Comunali ed Europee, si vota l’8 e 9 giugno. Si al terzo mandato

Il governo ha programmato per l'8 e 9 giugno sia le elezioni amministrative che il test più significativo per la maggioranza: le elezioni europee. Resta incerta la situazione in Basilicata e indecisa la candidatura di Giorgia Meloni. Via il limite dei mandati per i sindaci

Un grande appuntamento elettorale, nel primo weekend con le scuole chiuse. Il governo scommette sull’election day fissando anche le Comunali per sabato 8 e domenica 9 di giugno, insieme al primo vero stress test per la maggioranza, quello delle elezioni Europee.

Non è un inedito il voto anche di sabato per gli elettori italiani. I precedenti si registrano per le Europee del 2004 (12 e 13 giugno) e del 2009 (6 e 7 giugno) e in entrambe le occasioni l’esecutivo era guidato da Silvio Berlusconi. Nel 2014 si è votato solo di domenica (25 maggio), così come anche nel 2019 (26 maggio).

Nel frattempo Antonio Tajani affronterà il congresso azzurro, dopo il quale dovrebbe arrivare anche la decisione sulla sua candidatura o meno alle europee. Anche la premier ancora non ha sciolto la riserva. È “molto presto” per pensare alle liste, dicono da Fratelli d’Italia dove comunque si spinge per la corsa della leader; in queste ore anche Fabio Rampelli ha auspicato la candidatura, attesa, dice “da tutta Europa più che dalla sola Italia“.

Lei resta, ufficialmente, sul 50-50, così come ha rimandato al Parlamento una eventuale decisione sul terzo mandato per i governatori, altro tassello che potrebbe modificare il puzzle degli equilibri tra gli alleati.

Terzo mandato per i sindaci

Nel frattempo però, dopo lo stop di un paio di settimane fa è arrivato l’atteso via libera al terzo mandato per i sindaci ma solo dei comuni fino a 15mila abitanti. Dei Comuni più grandi, fa sapere il ministro Francesco Lollobrigida, “non se ne parla in Consiglio dei Ministri.

Una riunione iniziata con un’ora di ritardo e durata quasi tre ore. Solamente perché “ricca di provvedimenti“, specifica il sottosegretario Alfredo Mantovano, che guida la conferenza stampa dopo la riunione. Raccontano che tempi supplementari in realtà siano serviti per il decreto legislativo che attua la delega sugli anziani (“ne siamo orgogliosi” dice Meloni, che commenta solo questo tra i tanti provvedimenti approvati, dalla cybersecurity al ddl sulla beneficenza, già ribattezzato in Parlamento ‘ddl Ferragni’).

Nel frattempo la Lega si intesta la “storica battaglia” per i piccoli Comuni, per voce di Roberto Calderoli. Mentre l’Anci, l’Associazione dei Comuni d’Italia torna a chiedere, invece, che si rimetta mano al limite dei mandati per portare a tre anche quello per i Comuni sopra i 15mila abitanti. Per il momento non se ne parla.

Per evitare la caccia dell’ultimo minuto a scrutatori e presidenti di seggio, Matteo Piantedosi annuncia un aumento dei loro compensi. L’elevazione dei compensi per gli addetti ai seggi, ha spiegato Piantedosi, è dovuta al fatto “stiamo registrando un’attrattività sempre minore per questa attività, con una “scarsa partecipazione cui siamo spesso costretti a porre rimedio con provvedimenti d’urgenza negli ultimi giorni“. Da qui la decisione di “incrementare il gettone di presenza“.