Due anime per un Pd solo ed ora Save Sardaro vuole rifondarlo

Lo storico esponente già Pci-Pds-Ds non le manda a dire e scrive ai vertici Dem. Per denunciare una crisi che ha portato alla sconfitta d'urna nelle recenti elezioni Comunali

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Sono sempre più lontane le due anime da tempo presenti nel Pd di Anagni. Una spaccatura iniziata in prossimità delle elezioni comunali che hanno poi segnato il trionfo di Daniele Natalia e del suo centrodestra. Un trionfo, oggettivamente, reso più semplice anche alle posizioni piuttosto ondivaghe del Partito Democratico cittadino. Partito passato in poche settimane dalla possibile alleanza con SiAmo Anagni dell’ex vicepresidente della Provincia Alessandro Cardinali  al legame con LiberAnagni e la sinistra di Luca Santovincenzo. Il tutto dopo scissioni, polemiche, direttivi al calor bianco, espulsioni annunciate o minacciate. (Leggi qui: Il Pd mette fuori dal Partito chi va con Cardinali).

Di qui la necessità di fare chiarezza, per evitare che le cose diventino, nel Partito e  non solo, ancora più complicate. A chiederlo è stato poche ore fa Vittorio Save Sardaro. Con una lettera ufficiale inviata al presidente provinciale del Pd Stefania Martini, al Segretario Luca Fantini, al presidente del circolo anagnino Maurizio Bondatti ed al suo segretario Egidio Proietti.

Save Sardaro è una delle figure storiche del Partito in città, da quando si chiamava ancora Pci – Pds – Ds (e gli anziani della sinistra anagnina dicono che già da allora Vittorio litigava con il compianto ex sindaco Bruno Cicconi).

La sconfitta d’urna e l’assemblea necessaria

Comunque sia, nella sua lettera ufficiale, Vittorio ha chiesto ai dirigenti “la convocazione di un’assemblea organizzativa del circolo Pd di Anagni. Per esaminare le “questioni urgenti che il Partito dovrà affrontare nei prossimi mesi, considerando quanto è avvenuto in questi ultimi tempi”. A partire dalla “netta sconfitta amministrativa” subita in città.  (Leggi qui: Anatomia di un successo: perché Natalia ha vinto).

Vittorio è partito dal quadro complessivo, con il plauso per l’arrivo della Schlein alla Segreteria nazionale. Per dedicarsi però subito dopo all’analisi locale. Un’analisi che, per Save Sardaro, è un pianto amaro. E’ necessario infatti “rivedere tutto l’assetto organizzativo, dal momento che per anni non si è convocato nessun Direttivo. E che nessuna iniziativa è stata messa in atto, se non arrivare con l’acqua alla gola per le amministrative”.

Insomma, “di fatto il Partito e il suo direttivo non hanno funzionato. La situazione richiede una nuova formazione organizzativa visto l’immobilismo e i risultati negativi”.

“Fuori da ogni considerazione politica”

E visto che al momento “il Partito Democratico è fuori da qualsiasi discussione e considerazione politica. Di qui la necessità di un direttivo “nel pieno delle sue funzioni”. Chiamato “a rilanciare il Partito e avanzare proposte e iniziative per costruire un percorso comune di tutto il Partito. Rivolto ai problemi veri dei cittadini e per una rinascita sociale ed economica del nostro territorio e della stessa Anagni. Che possa “svolgere un intenso lavoro di forte opposizione alla destra che governa la Città e allo stesso tempo rivolto agli interessi dei cittadini”.

Il Segretario cittadino Pd Egidio Proietti

Un direttivo che non sembra proprio essere quello attuale. Che invece “è venuto meno alla sua funzione e ha difficoltà a svolgere  la sua attività. E’ necessario perciò “un gruppo dirigente all’altezza dei problemi. Gruppo motivato e capace di definire tempi e modalità del lavoro politico che non possiamo rinviare ed ha bisogno della partecipazione di tutti. A partire da “una intensa ed organizzata campagna di tesseramento sull’intero territorio cittadino”.

Insomma, per Save Sardaro ci vuole una vera e propria rifondazione del Partito. Che, nelle sue figure istituzionali, ha almeno per ora, deciso di non replicare direttamente.

In serata è prevista una riunione dei fedelissimi del Segretario per stabilire il da farsi. Il timore è che la soluzione definitiva dello scisma in atto ( se c’è) sia ancora molto lontana.