dopo una vita dedicata alle istituzioni, militando sempre in formazioni centriste, incontro Giorgia Meloni. Ci conoscevamo e stimavamo da tempo, ma contesti storici e percorsi diversi, ci avevano condotto per anni in ambiti ‘vicini ma lontani’. Anche il linguaggio, il mio carico di ‘parallelismi convergenti’, il suo schietto, fiero, diretto all’obiettivo, apparivano divergenti”.

Ma, ed è proprio qui il fatto straordinario, riflettendo, mi resi conto che pur con modi diversi e con percorsi non omogenei, le cose che volevamo e le cose che cercavamo si assomigliavano. Famiglia, sistema paese, rapporto con i territori, partecipazione, meritocrazia, difesa del made in Italy, sicurezza, l’idea di un’Italia sovrana in Europa, erano tutti valori che ci univano, e allora… perche’ no?“.

In tanti, da tante parti
Alfredo Antoniozzi

È iniziata cosi’ una bella avventura – continua Antoniozzi – il nuovo progetto per il Paese lanciato da Giorgia Meloni ad Atreju, l’allargamento, la seconda gamba, una nuova frontiera. Insomma, ci ritroviamo in tanti intorno a lei provenendo da posizioni politiche diverse. Convergiamo su un nuovo progetto per costruire insieme un grande partito di popolo. Per coniugare i valori della destra con quelli del popolarismo, del liberalismo e del riformismo”.

In quel momento nessuno poteva tacciarmi di essere salito sul carro del vincitore, anzi, molti mi sottolineavano i rischi di questa scelta, Fdi era accreditata nei sondaggi intorno al 3%, e la mia scelta, insieme ai tanti amici che mi seguivano, appariva affrettata e ad alto rischio. Abbiamo osato, sapendo che osare in politica ti spinge a ricercare le soluzioni piu’ coraggiose e non quelle piu’ comode“.

Di nuovo in campo

In campagna elettorale europea– continua Antoniozzi- abbiamo spiegato, pur in pochi giorni, le ragioni di una scelta e, abbiamo ricevuto una entusiasmante risposta. Ma il lavoro piu’ interessante e’ iniziato dopo le elezioni, quando migliaia di amici in tutta Italia, precedentemente tiepidi, visto il risultato di Fratelli d’Italia, si sono riaffacciati, dando atto della validita’ della scelta e chiedendo di poter partecipare al nuovo progetto politico“.

Nei prossimi mesi

Ecco dunque cosa faro’ nei prossimi mesi, si voti o meno – scrive ancora Antoniozzi – recuperero’ la volonta’ dei tanti che hanno voglia di fare politica, hanno voglia di costruire insieme un partito che sia la casa di chi crede ancora nella militanza, di chi da’ valore alla persona, di chi non vuole parlare di tutto ma vuole mantenere fede a quello che dice, di chi vuole un progetto di societa’ alternativo alla sinistra ed al M5s, di chi comprende che si puo’ essere uniti nella diversita’, e che sa dare a questa parola il giusto valore”.

Foto: © Imagoeconomica, Paolo Gargini

Di chi, insomma, accanto al fragore dei partiti lideristi e padronali, vuole un partito plurale, interclassista con forti radici cristiane ma laico nelle sue manifestazioni, che non lanci ogni giorno uno slogan, ma mantenga gli impegni che prende, che non sia prigioniero dei cerchi magici, e che consenta ad ognuno di poter aspirare sulla base delle sue capacita’“.

Per farla breve, un partito normale, di persone normali e non di fenomeni, che sappia parlare agli ultimi, e che sappia dare voce a questi. Voglio dire a Giorgia Meloni di andare avanti, come ha gia’ detto di voler fare. Molti percorrono le strade, ma pochi sono quelli che le indicano, e lei lo ha fatto. Io ci sono, noi ci siamo“.