Di Stefano non si ricandida, Salera prova a mangiarsi la Provincia a cena

La norma non consente al Presidente uscente della Provincia un secondo mandato. Il sindaco di Cassino si vede a cena con Quadrini e prende le misure. Il braccio di ferro per la vice presidenza. la telefonata a Ruspandini per boicottare Pittiglio e lanciare Cardinali. Sempre più facile a Cassino: il Terzo Polo gli agevola il campo

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

I protagonisti confermano la cena, non il menù politico. Negano che si sia parlato delle prossime elezioni Provinciali. Ma c’è chi è pronto a giurare il contrario e che sia stato proprio quello l’argomento principale della cena che l’altra settimana ha visto intorno allo stesso tavolo il recordman delle preferenze in Provincia di Frosinone Gianluca Quadrini ed il sindaco di Cassino Enzo Salera.

Niente ristoranti, per evitare occhi e soprattutto orecchie indiscrete. L’incontro è stato ospitato in un’abitazione messa a disposizione da un comune amico del sindaco e dell’ex presidente d’Aula provinciale. Oltre a loro ed al padrone di casa c’erano altri due commensali.

Il sogno segreto di Enzo

Enzo Salera (Foto © Stefano Strani)

I diretti interessati assicurano che s’è parlato di tutt’altro. Ma un passaggio viene dato per certo: Enzo Salera ha messo nel conto la possibilità di candidarsi a presidente della Provincia nel 2027. Cioè quando scadrà il mandato di Luca Di Stefano ed il presidente uscente non potrà ricandidarsi. Non glielo permette l’attuale normativa. Impone ai sindaci che vogliono fare il Presidente della Provincia di avere davanti a loro almeno 18 mesi di mandato nel proprio Comune. E Luca Di Stefano non li ha.

Il suo mandato da Presidente scade a dicembre 2026, il mandato da sindaco scade nel 2027 e cioè dopo meno di 18 mesi. Non ci sono all’orizzonte cambiamenti alla norma. Per questo Enzo Salera sta già cominciando le grandi manovre per puntare al palazzo di Piazza Gramsci.

Assume allora un significato diverso il braccio di ferro innescato da alcune settimane con l’altra ala del Partito Democratico, cioè quella che fa riferimento al Presidente Pd del Lazio Francesco De Angelis. Sulla base dei risultati ottenuti alle Provinciali dello scorso dicembre, al Partito spetta la vice presidenza: Enzo Salera la reclama per l’ultimo degli eletti Dem e cioè il suo Gino Ranaldi. Perché?

Il sabotaggio

Enrico Pittiglio

La versione ufficiale è ‘per riconoscere il peso di Cassino‘. Un pretesto. Perché il peso di Cassino nella Storia Contemporanea non è cambiato in queste settimane e nel precedente mandato questa esigenza non era stata posta. Il peso politico non è tale da rivendicare quel ruolo dal momento che i più votati sono stati ben altri Consiglieri Provinciali e non quello eletto da Cassino. E allora?

Gino Ranaldi serve per preparare la strada all’elezione di Enzo Salera a Presidente della Provincia. Ma dopo gli innumerevoli tentativi di mediazione, giovedì sera il Gruppo Pd si è riunito nella sede della Federazione per prendere atto che non c’erano margini per una posizione condivisa. Quindi? La questione si mette ai voti. E l’area di Salera non li ha: esprime Gino Ranaldi e la consigliera Antonella Di Pucchio che è espressione dell’ex presidente Antonio Pompeo. Non si sono presentati. Dall’altra parte c’erano Alessandro Mosticone di Sora, il sindaco Enrico Pittiglio di San Donato Val di Comino, Luigi Vittori storico ex vicesindaco di Ferentino. Decidono e votano: Vicepresidente Pittiglio, Capogruppo Mosticone, delega alla Viabilità per Vittori.

Ma è a questo punto che parte la telefonata di Enzo Salera. Al deputato Massimo Ruspandini di Fratelli d’Italia, presidente provinciale del Partito di Giorgia Meloni. Gli propone un accordo: eleggere in Aula come vicepresidente Alessandro Cardinali di Fratelli d’Italia facendo saltare il posto al Pd.

Come per la cena, i protagonisti negano. ma c’è chi è disposto a confermare che sia così.

Prima la rielezione

Giuseppe Sebastianelli e Giorgio Di Folco

Prima di dare il via alla sua scalata alla Provincia, se è davvero questa la sua intenzione, Enzo Salera dovrà centrare il bis in Comune. L’appuntamento è a giugno e tra le sue file considerano la cosa una semplice formalità. Un dato è incontrovertibile: quella di Enzo Salera è stata l’amministrazione più granitica dai tempi dell’elezione diretta del sindaco. E questo nonostante i momenti di tensione interna: ad esempio, la presidente d’Aula Barbara Di Rollo mai ha fatto mancare il suo voto, nonostante il gelo personale con il sindaco.

