Durigon, chiamatelo il “facilitatore”. Del Capitano

Nel momento in cui Matteo Salvini “esibisce” la totale sintonia con Mario Draghi, il sottosegretario al Mef trova una sintesi tra lo sblocco dei licenziamenti e la protezione sociale dei lavoratori.

Quando il gioco si fa impegnativo e la partita diventa decisiva, nella Lega entra in campo Claudio Durigon. Lo chiamano il “facilitatore”. Del Capitano naturalmente. In questo particolare momento politico Matteo Salvini sta agendo in questo modo:

  1. piena sintonia, perfino esibita, con il premier Mario Draghi, con l’obiettivo di dimostrare che come forza di governo la Lega è più attendibile del Partito Democratico di Enrico Letta;
  2. offensiva moderata per una federazione con Forza Italia, ben sapendo che difficilmente si farà, ma con la consapevolezza che comunque vada il Carroccio darà una ulteriore sensazione forte di svolta centrista per deputati e senatori che volessero aderire;
  3. guerra di nervi con Giorgia Meloni, che sta provando il sorpasso a destra.
    C’è però il Paese reale al quale parlare. E nel Paese reale mai come in questo momento esiste il tema economico da mettere in primo piano.

I punti di Durigon

In una intervista a La Repubblica Claudio Durigon (sottosegretario al Mef) ha messo in fila alcuni punti: sì allo sblocco dei licenziamenti dal primo luglio in tutti i settori che possono ripartire e riorganizzarsi. Ma da parte della Lega, ha assicurato Durigon, c’è anche l’apertura verso una protezione ulteriore dei posti di lavoro nei comparti particolarmente provati dalla crisi, a cominciare dal tessile.

Ha detto Durigon: “Credo che la nostra posizione non abbia potuto creare alcun tipo di difficoltà. Io credo che sia doveroso difendere tutti i lavoratori, ma bisogna anche difendere le imprese se vogliamo che l’economia e il lavoro ripartano davvero. E quindi, oggettivamente se facciamo una norma specifica per i settori in crisi forte, come diceva Giancarlo Giorgetti e come diceva una settimana fa Salvini noi, analizzando i dati, crediamo che si possa gestire questa partita in maniera diversa rispetto a una proroga totale del blocco, e che lo sblocco in alcuni settori possa già avvenire per permettere alle aziende di riorganizzarsi e di assumere”.

Quali sono i settori che richiedono maggiore protezione? Ha affermato Claudio Durigon: “Se guardiamo alla cassa integrazione ordinaria, che scade a giugno, ci sono circa 140.000 lavoratori della moda e del tessile tra i 480.000 totali. Questo è un settore che, dati i numeri della Cig andrebbe protetto, sul resto abbiamo cifre che ci permettono di reggere. Sblocchiamo i licenziamenti, e facciamo una norma specifica per i settori in crisi forte, con quote di Cig del 30, del 40% . Tolti i lavoratori del tessile e poche altre categorie, io non credo che lo sblocco avrà un impatto così drammatico. Non è che se si toglie il divieto tutti licenzieranno”.

Di lotta e di governo

Matteo Salvini Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica

E’ lui la voce della Lega nel campo economico. Lui che ha una solida competenza sindacale, ma che sul piano politico conta non poco considerando che è anche coordinatore regionale del Carroccio nel Lazio.

Lo schema di Matteo Salvini è chiaro. E’ una Lega di governo, ma anche di lotta. Per non lasciare troppo scoperto il fronte dell’alta movimentista e sovranista. E ci sono dei settori da rassicurare.

E in quel momento in campo entra Claudio Durigon.