Fino alle Europee solo grida manzoniane

Disinnescata la questione del presidente dei Revisori dei Conti al Comune Capoluogo l'attenzione ora è focalizzata sul question time di mercoledì alle 19. Nessuno sembra desiderare una crisi amministrativa, anche dopo le elezioni Europee.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La polemica è rientrata, le scintille si sono sfiammate. La nomina del presidente del Collegio dei Revisori dei Conti al Comune Capoluogo non è più (forse) un problema. Ora tutti gli occhi sono puntati sulla seduta del question time di mercoledì 17 alle ore 19. (Leggi qui: Revisore dei Conti, la telefonata che vara la tregua)

Come se dovesse sempre accadere qualcosa di clamoroso nella maggioranza del sindaco Riccardo Mastrangeli. Come se si dovesse arrivare sempre sull’orlo del precipizio politico amministrativo. Di fatto, al punto di rottura. Che invece non accadrà. Come disse l’ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini se ne facciano tutti una ca…volo di ragione”.

Nessuno vuole la crisi

Fabio Tagliaferri

I fatti parlano da soli: in una situazione di normalità ed in presenza di una maggioranza unita la nomina del Presidente del Collegio dei Revisori sarebbe stata liquidata in due minuti, in una riunione di maggioranza. Il fatto però che per imporre una soluzione sulla vicenda sia intervenuto il vertice regionale del Partito più “pesante” della coalizione fa capire bene quanto nessuno abbia l’interesse a che l’amministrazione comunale del Capoluogo vada in crisi. Vera. Almeno fino alle Europee. E probabilmente anche dopo.

Anche nella seduta del question time non accadranno cose clamorose. Innanzitutto non ci sarà la necessità di garantire il numero legale: nel question time non è previsto. Per cui se, come probabile, si dovesse registrare più di qualche assenza, sia tra i banchi della maggioranza che in quelli dell’opposizione, non ci sarà alcun significato politico degno di rilevanza. E nessuna conseguenza.

Si possono inoltre già ipotizzare alcuni scenari che si manifesteranno nell’Aula consiliare, senza paura di sbagliare troppo.  Accadrà quindi che qualche Consigliere di maggioranza (si accettano scommesse sul nome di Anselmo Pizzutelli) interrogherà la propria stessa maggioranza sul tema della mobilità cittadina. Come ormai accade da tempo. Succederà poi che qualche assessore non sapendo cosa replicare, invece di rispondere personalmente al quesito formulato dai Consiglieri interroganti farà rispondere il Dirigente del proprio settore di competenza.

Il film in replica

Angelo Pizzutelli

Con ogni probabilità anche l’opposizione formulerà dei quesiti alla Giunta. Ma ancora una volta sarà in forma assolutamente individuale e non corale. Invece, attraverso una strategia politica coordinata (come invece sarebbe anche ora di fare) potrebbe iniziare a mordere ai polpacci di un’amministrazione che basa la sua forza sulla debolezza di chi vorrebbe portare l’assedio. E così il question time di mercoledì scivolerà via senza particolari sussulti. Come un film già visto.

L’attenzione sarà poi rivolta al Consiglio Comunale ordinario quando bisognerà votare il rinnovo del Collegio dei Revisori. E del relativo Presidente. Ed allora tutti attenti a vedere con quanti voti verrà eletto. Se ci sarà qualche Consigliere di maggioranza che si sfilerà dall’accordo raggiunto tra il sindaco ed il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. Ma anche in quel caso i Revisori saranno nominati senza particolari problemi.

Anche perché ai cittadini di Frosinone interessa meno di niente sapere con quanti voti sarà eletto il Presidente dei Revisori del Comune. Hanno ben altro a cui pensare. 

La strettoia del Bilancio

E così via, fino ad arrivare al giorno nel quale bisognerà votare il Bilancio di previsione. Quel giorno, le quote del toto astensioni sul documento di programmazione contabile del Comune da parte di qualche Consigliere di maggioranza, satureranno comunque la sede della Snai di via Aldo Moro a Frosinone. E sarà così, su questa falsariga, fino al voto per le Europee. Con il sindaco che in caso di eventuali ulteriori fibrillazioni nella sua maggioranza, dirà di essere pronto a ritornare al voto anticipato per non farsi logorare.

Ed i Consiglieri “malpancisti“, anche loro pronti a costituire un nuovo gruppo consiliare, per poi chiedere qualche assessorato. La poltrona da assessore rimane il vero obiettivo di molti: per l’appannaggio importante e gratificante, soprattutto dopo gli ultimi recenti aumenti. Solo che nessuno lo dice apertamente. 

Sono, in ogni caso,  tutte grida manzoniane. Nulla di più. In realtà nessuno a Frosinone vuole andare al voto prima della scadenza naturale del mandato. Poi può anche essere che questo accada ma sarà solo perché la situazione è sfuggita di mano a qualcuno. Non per una precisa strategia politica.

Impresa impossibile

Riccardo Mastrangeli Foto © Stefano Strani

Ci vogliono 17 firme per sfiduciare Mastrangeli: al momento un’impresa impossibile. Perché al voto non ci vogliono andare, per primi, i Partiti della coalizione di centr destra. Consapevoli che nel caso un accordo sarebbe veramente difficile da trovare a Frosinone per un candidato sindaco unitario. Basta vedere quello che sta accadendo a livello nazionale tra FdI, Lega e Forza Italia, divisi su quasi tutti i candidati Presidenti delle Regioni. Per non parlare poi dello scontro a livello provinciale tra Lega e FdI. Ma anche tra Lega e FI. Ogni occasione è buona per entrare in rotta di collisione nel centrodestra locale. (Leggi qui: Cosa c’è dietro allo scontro tra Quadrini e Amata? Di Stefano).

Al voto non ci vogliono andare nemmeno i Consiglieri Comunali: sia di maggioranza che di opposizione. Alcuni dei quali consapevoli che per essere rieletti occorrerebbe un vero e proprio miracolo. Nemmeno Mastrangeli può essere certo che in caso di nuove elezioni sia lui il candidato unico del centrodestra.

Stesso discorso, se non addirittura amplificato nel centrosinistra. Un ritorno anticipato alle urne metterebbe l’opposizione cittadina ancora più in difficoltà di quanto già non lo sia. Manca tutto. Unità tra i partiti. Programmazione, condivisione di strategia politica. Leader riconosciuto in grado di aggregare.

Per provare a rendere contendibile il Comune al centrodestra, serve quindi ancora tempo, parecchio. Un orizzonte temporale di breve-medio periodo per nuove elezioni pertanto non è gradito, né auspicato. Da nessuno. Anche se tutti, a  destra come a  sinistra, a chiacchiere, si dicono pronti alla campagna elettorale. Ma a quella per le Europee, però. Non quella per il Comune.