Il mattone di Federlazio è sempre più in crisi

In cinque anni sono sparite 69mila imprese edili. Emerge dai dati dell''Osservatorio sullo stato di salute dell'edilizia nel Lazio. Lo ha illustrato oggi Federlazio

Il settore edilizio è ancora in forte difficoltà In Italia, tra il 2012 e il 2017, le imprese attive si sono ridotte di 69mila unità (-8,5%) e i posti di lavoro persi sono stati circa 284mila. Nello stesso periodo, nel Lazio la situazione di crisi si evidenzia attraverso la chiusura di 1.145 imprese (-1,6%) e di 34mila occupati in meno.

Lo dicono i dati divulgati oggi nella sede della Federlazio all’Eur durante la presentazione del II rapporto relativo all’Osservatorio sullo stato di salute dell’edilizia nel Lazio. Si tratta di dati che si riferiscono al consuntivo 2017 con previsioni per il 2018. Ad illustrarli è stato il direttore generale di Federlazio Luciano Mocci con il presidente della sezione Edilizia Alessandro Sbordoni. All’incontro ha partecipato l’assessore all’Urbanistica e Infrastrutture di Roma Capitale Luca Montuori.

 

L’edilizia, nonostante la crisi di questi ultimi anni, con le sue 72mila imprese e oltre 126mila addetti, costituisce il 15% dell’universo imprenditoriale. Assicura il 5% dell’occupazione totale nella regione.

A livello di ‘peso‘, le imprese edili in Italia pesano oggi il 14% tra i vari comparti economici (16% nel Lazio). La percentuale di occupati dell’Edilizia rappresenta invece solo il 6% in Italia rispetto a tutti gli altri settori (5% nel Lazio).

In controtendenza, invece, il comparto delle compravendite. Nel 2017 in Italia sono state oltre 542mila contro le 440 mila del 2012. Stesso discorso per il Lazio con 56mila vendite immobiliari contro le 48mila del 2012.

 

L’indagine svolta da Federlazio intervistando direttamente imprenditori del settore edile, ha riguardato varie tematiche. Ha chiesto un parere sulla situazione attuale del mercato e occupazione; sull’andamento dell’attività per segmenti di mercato. Si è concentrata sui fattori che incidono sul mercato; ha chiesto informazioni sul ricorso al credito. Ha valutato le prospettive per il 2018.

Nel 2017 il saldo delle valutazioni sull’andamento dell’attività aziendale evidenzia un indice negativo di 19,5 punti. È un dato che conferma lo stato di difficoltà del settore. Il saldo è il risultato della differenza aritmetica tra il 22% delle aziende che hanno registrato un qualche sviluppo del proprio business e dal 41,5% che, invece, ha visto ancora una volta arretrare i livelli di attività aziendale.

Un dato negativo. Ma che va meglio rispetto al -30 registrato lo scorso anno nella precedente indagine.

Anche i livelli occupazionali, secondo gli imprenditori, nonostante un valore ancora negativo, mostrano un certo miglioramento. Si è passati da un -28% del 2016 ad un -8% nel 2017.

Il grafico sugli andamenti dei singoli segmenti di mercato ha evidenziato che il settore maggiormente in difficoltà è quello della nuova edilizia privata. Presenta un saldo del -34,3%, segue l’edilizia ricettivo/alberghiera (-29,2%) e gli interventi di recupero urbano (-27,6%).

Secondo il rapporto tra i fattori che incidono negativamente sull’andamento del business aziendale, al primo posto (voto da 1 a 5) gli imprenditori indicano “l’aumento dei vincoli burocratici” (3,94), il “rallentamento e le complicazioni nelle procedure di aggiudicazione dei bandi pubblici” (3,43), seguito da “incertezza delle politiche urbanistiche” (3,19) e “riduzione dei bandi di gara pubblici” (3,17).

Dalle risposte ai questionari, inoltre, è emerso che i giudizi maggiormente negativi degli imprenditori edili riguardano anche quest’anno il rapporto con la Pubblica Amministrazione locale. Il 19,4% dichiara una situazione “molto negativa” riguardo alla capacità della Pa di rispondere alle loro esigenze, stessa percentuale per chi giudica molto negativo il rapporto con la burocrazia delle Amministrazioni locali.

Sul fronte del Credito, il 56% dichiara di aver richiesto una qualche forma di credito bancario nel 2017, in aumento rispetto al 46% dell’anno precedente. Il 64% degli intervistati è riuscito ad ottenere completamente quanto richiesto alla banca (nel 2016 era solo il 40%), il 18% solo parzialmente e il restante 18% sono le richieste “non accolte”.

Rispetto al quadro riferito al 2017 le aspettative per quest’anno sono di miglioramento con un saldo che diventa positivo assestandosi al valore di +3. Tuttavia, risulta notevolmente diversificato tra le aziende di minore dimensione, che prospettano ancora il persistere di notevoli difficoltà, rispetto a quelle di maggiore dimensione: saldo -25 per aziende fino a 5 dipendenti, saldo +33,3 oltre 15 addetti.

In merito alle aspettative sui singoli segmenti di mercato, il confronto dei valori nelle due rilevazioni annuali evidenzia, comunque, un miglioramento complessivo delle aspettative per tutti i settori. In particolare va segnalato il notevole incremento dei saldi di opinione per le prospettive dei lavori di ristrutturazione e valorizzazione dell’edilizia privata (saldo +22,2%contro +2,4% dello scorso anno), che diventa il segmento sul quale gli imprenditori prevedono le maggiori potenzialità di crescita. L’anno scorso il primo posto era stato attribuito agli interventi di recupero urbano.

Infine, Federlazio ha chiesto agli imprenditori edili del Lazio di esprimere le loro opinioni in prospettiva futura riguardo le strategie da suggerire alle Pubbliche Amministrazioni del territorio regionale per poter sostenere il rilancio del settore nel prossimo futuro.

Coerentemente con tutti gli altri dati fin qui emersi, gli imprenditori auspicano l’impegno delle Pubbliche Amministrazioni nella direzione della riqualificazione e della messa in sicurezza degli edifici pubblici (69%) e si attendono una consistente ripresa delle attività nell’ambito della rigenerazione urbana (65,5%), combinando risorse pubbliche e private.

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