Catalent, caro ministro così non va

Il caso Catalent approda in Parlamento. A Montecitorio il governo risponde. Ma nessuno mette ancora mano alle procedure così lente che hanno indotto la multinazionale del farmaco a trasferire in Oxfordshire il suo investimento pianificato ad Anagni

Caro ministro così non va… A Montecitorio si discute il caso Catalent ed i suoi 100 milioni di investimento spostati da Anagni all’Oxfordshire per colpa della burocrazia italiana e delle sue lentezze.

È la deputata Dem Angela Ianaro a mettere il dito nella piaga. Ha presentato un’interpellanza urgente per avere chiarezza sui perché che hanno spinto la multinazionale del farmaco a non realizzare più in Ciociaria i reattori necessari per sviluppare un nuovo tipo di medicinale, assumendo cento ricercatori. E dopo avere ascoltato la risposta fornita dal Ministero ha replicato. Dicendo che così non può essere.

La lezione Catalent

Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Per la parlamentare del Pd la pandemia ci ha insegnato quanto sia importante investire nella ricerca e nel settore farmaceutico e delle biotecnologie. È stato evidente quanto sia fondamentale per avere gli strumenti appropriati con cui rispondere alle crisi sanitarie.

«L’abbandono del progetto di espansione dello stabilimento di Anagni della Catalent, deciso dal Cda della multinazionale lo scorso 14 aprile, deve spingerci verso la definizione di una visione strategica e di un impegno di lungo periodo in favore dell’innovazione, della competitività internazionale e dell’eccellenza della ricerca biomedica».

Il progetto da 100 milioni di dollari prevedeva l’installazione di due bioreattori a uso singolo, strutture per altri sei bioreattori, nonché un centro di ricerca d’eccellenza. Un investimento naufragato in Italia e trasferito invece nel Regno Unito a causa delle lungaggini burocratiche per il rilascio delle autorizzazioni all’installazione delle nuove apparecchiature.

Rischio nazionale

Il nuovo centro in Oxfordshire

«L’Italia è tra i principali poli farmaceutici al mondo ma, se non agiamo compiutamente, difficilmente riusciremo a conservare questo primato» ha detto il deputato.

Nel 2020, le imprese del farmaco hanno investito in Ricerca e Sviluppo 1,6 miliardi di euro. È il 6% del totale degli investimenti effettuati in Italia. Il valore della produzione dell’industria farmaceutica ha raggiunto i 34,3 miliardi di euro. Il polo chimico farmaceurico di Anagni ha raggiunto livelli di fama universali proprio per la sua capacità di essere preciso e versatile allo stesso tempo.

«Per salvaguardare investimenti fondamentali come quello della Catalent occorre con urgenza procedere alla semplificazione e allo snellimento delle procedure, con misure stabili nel tempo e sotto una governance più efficace a sostegno della crescita e dello sviluppo occupazionale» ha concluso la deputata dem, Angela Ianaro.

Il Governo intanto ancora non ha fatto sapere se congelerà il Sin Valle del Sacco con tutti i limiti che ha imposto, come chiesto da Nicola Zingaretti a Mario Draghi, con dati scientifici alla mano.