Caso Piloni, Genova insegna: se è vera emergenza subito interventi (di L. D’Arpino)

Il caso dei Piloni di Frosinone: dove è addirittura vietato parcheggiare per il pericolo di crolli. Genova ha tragicamente insegnato: se è vera emergenza non si perda tempo. Altrimenti via i divieti.

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

di Luciano D’ARPINO

per IL MESSAGGERO

*

Per emergenza, di solito, s’intende una circostanza imprevista che richiede un intervento immediato. Dopo la tragedia di Genova, la cui gravità richiederebbe a ognuno di accendere il cervello prima di muovere inutilmente la lingua, è esplosa in tutta Italia la paura per il crollo dei ponti.

Non poteva mancare Frosinone dove è stato subito richiesto il monitoraggio delle strutture cittadine ed è tornato d’attualità il caso dei Piloni di via De Gasperi. Ma si tratta di vera emergenza?

 

Se quelle due lesioni tra le arcate indicano un possibile crollo di parte del marciapiede sovrastante di Largo Turriziani, allora va subito interdetta l’area al passaggio pedonale. Se così non è, allora si smetta di parlare di pericolo e si revochi l’ordinanza che il Comune emise oltre un anno fa con cui si è vietato, tra l’altro, anche di parcheggiare sotto le arcate lungo via De Gasperi con tanto di cartello con su scritto “Pericolo crollo”.

Divieto che non è stato quasi rispettato da nessuno, tant’è che gli automobilisti hanno continuato a parcheggiarvi allegramente incuranti persino delle multe, poche in verità.

 

Il dubbio sull’emergenza resta soprattutto dopo quello che ha dichiarato al Messaggero il dirigente comunale Elio Noce dopo aver ricordato che sui Piloni esiste un contenzioso tra Comune e privato sul project di riqualificazione mai decollato.

Questo fatto che non permetterebbe all’ente pubblico di fare i dovuti controlli visto che, formalmente, l’area è ancora sotto il controllo della società Piloni srl.

 

«A settembre – ha detto Noce – dovremo chiarire questa situazione perché serve una prova di carico e un esame di staticità dei Piloni non più rinviabile. Le arcate sono attualmente di pertinenza del privato quindi o questi controlli li fa lui oppure si deve procedere alla rescissione del contratto in modo da tornare in possesso dell’area su cui intervenire».

 

Tre domande sorgono spontanee:

  1. se va verificato subito il pericolo di un possibile crollo, perché aspettare settembre?
  2. Seconda domanda: ma veramente, se il privato si rifiuterà di fare le prove di carico bisognerà aspettare la rescissione del contratto per poter intervenire?
  3. Non si può invocare la necessità di tutelare la pubblica incolumità per superare ogni ostacolo?

 

L’emergenza non attende i tempi della burocrazia o delle vacanze. La tragedia di Genova, alla vigilia di ferragosto, lo ha ampiamente dimostrato.

 

LEGGI TUTTO SU IL MESSAGGERO