La Vespa di Elena Colafrancesco (di F. Dumano)

Foto: Copyright Archivio Piero Albery

I ricordi in bianco e nero di Fausta Dumano. La Vespa che negli anni Settanta era il simbolo della libertà e della voglia di evadere. la paura di non superare la salita di isola del Liri in due sul sellino. Il tempo in cui tutto correva insieme ai sogni...

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Correvano gli Anni 70 e noi correvamo con loro sulla mitica Vespa… Chi di noi non è salita sulla Vespa di Elena Colanfrancesco? (Nella foto c’è anche Donatella Loyola)

Arrivata nel mondo italiano alla vigilia del referendum monarchia – repubblica del 1946, nei miei ricordi in bianco e nero è legata agli anni 70. Un simbolo di cui arrivava l’eco della Dolce Vita, le Vacanze Romane… Ci sentivamo Andrey Hepburn e Gregory Peck, ma anche Virna Lisi, Marcello Mastroianni, Belmondo… Ricordi in bianco e nero: crescendo quella vespa è stata anche un simbolo legato a Nanni Moretti con tutte le sue elucubrazioni.

La vespa di Elena faceva un rumore proprio da Vespa. Ogni volta ci chiedevamo nella risalita da Isola del Liri «Ma ci reggerà?»

Di certo non avevamo scoperto il casco, quello era associato alle moto di grande cilindrata.

La Vespa nel nostro immaginario collettivo era il nostro stile di vita, fatto di libertà e di ribellione legato a due ruote. Una libertà che ti faceva scoprire orizzonti più limitati, non potevamo certo andare lontano con quella Vespa,ma ci faceva evadere dai confini del nostro quotidiano. Ci sentivamo sempre un po’ strette nel paese eppure, ricordi in bianco e nero, Arpino regalava un’aria più libera. Ma a noi sembrava sempre stretta e ariosa come una camera a gas.

Ricordo di aver letto uno scritto di una ragazza che viveva a Settefrati, su un giornaletto femminista di quelli ciclostilati in proprio, una descrizione da Cristo non si è proprio fermato a Settefrati, eppure in quegli anni sembrava che ogni luogo ci stesse stretto e allora come quel manifesto pubblicitario ”Chi Vespa mangia le mele, Chi non Vespa no…

Quella Vespa era il nostro veicolo degli orizzonti che dovevamo allargare, ci sentivamo moderne, ci sentivamo ”avanti”. E quella Vespa era anche il nostro vestire, mai farsi trovare impreparate con una gonna.

Ricordi in bianco e nero… il mondo a due ruote continua ad affascinarmi, è un girare il mondo senza lo schermo della televisione, che invece ti circonda in auto. Sono caduta dalla moto, mi sono rialzata, ho percorso strade mozzafiato, porto il casco…. Ma il fascino di quella Vespa, resta nei ricordi del cuore. È la Vespa di eravamo giovani e anche felici, ma non lo sapevamo.

Accanto alla Vespa di Elena in quegli anni correva anche un motorino, un Ciao di Marco Schirinzi… Correva, perché noi correvamo anche con l’età, baravamo all’anagrafe… Correva tutto e noi correvamo con i nostri sogni, con le nostre speranze di cambiare quello che oggi vorremmo ritrovare.

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