Centrodestra unito in piazza? Tajani gela Salvini e Meloni: «Vedremo»

Foto © Imagoeconomica / Paolo Cerroni

Per la manifestazione unitaria del 2 giugno gli “azzurri” vogliono attendere l’esito del voto di sfiducia al ministro Bonafede e le modalità di organizzazione (niente bandiere). Lega e Fratelli d’Italia cercano la spallata, Forza Italia cauta. Dietro le quinte si muove Gianni Letta

Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono convinti che la manifestazione di piazza del 2 giugno a Roma sarà unitaria e vedrà tutto il centrodestra unito. Ma da Forza Italia arrivano aperture, non il semaforo verde.

Il leader della Lega Matteo Salvini si è sbilanciato. «Ho sentito Berlusconi, Meloni, ho sentito tutti: è il momento dell’unità come italiani, e dell’unità senza bandiere di Partito, come forze politiche,che vogliono collaborare per ricostruire il Paese». Anche per Giorgia Meloni, capo di Fratelli d’Italia, «sarà un’iniziativa comune».

Ma è quel riferimento al “senza bandiere” che fa riflettere. Si tratta della condizione posta da Forza Italia per protestare contro il Governo Conte. In un momento in cui Gianni Letta continua a mediare per cercare di avvicinare Forza Italia al premier. E quindi al Governo. Ma le distanze sono ancora notevoli.

Matteo Salvini © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Matteo Salvini ha provato ad accelerare: «La proposta che ho fatto è per la data della festa della nostra bandiera, non solo a Roma, ma in tutte le cento province italiane, per un momento di ascolto e idee, con artigiani, imprenditori, pensionati, insegnati, tutti a distanza, con le mascherine. Saremo tutti insieme nel centrodestra? Non avrebbe senso dividersi tra italiani di destra, di sinistra, belli e brutti, bisogna ricostruire il Paese».

Ma il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, ha fatto capire bene che l’eventuale (non scontata quindi) adesione degli “azzurri” dipenderà dal voto sulla mozione di sfiducia al ministro Bonafede, mercoledì in Senato. Ha detto Tajani: «Il centrodestra non è un Partito unico, è una coalizione, stiamo discutendo, ci saremo con le nostre proposte concrete, per migliorare il decreto del Governo, poi vedremo se fare eventi insieme o divisi. Vedremo cosa accadrà mercoledì, in occasione del voto di sfiducia al ministro Bonafede».

Antonio Tajani

Poi Tajani, da esperto comunicatore e da consumato politico, ha pure aggiunto: «È una ripartenza mal organizzata con tanta confusione e con uno scontro tra lo Stato e le Regioni, si poteva organizzare tutto in anticipo e anche meglio. Per ripartire bisogna avere la possibilità di consumare. Ma se non c’è liquidità sul mercato come si fa consumare? Le famiglie italiane hanno ricevuto molto poco. La cassa integrazione non è arrivata. Il decreto liquidità non funziona come dovrebbe. Ci sono tantissimi ritardi e abbiamo fatto un conto, saranno stati spesi dal governo forse 7 miliardi o poco più rispetto ai 25 stanziati. Giusto valorizzare il risparmio ma il prestito forzoso o la patrimoniale sono cose che non vanno bene alle quali noi ci opporremo. Tutto procede a rilento, mancano mascherine guanti e non sono pronte le app».

Critica al Governo. Ma non nel senso di dire che Forza Italia vuole mandarlo a casa subito. Nel senso che si può migliorare. E Gianni Letta continua a mediare.