Così fan tutti: lottiamo con Dio invece di coglierne il fuoco benevolo

Adattarsi alle regole di convenienza del mondo invece di seguire la via unica della giustizia: ecco da cosa nascono le aberrazioni

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.

Ger 20,9

Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!»

Mt, 16,22

Sono due le sollecitazioni che emergono dalla Parola, con il ricordo dell’appena trascorsa memoria di Sant’Agostino d’Ippona: Tu eri dentro di me, e io fuori. E là ti cercavo.

C’è una dimensione di lotta tra l’uomo e Dio, presente anche nella tradizione greco romana, ma totalmente evidenziata in quella giudaico cristiana. Fin dai racconti della creazione, nei primi capitoli del Libro di Genesi, l’uomo contesta le decisioni di Dio, non si fida di lui, si nasconde da lui, infrange i suoi comandi.

Quelle storie sono archetipiche, cioè ciascun uomo può ritrovarsi in quei personaggi descritti dai racconti. E le vicende si susseguono sempre basate sulla volontà dell’uomo di voler fare a meno di Dio. Fino a rinunciare alle meraviglie del paradiso terrestre, pur di fare di testa sua, pur di contestare Dio.

Autoassolti ed appagati nei peggiori appetiti

Luca Giordano – Giacobbe combatte con l’angelo

E non sarebbe un paradiso il nostro se non rubassimo, non dicessimo menzogne, non ci appropriassimo di ciò che non è nostro. Se sostenessimo la famiglia, se non ci facessimo trasportare dall’invidia per gli altri e ciò che posseggono, se non trattassimo gli altri come oggetti da consumare?

Eppure continuiamo a fare tutte queste cose, spesso adducendo come scusa il fatto che lo facciano tutti. Insomma viviamo immersi in un processo di autoassoluzione collettiva che, invece di farci vivere meglio, ci costringe ad accettare regole e abitudini che si rivelano alla fine  assolutamente contrarie ai nostri interessi.

Il nome Israele fu dato a Giacobbe dall’angelo che lottò con lui al fiume Giordano: vuol dire colui che lotta con Dio. E noi lottiamo quotidianamente con Dio, pensando che i nostri pensieri siano senza dubbio migliori di quelli di Dio. Il clima di violenza che sta montando nel nostro paese e che trova espressione in stupri, omicidi, rivolte di quartieri dominati dalle consorterie degli spacciatori. O negli incidenti sul lavoro, la denuncia più forte del nostro disprezzo della vita umana, deriva da quell’allontanamento da Dio.

Un fuoco che non dobbiamo contenere

Foto © AG IchnusaPapers

Che ci porta a perdere il contatto con l’essenza della nostra vita. Ma, se stiamo attenti, riusciremo a trovare dentro di noi quel fuoco ardente che, come dice Geremia, cerchiamo di soffocare, di contenerlo.  Invece quel fuoco potrebbe trasformarci completamente. Insomma, dentro di noi, come dice Agostino, sappiamo benissimo cosa è buono e cosa è cattivo.

Perché Dio è dentro di noi, in quella cosa misteriosa ed “intimissima” che è la nostra coscienza che invece, cerchiamo di addomesticare. Per seguire le regole che, apparentemente, ci sembrano in grado di renderci felici ma che invece ci avviano, passo dopo passo, verso la morte della nostra umanità, il nostro essere uomini. Pensate a Pietro che dà consigli a Gesù: è convinto di capire tutto, di avere di fronte un idealista che non si rende conto di come vada il mondo.

Di quali regole bisogna seguire, degli eccessi da evitare. Per non fargli fare una brutta figura lo prende in disparte, lo rimprovera, spiegandogli come debba comportarsi per campare in questo mondo ma Gesù lo sfida: lontano da me, Satana!

Non era Gesù duro, ma Pietro fuor di grazia

E noi ci impressioniamo di fronte alla risposta dura di Gesù e non capiamo che davvero Pietro ha perso la capacità di giudizio, adattandosi alle regole del mondo, alla convenienza piuttosto che alla giustizia.

Dobbiamo decidere se pensare secondo Dio o secondo gli uomini, soltanto a noi sta la decisione.