E Simone Costanzo inciampa sul complotto

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

«La teoria del complotto è completamente priva di qualsiasi fondamento, frutto di alchimie politiche», che devono essere distanti anche «da un certo tipo di giornalismo». Così parlò Simone Costanzo, segretario provinciale del Partito Democratico. Il “certo tipo di giornalismo” è quello di Alessioporcu.it, mentre la dichiarazione è stata rilasciata all’autorevole quotidiano locale Ciociaria Oggi. Noi, al contrario di altri, siamo abituati a fare i nomi. Per rispetto dei lettori.

Veniamo però ai fatti. Sabato scorso a Frosinone arriva il segretario regionale del Partito Democratico Fabio Melilli, il quale rilascia un’intervista a Ciociaria Oggi nella sede del quotidiano. Con lui ci sono il segretario provinciale Simone Costanzo, il presidente del Consorzio Asi Francesco De Angelis, la coordinatrice provinciale dell’area Dem (la stessa di Costanzo) Antonella Di Pucchio e Michele Marini, ex sindaco di Frosinone e capogruppo del Pd nel consiglio comunale del capoluogo.

Non c’è il candidato sindaco Fabrizio Cristofari, che, letta la notizia sul Blog di Alessio Porcu va su tutte le furie: Compone il numero di cellulare di Simone Costanzo e fa una telefonata burrascosa. Al termine della quale dice chiaramente che a questo punto dovrà valutare bene di chi potrà fidarsi e di chi no. Alessioporcu.it fa come sempre: pubblica. Non nasconde. Non edulcora. Non si limita al “copia e incolla”. E se ancora una volta darà fastidio a qualcuno, poco male. Il giornalismo funziona così. (leggi qui la notizia del mancato invito a Fabrizio Cristofari)

Simone Costanzo dà la sua versione dei fatti, incentrata sul fatto che Melilli era nel capoluogo per l’intervista a Ciociaria Oggi. Sicuramente è così. Ma altrettanto sicuramente (a meno di non credere che in cielo, prima curva a sinistra, ci sia l’Isola che non c’è di Peter Pan) hannoparlato di politica. Di referendum, ma pure di elezioni comunali di Frosinone. Ne hanno parlato Fabio Melilli, Simone Costanzo, Francesco De Angelis, Michele Marini e Antonella Di Pucchio.

Non è soltanto Fabrizio Cristofari a non essere stato invitato. Nemmeno Sara Battisti, vicesegretario provinciale del Partito. Non risulta fossero stati informati nemmeno i senatori Francesco Scalia e Maria Spilabotte. Nemmeno il deputato Nazzareno Pilozzi, il presidente della Provincia Antonio Pompeo, il presidente del Partito Domenico Alfieri.

Comunque è l’assenza di Fabrizio Cristofari a fare rumore. Il candidato sindaco non c’è, l’ex sindaco e suo acerrimo avversario (Michele Marini) sì. Se anche Melilli fosse venuto per convincere Marini a convergere su Cristofari, il presidente dei medici ha il diritto politico di sapere o no quali sono i termini della trattativa e della possibile intesa politica?

Le evidenze sono chiare. 1) La gestione politica del Partito non è condivisa con tutte le sue componenti ma la linea viene scelta solo da una parte ed il Partito è nelle mani solo di una parte. 2) Fabrizio Cristofari viene escluso dalla scelta di dinamiche strategiche che potrebbero impegnare le sue liste, il suo programma, le candidature a suo sostegno. 3) Il segretario regionale non si muove fino a Frosinone solo per un’intervista, hanno inventato i telefoni: c’erano cose da dirsi di persona, che solo alcune parti del Pd potevano sentire e altre no.

Simone Costanzo si stupisce che Alessioporcu.it abbia riferito questa situazione (leggi qui). O finge stupore o spera che gli iscritti al Pd abbiano dimenticato la recente storia politica del Partito in questa provincia. Fatta di tradimenti, accoltellamenti alla schiena, doppi gioghi. Tutti rimasti impuniti

Qualche esempio?
1)Quattro anni fa a Frosinone mezzo Pd abbandona l’allora sindaco in carica Michele Marini per andare a sostenere Domenico Marzi. Tra questi c’è Fabrizio Cristofari, in quel momento segretario cittadino del Partito Democratico. Se oggi Marini fa quello che vuole è perché nel 2012 nessun provvedimento è stato assunto nei confronti di chi ha lasciato il Pd. Anzi, Cristofari è candidato sindaco del Partito Democratico.

