Nasce il patto d’acciaio per le Camere di Commercio

Patto di ferro tra le associazioni per decidere i nuovi presidenti delle Camere di Commercio nel Lazio. Si all'apparentamento: tutti insieme ma in gruppo. Prime scadenze: Frosinone-Latina (ottava in Italia) e Rieti-Viterbo.

L’accordo c’è. I futuri assetti delle Camere di Commercio nel Lazio nasceranno da lì. Dal tavolo che è nato a Roma nella sede nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, in piazza Belli.

A quel tavolo hanno deciso di sedersi tutte le associazioni confederali: la massima espressione delle categorie produttive, sono quelle che hanno i numeri per decidere. Se l’intesa la raggiungono loro non ci sono margini per altre cordate.

Un intesa per il Lazio ma benedetta dall’alto. Non è un caso che a quella riunione ci fossero il vice presidente nazionale di Confcommercio Renato Borghi ed il Direttore Generale Francesco Rivolta. Presente il neo presidente regionale di Confcommercio Lazio Giovanni Acampora.

 

Al tavolo c’è la Confcommercio Roma con il direttore Pietro Farina e Confcommercio Lazio Sud con il direttore Salvatore Di Cecca; Unindustria era rappresentata dal presidente Filippo Tortoriello e dal direttore generale Maurizio Tarquini; per la CNA il presidente Erino Colombi ed il direttore generale Lorenzo Tagliavanti. A rappresentare Federlazio c’era il direttore generale Luciano Mocci; Confesercenti era rappresentata dal presidente Valter Giammaria ed il direttore regionale Cosimo Peduto. Confartigianato è rappresentata dal commissario Domenico Scarpelli e dal segretario generale Maurizio Aluffi.

 

C’è un accordo tra loro. Non sui nomi. Ma sul metodo per individuare i presidenti. In che modo? Con un apparentamento che consentirà di arrivare alla designazione dei presidenti delle Camere di Commercio. In pratica: si corre tutti insieme ma in gruppo.

 

Un modo per dire no ai personalismi: i futuri presidenti – è il principio del Tavolo – dovranno essere il punto di equilibrio delle varie sensibilità. Ma è anche un chiaro no ai campanilismi. Ed ai tentativi di costruire cordate fatte dai territori, intorno a nomi che non siano stati mediati da quel tavolo.

 

«Un accordo per lavorare per un governo delle Camere di Commercio che abbia come obiettivo il bene comune delle imprese, delle persone che lavorano nelle imprese e di tutta l’economia del territorio regionale» recita il comunicato finale.

 

Sul piatto ci sono i prossimi rinnovi delle Camere di Commercio di Frosinone-Latina (che con la fusione diventerà l’ottava in Italia per peso economico) e Rieti-Viterbo. Già da lì si vedrà l’asse e la sua tenuta.

 

Ma è solo un primo passo. Il tavolo segna il ritrovato accordo unitario tra le associazioni, il recupero dei rapporti tra le rappresentanze degli imprenditori nel Lazio. Il tutto in un momento nel quale la politica è fragile, le vecchie strutture dei Partiti sono state spazzate via con il voto del 4 marzo. E l’economia sui territori del Lazio ha bisogno di segnali forti.

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