Correnti, leader defilati e gioco delle alleanze: quanto è dura la candidatura

La domanda che i leader locali si stanno facendo in queste ore non è soltanto “ma sto dalla parte vincente?”. No, si stanno domandando: “ma sto dalla parte giusta?”. Il ritorno del sistema proporzionale e il fatto che i principali leader dei Partiti (Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Beppe Grillo) difficilmente si presenteranno per la carica di premier, deve far riflettere. Il prossimo sarà un governo di coalizione, guidato da una personalità in grado di mettere insieme partiti e realtà diverse.

 

Matteo Renzi è l’uomo per le stagioni nette, non quelle della mediazione, specialmente perché non riesce a mettere insieme le varie anime del suo Partito, nemmeno quelle che lo hanno sostenuto. Nel Pd, in tanti stanno lavorando all’idea di guidare il prossimo Governo: Paolo Gentiloni, Marco Minniti, Graziano Delrio, Maria Elena Boschi, Dario Franceschini. Siccome poi stavano tutti con Renzi nei mesi scorsi, sui territori qualche domanda comincia a circolare.

 

Non c’è dubbio che l’area di Francesco De Angelis e Mauro Buschini sia maggioritaria in provincia di Frosinone, ma negli anni passati l’adesione alle componente di Ignazio Marino prima ed Enrico Gasbarra poi si sono rivelate dei flop. Oggi Matteo Orfini, presidente del Partito, non appare più l’uomo forte dell’alleanza pro Renzi. Non per sue responsabilità, ma perché per un Governo e un Parlamento di coalizione e di transizione servono forse altri profili. Più democristiani. Non è un caso che Dario Franceschini, vero “signore” dei gruppi parlamentari, non sia più tra i fedelissimi dell’ex rottamatore. In questo senso il segretario provinciale Simone Costanzo (che con Franceschini sta da sempre) potrebbe giocarsi le sue carte.

 

Francesco Scalia è un renziano doc e non avrà problemi per la candidatura. Anzi, proprio l’ipotesi di un passo di lato di Renzi, potrebbe aumentare le sue possibilità di ottenere un incarico da sottosegretario se il Pd dovesse andare al governo. Maria Spilabotte e Nazzareno Pilozzi dovranno sudarsi la ricandidatura.

 

Per quanto riguarda Forza Italia, la chiamata alle armi di Silvio Berlusconi e Antonio Tajani potrebbe generare questo tipo di schieramento: Alfredo Pallone al Senato, Antonello Iannarilli alla Camera, Mario Abbruzzese alla Regione.

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