Cosa significa la nomina di Fanelli ad assessore

Quali sono i segnali politici forniti dalla conferenza di presentazione del nuovo assessore Paolo Fanelli. Ci sono tre Indicazioni fondamentali. Una ad uso interno di FdI. Una per la Giunta. Ed una per i futuri assetti dell'Aula

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Giacca grigio fumo, dolce vita blu e chioma argentata: emozionato quanto basta, Paolo Fanelli 29 anni dopo la sua elezione a sindaco di Frosinone ha varcato ufficialmente ieri, poco prima di mezzogiorno, il portone di Palazzo Munari per sedersi sulla sedia di assessore ai servizi sociali del Capoluogo.

Prende il posto del precedente titolare della delega: Fabio Tagliaferri si è dimesso per andare a presiedere la società del Ministero della Cultura ALeS SpA. Attirando le attenzioni di Piazza Pulita su La7 che lo ha raggiunto a Frosinone per chiedergli se la nomina fosse dovuta ad un fenomeno di quell’amichettismo che proprio Giorgia Meloni ha appena condannato.

Inevitabile un sussulto nel cuore e nella memoria personale e politica. Lo ha trattenuto a fatica Paolo Fanelli mentre prendeva la parola per presentarsi alla stampa e nel ricordare i suoi trascorsi da Sindaco di Frosinone negli anni 1995-1997.

Sussulti e ricordi

Paolo Fanelli

Il giorno dopo la presentazione ufficiale di Fanelli alla città, alcune riflessioni appaiono oggettivamente conseguenti.

La prima. Fratelli d’Italia ha dimostrato di saper gestire il cambio di assessore con grande equilibrio, maturità e responsabilità. Senza polemiche. Almeno pubblicamente o ufficialmente. La circostanza non era affatto semplice, né scontata. Erano tante infatti le aspirazioni personali (tutte legittime) tra consiglieri comunali e non. Invece non ci sono stati problemi. Il Gruppo consiliare di FdI ha fornito a Mastrangeli il documento firmato da tutti con il nome del sostituto di Tagliaferri in Giunta, indicando Fanelli in brevissimo tempo e senza una sola parola fuori posto.

La seconda riflessione. Fanelli non è un assessore “normale“. Non può esserlo visto il suo vissuto politico di ex sindaco. Con tutto il dovuto rispetto per la normalità degli assessori: chi ha fatto il sindaco non ha più la mentalità del semplice graduato. Nel senso che non è una personaggio politico facile da gestire dal punto di vista dell’attività istituzionale e politica. E lo si è visto in maniera plastica già ieri: Fanelli non ha affrontato solo il tema della sua delega specifica, i servizi sociali. Ma ha parlato anche di Sanità (oggettivamente la sua materia professionale), di Ambiente, di Pronto Soccorso. E molto altro.

Il rischio della sensibilità

da sinistra Paolo Fanelli, Riccardo Mastrangeli, Fabio Tagliaferri

Ha quindi spaziato tanto e per diverso tempo sulle varie attività amministrative della Giunta. Circostanza comprensibile, se la si contestualizza con il clima da primo giorno di scuola.

Ma se l’esperienza di un ex sindaco come Fanelli da un lato costituisce indiscutibile valore aggiunto per l’amministrazione Mastrangeli, dall’altro la naturale attitudine del celebre ortopedico ad intrerpretare il ruolo assessorile in senso molto ampio, quindi guardando anche oltre le proprie specifiche competenze, almeno dal punto di vista comunicativo, alla lunga potrebbe costituire potenzialmente un problema. Potrebbe urtare la sensibilità di qualche collega di Giunta, che potrebbe scambiare questa visione ampia come una invasione di campo. Vera o presunta che sia.

Per questo nei prossimi mesi occorrerà tutto l’equilibrio, la capacità e l’acume politico del sindaco Riccardo Mastrangeli per disciplinare la verve comunicativa dell’assessore Fanelli e reggimentarne il ruolo.

La revisione degli assetti

Terza riflessione. la revisione degli assetti di Giunta a Frosinone sembrerebbe essere terminata, con la sola sostituzione di Tagliaferri con Fanelli. 

Il termometro politico tuttavia segnala all’orizzonte non troppo lontano, venti carichi di qualche altra novità ulteriore. Nell’immediato invece via libera al dibattito e alle iniziative per contrastare lo smog e per l’adozione delle  politiche ambientali. Magari anche con il contributo delle opposizioni. Non è mai troppo tardi.