Cosilam, manovra a tenaglia per portarlo nell’Asi

La manovra a tenaglia è partita. Cassino perderà il Consorzio di Sviluppo Industriale del Lazio Meridionale. Si fonderà con il Consorzio Asi di Frosinone, compiendo un salto indietro di quasi vent’anni. Sarà un’operazione pulita. Nella quale mandanti ed esecutori politici non lasceranno impronte digitali.

LE DOMANDE DI RECESSO
A rivelarlo è Tommaso Villa su La Provincia Quotidiano in edicola oggi.

Lunedì prossimo, 19 dicembre, presso il Polo Logistico del Cosilam di Piedimonte San Germano, si terrà l’assemblea generale dei soci del Consorzio. Ricordiamo che i soci sono 44, dei quali 35 enti pubblici e 9 privati.

Il dato politico è che l’assemblea di lunedì prossimo dovrà pronunciarsi su tre domande di recesso.

Insomma: in tre hanno chiesto di andare via. Sono il Comune di San Donato Valcomino, il Comune di Vallemaio, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato.

Sono tre realtà tutt’altro che estranee a Francesco De Angelis, presidente del Consorzio Industriale di Frosinone.

Il sindaco di San Donato Valcomino è Enrico Pittiglio. Fedelissimo della componente Pd De Angelis. Al punto che venne candidato come presidente della provincia di Frosinone contro il sindaco di Ferentino Antonio Pompeo, pure lui Pd ma area Scalia.

Il sindaco di Vallemaio è Fabio Merucci. Le cronache politiche lo registrano da sempre nell’area Pd dell’attuale presidente Asi.

La Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato? Scrive La Provincia Quotidiano:

Si tratta di una confederazione di artigiani, alla quale non può essere fatta indossare una casacca di partito. Si può dire, senza urtare nessuna suscettibilità, che la Cna non guarda certo a destra. Ma il punto non è questo. Così poniamo solo alcune domande: la Cna esce pure dall’Asi di Frosinone? Se la risposta fosse affermativa, la partita sarebbe chiusa. Se fosse negativa, gli artigiani della Provincia di Frosinone, di tutta la Provincia, anche quelli del Cassinate iscritti alla Cna meritano delle spiegazioni. O no? E intanto: il presidente della Cna di Frosinone, per caso, svolge qualche ruolo istituzionale nel Consorzio industriale Asi di Frosinone, presieduto da Francesco De Angelis?

Le domande sono del tutto retoriche. Le risposte ai quesiti sono evidenti. La Cna non ha chiesto di uscire dall’Asi. Il presidente della Cna Giovanni Proia è l’attuale vice presidente dell’Asi guidata da Francesco De Angelis

 

IL BUSINESS DEI RIFIUTI
Un gioco di potere politico? Con il quale affidare al presidente Francesco De Angelis un regno più grande? Tutt’altro. In caso di fusione Asi si troverebbe a gestire l’intero settore delle aree industriali in provincia. Soprattutto i loro servizi: in particolare il trattamento dei rifiuti speciali. Che al momento Frosinone ha messo nelle mani della A&A srl, società in house al 50% con l’Asi di Rieti, nella quale ha un ruolo chiave in amministrazione lo stesso Francesco De Angelis. (leggi qui il precedente sul ruolo politico ed economico strategico dei Consorzi)

 

LA MANOVRA A TENAGLIA
Perché arrivare alla domanda di recesso? Per comprendere questo passaggio è necessario sapere che il Cosilam è stato istituito in base ad una legge regionale. Voluta da Anna Teresa Formisano, approvata dal governo regionale di Francesco Storace, finanziato da quello di Piero Marrazzo che consentì la realizzazione del polo logistico.

Non può essere soppresso con un semplice tratto di penna. Per eliminare il Cosilam occorre una legge regionale. Ma soprattutto occorre il voto dei soci che compongono il Consorzio. I quali hanno approvato il bilancio ed il piano di risanamento non più tardi di qualche mese fa (leggi qui la seduta di approvazione). Un po’ difficile spiegare che ci abbiano ripensato in meno di tre mesi.

L’uscita di scena di tre soci importanti come San Donato Valcomino (1,14% delle azioni), Vallemaio (0,55%), Cna (2,04%) rischia di aprire un fronte. E’ quello che aveva preventivato il sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro proprio durante l’assemblea di settembre: “Sono socio dei debiti, se non si riesce a pagarli voglio avere ben chiaro il modo in cui affrontare la questione”. Se i soci iniziano ad uscire, il peso della massa debitoria rimane solo sugli altri.

Chiaro che a questo punto si aprirebbe un dibattito. Il tema sarebbe: chi vuole restare, assumendosi il rischio economico per tutti? Anche questa è una domanda retorica.

 

LE MAIL SPARITE
La manovra per la fusione dei servizi tra Asi e Cosilam è stata al centro di un fitto intreccio di mail tra due uffici importanti che hanno sede a Frosinone. Mittente e destinatario si scambiavano pareri. Ad un certo punto, uno dei due interlocutori solleva la questione di opportunità politica: in questo modo – sostiene – sopprimiamo nei fatto il Cosilam, l’elettorato del Cassinate si ribellerebbe e alle prossime elezioni non lo controlleremmo. Le mail sono state cancellate. ma erano state inviate tramite il sistema di posta certificata. Che lascia comunque traccia.

 

IL CONSORZIO SVUOTATO
Ma la progressiva opera di ‘svuotamento’ del Cosilam è già iniziata da tempo. Dei cinque appalti per la realizzazione di strade e illuminazione sulla zona industriale, nessuno è andato al Consorzio Cassinate. Nonostante i lavori si tengano all’interno della sua area. Gli appalti sono andati alla Provincia ed all’Asi di Frosinone. In quanto la prima è proprietaria delle strade ed il secondo è ancora proprietario delle infrastrutture, mai cedute al Cosilam al momento della sua costituzione.

La situazione al momento è: niente appalti e niente assunzioni, perché gli uffici sono già pieni zeppi di personale, al punto che è stato necessario sviluppare un piano di solidarietà con i sindacati al fine di evitare il dimezzamento degli organici.

L’unico business rimasto è quello della gestione integrata dei rifiuti. Sia chiaro per tutti: non è un business illegale. Anzi, va a vantaggio di tutti. Va a vantaggio dell’Asi e della A&A perché più aumentano i volumi e più si spalmano i costi fissi iniziali (per fare un esempio: se lavoro una tonnellata di rifiuti tutti i costi vanno divisi per quella tonnellata, se lavoro mille tonnellate tutti i costi vanno spalmati sulle mille tonnellate). Ma va a vantaggio anche di Cosilam: i bilanci dicono che con questa fusione i suoi costi operativi si abbasserebbero.

IL RUOLO DELLE BANCHE
In tutta questa operazione, il ruolo delle banche sarà decisivo. Sono loro ad avere pompato liquidità nei conti Cosilam fino ad oggi. Garantendosi con gli immobili e gli impianti di depurazione. Questo gli assegna, nei fatti e non per tabulas, un potere d’intervento. Senza il loro consenso, sarà molto difficile portare a termine qualsiasi operazione. A meno che non convenga anche a loro. ma li, a stabilirlo, non sarà una manovra politica. saranno i rigidi parametri che regolano le grandi operazioni bancarie.

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