Forza Italia, perché Tajani cerca di esorcizzare Cairo

Silvio Berlusconi punta forte sul Quirinale: i “numeri” per arrivarci. Decisive le scelte di Matteo Renzi. A quel punti nel partito si aprirebbe la successione, con i tre ministri contrari ad Antonio Tajani. Il quale prova a minimizzare la soluzione che porta a Urbano Cairo.

In realtà per lui è più che un sogno: è una speranza. Silvio Berlusconi vuole chiudere la carriera politica con l’elezione a presidente della Repubblica. Sa che la partita vera comincerà dal quarto scrutinio in poi, quando basterà la maggioranza semplice dei grandi elettori per centrare l’obiettivo. Cioè 505 voti.

Con accordi politici veri 451 arriveranno dal centrodestra, qualora votasse compatto: 197 dalla Lega, 127 da Forza Italia, 58 da Fratelli d’Italia e 31 dai fedelissimi di Toti di Coraggio Italia oltre ad alcuni centristi. Si aggiungerebbero, infine, 5 grandi elettori di Noi con l’Italia-Sgarbi e 33 delegati regionali. All’appello ne mancherebbero 54. E qui il gioco si fa duro.

Perché 43 potrebbero arrivare da Italia Viva di Matteo Renzi nel caso di un’intesa tra l’ex Rottamatore e il centrodestra. I successivi 11 sono alla portata. Nel Gruppo Misto in tanti non vedono di buon occhio uno scenario con Mario Draghi al Quirinale. Inoltre comincerebbe un pressing politico forte a tutto campo.

Cairo, l’ex collaboratore

Urbano Cairo (Foto © Imagoeconomica / Canio Romaniello)

In realtà Silvio Berlusconi può giocarsela. Nel frattempo ha incontrato l’imprenditore Urbano Cairo. Ma Antonio Tajani, coordinatore e vicepresidente nazionale degli “azzurri”, si è affrettato a dire che Berlusconi resta il federatore e che Cairo è stato un ex collaboratore del Cavaliere.

Però la domanda è: se davvero Silvio Berlusconi dovesse salire al Colle, in Forza Italia cosa succederebbe? I ministri Renato Brunetta, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini non vogliono neppure sentir parlare di Tajani alla guida del Partito.

E inoltre sono già in una posizione di forte contrarietà rispetto alla linea politica del partito. Toccherebbe come sempre a Berlusconi provare ad imporre l’ennesima pax americana, ma il forte rischio di una scissione c’è. Anche perché è resumibile pensare che un’intesa per il Quirinale contempli pure una federazione con la Lega di Matteo Salvini. Prospettiva che non entusiasma tutti. Anzi.

Non sarebbe semplice capire come si determinerebbero i nuovi assetti di Forza Italia. Lo sa per primo Antonio Tajani, che infatti cerca di esorcizzare un’ipotesi vera e concreta: Urbano Cairo.