Il M5S voleva scaricare sulle province i rifiuti di Roma

Il racconto del confronto tra la Regione di Zingaretti ed il Comune di Virginia Raggi: i rifiuti di Roma? Li toglieremo entro il 2021. Nel frattempo? Portateli nelle Province.

«Nicola Zingaretti mi aveva nominato assessore da qualche giorno. Mi aveva detto: devi fare ogni cosa possibile per evitare che i rifiuti finiscano sulle strade di Roma. Nei giorni successivi incontrai la delegazione al governo di Roma Capitale: mi assicurarono che entro il 2021 la città non avrebbe avuto più il problema dei rifiuti, dissero che entro il 2021 avrebbero portato la raccolta differenziata al 100%, assicurarono che proprio per questo non c’era bisogno di altri impianti per la lavorazione delle immondizie. Furono molto precisi e dettagliati. Li ascoltati con attenzione. E poi gli posi una sola domanda: ‘Va bene tutto, ma da oggi pomeriggio e fino al 2021 i rifiuti dove intendete portarli?’ La Pinuccia, l’assessora Pinuccia (Pinuccia Montanari, assessore all’Ambiente nella giunta di Virginia Raggi N.d.A.) mi guardò e rispose candidamente: è un problema della Regione. Fino al 2021 ci pensate voi ai nostri rifiuti: li mandate nelle province. La mia risposta fu: No. Ve ne potete scordare. La guerra è iniziata quel giorno».

 

Mauro  Buschini siede su una sedia minimal in vimini, in una stanza del vecchio municipio di Villa Latina. Di fronte a lui ci sono tutti i sindaci della Valle. Non solo quelli Pd o di area Dem. Ci sono anche quelli dichiaratamente di Forza Italia come il sindaco di Settefrati che sta in prima fila ed il sindaco di Picinisco che siede un po’ più dietro.

 

L’assessore all’Ambiente della Regione Lazio ha deciso di raccontare. Di andare in giro tra i sindaci «per fare con loro un primo resoconto dei miei cinque anni in Regione. Non è campagna elettorale: è il report dell’attività svolta. Sono loro i primi a poter dire se sono stati provvedimenti efficaci o inutili, se sono arrivati fino sul territorio oppure sono rimasti sulla carta».

 

Il confronto inizia con una provocazione: ‘Perché siete così masochisti? Perché vi piace farvi male da soli?’ In sala cala il gelo.

 

Solo con il masochismo politico si può giustificare un governo regionale che a pochi mesi dal voto con cui dovrà essere o meno riconfermato si preoccupa del nuovo policlinico quasi ultimato ai Castelli o dell’Auditorium ormai pronto a Fiuggi, dimenticando di propagandare che i tempi d’attesa per le analisi sono passati da tre mesi a tre giorni o l’età media dei bus. Ma è proprio qui la follia di questo Pd: ha dimenticato le piccole cose di tutti i giorni. Buschini ammette «Questo Pd vive una sindrome: è come se temesse di doversi giustificare, anche quando fa il suo dovere, perché fare quelle cose era solo il nostro dovere».

 

L’altro capolavoro di masochismo: la legge elettorale regionale. Si è data l’impressione di una maggioranza impegnata in una guerra intestina che aveva paralizzato la discussione. Invece la legge è passata all’unanimità. «Ed abbiamo approvato un testo che è quello chiesto per anni dalle Province, aumenta la rappresentatività».

 

Nicola Zingaretti lo chiama ‘Il mio Monnezza’. Lui sta allo scherzo e racconta i giorni dell’emergenza rifiuti a Roma. «Noi abbiamo fatto tutto, anche più del nostro dovere. Abbiamo offerto la massima collaborazione. Ma mi assumo la responsabilità di avere detto no ad un’assessora che voleva scaricare sulle province ciò che era ed è competenza della Capitale: le province non sono l’immondezzaio di Roma. È una questione di uguale dignità e di pari rispetto per tutti i territori del Lazio. Nelle Province abbiamo portato la differenziata a livelli dai quali Roma è ancora lontanissima, abbiamo progettato la trasformazione di tutti gli attuali impianti: Colfelice e Colleferro compresi, resteranno solo le mura esterne, il ciclo produttivo verrà radicalmente trasformato».

 

L’elenco delle cose da fare è lungo. Come gli 800 giorni attesi da una fabbrica di Anagni per avere una risposta su un’autorizzazione ambientale o le polemiche sull’autorizzazione all’impianto Marangoni ad Anagni. «Prima di chiudere la consiliatura approveremo il Green Act che darà risposte chiare a tutto. Trasformerà la Regione, finalmente una serie di norme che modernizza la gestione dei rifiuti e la produzione di energia».

 

Il sabato e la domenica li passa sul trattore: si prepara all’assessorato all’Agricoltura in caso di rielezione? «No, da quando mia madre è rimasta sola, qualcuno deve pur occuparsi delle olive».

 

Se ripartisse da lì, dalle olive delle signore rimaste sole, il Pd sarebbe molto meno masochista.