«Lega a caccia di poltrone». Espulso consigliere regionale: «Mente sapendo di mentire»

Guerra aperta all'interno della Lega. Il consigliere regionale Enrico Cavallari attacca il coordinatore regionale Francesco Zicchieri. «Lega a caccia di poltrone». Il Gruppo: «Menti sapendo di mentire: ricorda la prima seduta...» Espulso dal Partito.

Si apre il fronte interno alla Lega. A guidarlo è l’onorevole Enrico Cavallari: consigliere regionale del Lazio fresco di elezione alla Pisana. E di espulsione dalla Lega. Dice che è iniziata «la corsa alle poltrone». I suoi colleghi gli rispondono che «mente sapendo di mentire»

 

Mi hanno espulso

«Sono stato espulso dalla Lega, da oggi convergo nel gruppo misto della Pisana. Sono onorato di aver creato in quattro anni di lavoro il Partito nel Lazio, un progetto nato con ‘Noi con Salvini’. Ma sono altrettanto onorato di esserne stato espulso ufficialmente oggi da un coordinatore regionale, Francesco Zicchieri, la cui condotta nulla ha a che vedere con i dettami del nostro leader nazionale».

I rapporti tra il coordinatore regionale Francesco Zicchieri ed il consigliere regionale Enrico Cavallari erano tesi già da tempo. Nelle settimane scorse Cavallari ha smentito più volte l’operato del suo Coordinatore e altrettante era stato sconfessato lui.

La temperatura è arrivata al punto di fusione subito dopo la proclamazione degli eletti in Regione: Cavallari ha accusato Zicchieri di avere una posizione troppo morbida nei confronti dell’esecutivo di Nicola Zingaretti e di non voler fare davvero opposizione. Il 18 aprile si arriva al punto di non ritorno, con una dichiarazione all’agenzia Omniroma: “La firma sulla mozione di sfiducia a Nicola Zingaretti non è mai stata una proposta politica del coordinamento regionale della Lega“. Una frase con cui Cavallari mettere in chiaro che la contrapposizione al governatore era solo un’iniziativa sua. E non di Zicchieri.

 

Francesco Zicchieri viene considerato un ‘democristiano‘. Non un duro e puro dei tempi di Bossi e Maroni. Cioè l’ala storica nella quale si riconosce invece Enrico Cavallari.

Una contrapposizione che il consigliere regionale oggi ha messo a nudo. «Mi trovo esattamente agli antipodi delle persone che governano il partito nel Lazio, tanto culturalmente quanto nel modo di fare politica e di costruire un partito, lontano anni luce, oltre che dallo stesso Zicchieri, anche dal coordinatore della provincia di Roma, Claudio Durigon, e dagli attuali consiglieri regionali».

 

La corsa alle poltrone

Per Enrico Cavallari nella Regione Lazio c’è la corsa ad accaparrarsi le poltrone. Con il suo atteggiamento ha escluso la Lega dalle presidenze di Commissione che Nicola Zingaretti ha ripartito fra le tre non-maggioranze uscite dalle urne lo scorso 5 marzo: una suddivisione delle responsabilità per coinvolgere tutti ed individuare i punti sui quali poter convergere. E creare così, di volta in volta, le maggioranze.

Una stratega alla quale Cavallari si è opposto. «Sono stato l’unico del gruppo regionale della Lega. La linea di Matteo Salvini è sempre stata chiara: opposizione a Zingaretti e lavoro per il bene della cittadinanza. È evidente che applicare questa regola, come io ho fatto, ha procurato un grande disturbo in chi ambisce invece al potere. Ne prendo atto e convergo nel misto. Spero soltanto che Matteo Salvini e la dirigenza nazionale blocchino la deriva del partito nel Lazio prima che sia troppo tardi».

 

Cavallari mente sapendo di mentire

«Enrico Cavallari mente sapendo di mentire. La Lega, come sostenuto dal segretario federale Matteo Salvini, resta all’opposizione dell’immobile Nicola Zingaretti. Lo abbiamo dimostrato già con diverse iniziative consiliari e con le battaglie messe in campo, sostenute anche da Cavallari». A rispondere in maniera netta al loro ex compagno di Partito sono gli altri Consiglieri regionali della Lega: Orlando Angelo Tripodi, Daniele Giannini e Laura Corrotti.

Il gruppo non intende fare da stampella a Nicola Zingaretti. Ma nemmeno intende auto escludersi da un dibattito che porterà tutti i gruppi ad avere un ruolo e ad approvare solo leggi che siano condivise.

«Non abbiamo intenzione di ”accaparrare le poltrone”, ma semplicemente presentare le nostre proposte per migliorare le condizioni dei cittadini del Lazio e svolgere la funzione di controllo nel pieno rispetto delle indicazioni del partito. Invece basterebbe ricordare quanto avvenuto nella prima seduta del Consiglio regionale…».

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