Il coraggio di provare a coinvolgere il Movimento Cinque Stelle

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Hanno pochi consiglieri comunali e alle elezioni del presidente della Provincia non intendono partecipare. Eppure i candidati Antonio Pompeo (Pd) e Tommaso Ciccone (Forza Italia) potrebbero provare a coinvolgerli. Per vedere l’effetto che fa. 

La linea è quella di non partecipare alle elezioni provinciali. E in provincia di Frosinone il Movimento Cinque Stelle non ha alcun sindaco e conta pochissimi consiglieri comunali, due dei quali però (Christian Bellincampi e Marco Mastronardi) del Comune capoluogo.

 

Il meccanismo del voto ponderato sulla carta dovrebbe rappresentare una situazione abbastanza equilibrata tra centrodestra e centrosinistra.

Con una consistente quota di sindaci e consiglieri comunali “civici” in grado di poter dire la loro in maniera importante.

Se i Cinque Stelle non parteciperanno alle elezioni per la presidenza della Provincia saranno tagliati fuori. Potrebbe essere una loro scelta politica, per prendere le distanze da un ente di secondo livello che loro vorrebbero abolire. E che il loro alleato nazionale (la Lega) invece intende riabilitare, riportandole a come erano prima della riforma Delrio.

 

Ma i candidati alla presidenza potrebbero anche provare a coinvolgerli. Tanto il presidente uscente Antonio Pompeo quanto lo sfidante Tommaso Ciccone.

Il ‘cavallo di Troia‘ di Pompeo si chiama Luigi Vacana. È presidente del Consiglio Provinciale: civico, eletto nella lista civica che lo vedeva insieme ai Socialisti ed all’area espressione del cattolicesimo di destra che si riconosce in Biagio Cacciola. È un ‘grillino’ ante litteram: lasciò la federazione provinciale Pd quando ne era vice presidente, non riconoscendosi più nel Partito nonostante fosse ancora alla guida del Paese.

Tommaso Ciccone può puntare invece su Francesco Zicchieri ed il suo ruolo di vice capogruppo della Lega alla Camera. È l’uomo che potrebbe tentare di costruire una testa di ponte attraverso gli alleati di governo, intavolando una discussione con il suo omologo di Montecitorio

In entrambi i casi ci sarebbe da verificare i margini di autonomia degli amministratori pentastellati rispetto alle indicazioni nazionali. Poi per vedere se ci sono gli spazi per dei laboratori politici locali in una fase convulsa.

Il Pd aveva iniziato un confronto con i Cinque Stelle sul piano nazionale, poi bloccato da Matteo Renzi. Sul terreno provinciale Antonio Pompeo potrebbe cercare di riaprirlo. Anche solo per vedere l’effetto che fa.

Più difficile il compito per Tommaso Ciccone. Perché la chiusura dei Cinque Stelle nei confronti di Forza Italia è netta.

 

In ogni caso varrebbe la pena di provare. Se non altro per guadagnare la ribalta nazionale se qualche amministratore pentastellato decidesse di partecipare attivamente alla scelta del prossimo presidente della Provincia.