2) A Cassino Simone Costanzo, segretario provinciale del Pd, non risolve la spaccatura interna e lascia che si arrivi a due candidature a sindaco di marca Pd: Giuseppe Golini Petrarcone, e Francesco Mosillo. La verità è che il Segretario non ha (e nessuno al posto suo le avrebbe avute, va riconosciuto) le spalle così larghe da poter imporre uno stop alla nuova conta tra Francesco Scalia (Petrarcone) e Francesco De Angelis Buschini (Mosillo). Il risultato? La sconfitta del Pd. Dopo il voto emerge che, al ballottaggio, aree del Pd non hanno votato il candidato Pd. Punizioni per qualcuno? Nemmeno a parlarne.

3) A Ceccano, dopo le primarie, ognuno ha fatto come ha voluto. Nel silenzio della segreteria provinciale del Pd.

4) A Veroli, Isola del Liri, Ferentino e Anagni il Partito Democratico si è sistematicamente spaccato e nulla è successo. Enzo Quadrini è entrato e uscito con una tale disinvoltura da lasciar pensare che la sua candidatura contro il Pd fosse ‘benedetta’ da una autorevole parte del Pd stesso.

Nessuna iniziativa della segreteria provinciale. Non soltanto quando a guidarla era Costanzo, che però di quel gruppo dirigente fa parte da decenni. Prima aveva un’intesa con Scalia, poi con De Angelis.

Sempre per ricordare: nell’agosto 2014, in contemporanea all’intesa tra Francesco Scalia e Alfredo Pallone a sostegno della candidatura alla presidenza della Provincia Antonio Pompeo, a Gaeta Simone Costanzo incontra Mario Abbruzzese (imperatore di Forza Italia sul territorio) per un accordo su Gianfranco Schietroma (Psi) presidente. L’intesa fallisce e poi anche Abbruzzese appoggerà Pompeo.

Il resto è storia di oggi: Simone Costanzo scaglia tuoni e fulmini contro l’alleanza tra Pd e Forza Italia alla Provincia, ma nulla dice su analogo accordo al Consorzio Asi, dove Nicola Ottaviani (FI) è stato decisivo per l’elezione di Francesco De Angelis (Pd).

A Frosinone cosa altro deve succedere per poter, giornalisticamente, paventare ipotesi di complotto politico nei confronti della candidatura di Cristofari?

Poche ore dopo la sua formale e sostanziale investitura da parte del circolo cittadino, Michele Marini, Norberto Venturi (segretario cittadino), Antonello Galassi e Gino Arduini (consiglieri comunali) al Bagatto parlavano di come rimettere in discussione la candidatura di Cristofari. Nell’ambito di una “terza via” che poteva portare anche ad un accordo con Nicola Ottaviani, i cui emissari hanno contatti quotidiani con l’area di Marini.

L’ipotesi che circola da mesi, nonostante le smentite dovute dei diretti interessati, è che alla fine possa essere proposto il nome di Francesco De Angelis (presente all’incontro con Melilli) per riunificare il partito alle elezioni. Oppure che possa essere ancora Michele Marini il candidato sindaco.

Fabrizio Cristofari, che tanti mesi fa in un’intervista a Ciociaria Oggi diede la sua disponibilità a partecipare a primarie aperte del centrosinistra, non si è scoraggiato. Ha fatto finta di non capire. Ha anticipato il Pd con una conferenza stampa nella quale ha annunciato la sua candidatura alle primarie, ha raccolto le firme e ora si trova ai blocchi di partenza. Non si ritirerà. Il Pd lo ha investito ufficialmente, seguendo le procedure previste dallo statuto. Ci saranno altri candidati a sindaco che avranno l’obiettivo di far perdere il presidente dei medici. Che però lo sa e si sta attrezzando in un altro modo.

Simone Costanzo all’incontro con Melilli ha invitato i rappresentanti della sua componente (Marini, Di Pucchio) e il capo dell’area maggioritaria (De Angelis), grazie all’appoggio della quale fa il segretario da anni.

Non è una situazione molto diversa da quella descritta da Scalia meno di un anno fa, quando il senatore criticava la gestione politica di Simone Costanzo proprio perché non rappresentativa dell’intero partito.

Alessioporcu.it. molto modestamente, continuerà a pubblicare, raccontare e analizzare. Se a qualcuno non fa piacere, poco male. Significa che abbiamo fatto bene il nostro lavoro.

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