Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. La caduta di stile dell'ambasciatore russo a Roma. Che vorrebbe farci passare per ingrati. Mentre...
Fa parte della nostra educazione: quando si fa del bene deve essere compiuto con discrezione, senza pretendere nulla in cambio. Perché il bene si fa gratis se è davvero genuino: fai del bene e scordalo fai del male e ricordalo.
Non si danno 10 o 50 o 100 euro al prete per poi andare ogni giorno a ricordarglielo. Non si regala un maglione, un cappotto, un pantalone a chi non può vestirsi per poi fare apprezzamenti quando li indossa. Non si fa una busta di spesa a chi non può mangiare per poi domandargli ogni giorno se si è saziato. Perché quello non è fare del bene, non è voler aiutare.
Diciamola tutta: questo è invece voler comprare la gratitudine, voler far sentire in soggezione chi ha ricevuto. E per la nostra cultura è una delle cose più riprovevoli che si possano compiere. Una cafonata come poche altre. Il metro di tanta pochezza.
A questa categoria da oggi possiamo ascrivere il gesto compiuto due anni fa dalla Russia quando disse di volerci aiutare con i suoi medici e le sue attrezzature mentre venivamo accerchiati dalla prima ondata di Covid in Europa.
Se avessimo avuto ancora qualche dubbio lo ha tolto oggi l’ambasciatore russo a Roma. Ha detto: “Abbiamo teso una mano all’Italia, morderla non vi fa onore”.
No eccellenza, in questa storia stiamo prendendo le parti del più debole, non del più forte, dell’aggredito e non dell’aggressore prepotente, ci rimetteremo con il gas, con la benzina, con i prezzi, forse andrà ancora peggio.
Ma noi abbiamo una cosa che si chiama dignità. Ed e quella che fa fare il bene senza secondi fini.