D’Alessandro: «Raio, non l’aspettavamo», «Non devo annunciarmi». Petrarcone: «Dimissioni»

[dfads params=’groups=105&limit=1&orderby=random&return_javascript=1′]

 

L’avvocato Giuseppe Golini Petrarcone ha chiesto le dimissioni del sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro in quanto «inadeguato a svolgere il ruolo. Ha vinto le elezioni assicurando di avere una strategia con cui impedire il passaggio degli acquedotti cittadini ad Acea: questa mattina i fatti hanno dimostrato che si trattava di bugie al pari delle tante menzogne dette in questi giorni e puntualmente smentite dai fatti. Stiamo conquistando il triste primato del sindaco più smentito dai fatti in così poco tempo».

Gli impianti idrici di Cassino da questa mattina sono passati ad Acea in base alla sentenza del Consiglio di Stato (leggi qui il precedente), della cui esecuzione era stato incaricato il vice prefetto Ernesto Raio.

Il sindaco tenta di negare l’evidenza ed in una nota dice che «non c’erano avvocati del Comune alla stesura del verbale, tantomeno il sottoscritto era presente (…) l’efficacia del verbale redatto dal Commissario Raio è differita al 5 settembre 2016»

Sia Acea che la prefettura confermano invece che la sentenza del Consiglio di Stato è stata eseguita a tutti gli effetti.

Poiché il Comune non ha fornito gli elenchi con i nomi delle 13074 persone allacciate fino ad oggi a quello che era l’acquedotto cittadino, il Commissario ha ordinato di renderlo disponibile entro 30 giorni al fine di evitare d’incorrere nel reato di ‘omissione in atti d’ufficio’. Acea ha avviato l’iter per le autorizzazioni amministrative e per l’assunzione del personale, garantendo una corsia per i dipendenti comunali addetti all’impianto che vorranno transitare nella multinazionale romana. Per questo è stato concordato di effettuare la materiale consegna delle chiavi e l’avvio dell’operatività al 5 settembre.

Subito dopo le operazioni di consegna, effettuate dal dottor Raio con il dirigente del servizio, c’è stato uno scambio di battute tra il funzionario dello Stato incaricato di eseguire la sentenza e l’avvocato Massimo Di Sotto del Comune di Cassino, arrivato appena ultimata la letture del verbale. Il legale ha fatto presenti le osservazioni del Comune ed il ricorso che – a detta del sindaco – doveva ‘paralizzare’ il dottor Raio. La risposta è stata «Avvocato, la capisco ma questo non è né il momento né il luogo: devo eseguire una sentenza».

A quel punto è arrivato il sindaco D’Alessandro, reduce da una trasmissione radiofonica su Radio Cassino Stereo: al quanto contrariato ha detto «Commissario, non sapevamo niente del suo arrivo». Per nulla paralitico, il dottor Raio ha risposto «Veramente non sono tenuto a dovermi annunciare». D’Alessandro volta le spalle ed esce. C’è chi giura di averlo sentito borbottare «Buona creanze vorrebbe che ci si annunciasse quando si va in casa d’altri». Il vice prefetto deve averlo sentito, perché a quel punto ha domandato all’avvocato Di Sotto «La prego, forse le mie memorie in materia di Diritto sono un po’ opacizzate a causa degli anni trascorsi ma il Comune è ancora la casa di tutti o è diventata proprietà di qualcuno?»

Ci si rivede il 5 settembre. per la consegna delle chiavi e degli elenchi.