Il centrodestra non andrà compatto. Anzi. “Con Salera? Forse. Ma con Buongiovanni certamente no“: guardano già lontano i ‘primaristiGiuseppe Sebastianelli e Giorgio Di Folco cioè i due superstiti del gruppo che doveva dare corpo alle Primarie di centrodestra e che poi s’è assottigliato per aggregarsi intorno alla candidatura quasi unitaria dell’avvocato Arturo Buongiovanni. Sebastianelli e Di Folco invece la conta hanno voluto farla e daranno vita ad un Terzo Polo. Che inevitabilmente farà il gioco di Enzo Salera e del suo centrosinistra, drenando forze al centrodestra.

Al candidato sindaco di centrodestra Arturo Buongiovanni jr mandano a dire: “Il sindaco uscente è il nostro avversario, l’altro schieramento è il nostro nemico“. Seppur con accenti e sfumature diverse, l’ex consigliere comunale e il videomaker giunto alla sua prima esperienza in politica, chiudono ad ogni ipotesi di accordo, anche in caso di ballottaggio. Anzitutto perché si definiscono il ‘secondo polo’ e sono convinti di andare loro al ballottaggio con Enzo Salera. E se così non dovesse essere, non escludono con certezza un ‘aiuto’ al sindaco uscente al secondo turno. La chiusura è invece totale, netta, a tratti sembra già irreparabile, con la coalizione di centrodestra.

Il fossato profondo

Giuseppe Sebastianelli e Giorgio Di Folco

Nella conferenza stampa di ieri mattina i due ‘primaristi‘ hanno scavato altri fossati con i ‘cugini’ del centrodestra. In platea, tra gli altri, sedevano Silvestro Petrarcone e Franco Evangelista di Fratelli d’Italia: il primo puntava ad essere candidato sindaco da FdI, il secondo è Consigliere uscente. C’era poi l’ex sindaco Tullio Di Zazzo, l’esponente di destra Pino Canessa, l’ex grillino Giuseppe Martini. Non è escluso che possano far parte del progetto di quello che per Sebastianelli è il ‘secondo polo’. Il vincitore delle primarie è netto: “Me lo chiederete fino al 9 giugno, io vi risponderò sempre che Sebastianelli non farà mai accordi con Buongiovanni, stiamo lavorando alle nostre liste“.

Tattica, strategia, o rottura insanabile. Le parole di certo non aiutano. A stretto giro, infatti, il candidato di centrodestra Arturo Buongiovanni spiega: “Spero anche alcuni termini rientrino, non si può parlare di nemici“. La conferenza stampa di presentazione del progetto civico capeggiato da Giuseppe Sebastianelli, candidato a sindaco, è stata organizzata per ringraziare gli oltre 1200 cittadini che domenica 18 febbraio hanno partecipato alle primarie.

Noi – spiegano Sebastianelli e Di Folco – intendiamo portare avanti un progetto di rilancio mettendo al centro solo ed esclusivamente i cittadini. Per questo abbiamo attivato un numero WhatsApp sul quale i cittadini di Cassino potranno segnalare disagi e lanciare proposte. Perché noi non intendiamo proporre il solito programma elettorale confezionato secondo convenienza: il nostro programma verrà stilato con il contributo dei residenti di ogni singolo quartiere, frazione o contrada di Cassino“.

Il peso degli ex sindaci

L’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro mentre vota alle Primarie

Anche Carlo Maria D’Alessandro potrebbe far parte del progetto? “Speriamo, le porte per lui sono aperte” spiega Sebastianelli. L’ex sindaco dal canto suo fa sapere di non essere però interessato al progetto. Raggiunto telefonicamente spiega: “In questo momento sono in macchina con mia moglie e l’unica lista che ho in mano è quella della spesa“. La battuta, a dir la verità, era già stata utilizzata da Luca Fardelli: anche l’ex del Pd ancora fatica a sciogliere le riserve. Ma sembrerebbe che l’approdo nella squadra di Enzo Salera sia ormai cosa fatta.

Intanto, a tener banco, è ancora la proposta fatta dal candidato sindaco Arturo Buongiovanni sulla possibilità di spostare le scuole in centro. Ad ammonire il giovane avvocato è stato il suo padre politico, ovvero l’ex sindaco Tullio Di Zazzo che nel 1997 ospitava Arturo Buongiovanni nelle sue liste. Il maestro bacchetta l’allievo e dice: “Ben ricordo che sei stato candidato nel 1997 nelle liste di Forza Italia ma appunto per questo mi viene da rammentarti che avevamo in programma la realizzazione del teatro e abbiamo fatto il Manzoni, avevamo in programma la realizzazione del museo ed abbiamo fatto l’Historiale, avevamo in programma il recupero dell’Area Archeologica e abbiamo completato gli espropri e bonificata l’area, avevamo in programma l’estensione della rete del gas e abbiamo portato il gas nelle periferie… aspettiamo la tua prossima proposta… e mi auguro che non sia quella di portare Montecassino al centro della città“.