Frosinone, una difesa da blindare per sperare nella salvezza

In vista della volata finale la squadra giallazzurra deve chiudere la porta. Finora troppi gol subiti: difficile restare in Serie A con la retroguardia più battuta del campionato. I numeri e tutti i risvolti. Conforta il numero delle reti segnate

Alessandro Salines

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Parola alla difesa. Per forza di cose. Il Frosinone deve assolutamente registrare la retroguardia, o meglio la “fase di non possesso” come direbbero i tecnici. Altrimenti la salvezza diventa una specie di chimera. Ad oggi il dato dei gol infatti suona come una condanna o quasi. In Italia i risultati (titolo, piazzamenti o salvezza) si ottengono con la difesa. Pensate che negli ultimi 10 anni solo la Salernitana si è salvata con il record negativo di reti subite.

Quindi in vista della volata finale il Frosinone deve chiudere la porta. E già sabato col Genoa sarà un test fondamentale contro una squadra che soprattutto in casa attacca con veemenza e potrebbe mettere a dura prova la difesa canarina. Grazie anche a 2 attaccanti forti ed in forma come Retegui e Gudmundsson, a segno entrambi con l’Italia e l’Islanda.

Numeri preoccupanti

Romagnoli prova a contrastare Milik (Foto: Alessandro Di Marco © Ansa)

Il Frosinone ha incassato la bellezza di 60 reti in 29 gare, una media di oltre 2 gol a partita (2,06). Peggio di tutte e 19 le avversarie, anche del fanalino di coda Salernitana (59). Solo 2 clean sheet, mentre nel 2024 lo score è peggiorato con una media di 2,6 gol a partita (26 marcature, pesano comunque le cinquine rimediate con Atalanta e Fiorentina).

Il giovane centrale Monterisi

Nella prima esperienza in Serie A, nel 2015-2016, il Frosinone dopo 29 giornate aveva fatto meglio: 55 gol al passivo e pure 2 punti in più. Idem nel 2019-2019 con 57 reti subite. E comunque non avevano evitato lo stesso la retrocessione. Insomma numeri preoccupanti: serve un’inversione di rotta. Il tecnico Eusebio Di Francesco comunque può consolarsi con i gol segnati: 37, miglior score delle pericolanti, nono attacco della Serie A. Un numero che stride ma alla fine potrebbe fare la differenza soprattutto se il Frosinone riuscisse a migliorare in difesa.

Salernitana e Genoa le eccezioni

Luigi De Canio, tecnico del Genoa 2011-2012, con Francesco Moriero, ex trainer del Frosinone

E’ complicato pensare di conquistare la salvezza con la peggior difesa del campionato. Un primato che va cancellato al più presto cercando di blindare la porta. Negli ultimi anni solo la Salernitana di Davide Nicola è riuscita a conquistare la conferma in Serie A pur finendo con la retroguardia più battuta del campionato (78 reti). Era il 2021-22 ed i granata riuscirono a salvarsi raggiungendo il quart’ultimo posto a quota 31. Grazie ad una rimonta ritenuta storica a Salerno e superando tantissime difficoltà. Un’impresa firmata soprattutto dal tecnico Nicola subentrato a Stefano Colantuono, da qualche giorno tornato sulla nella squadra granata.

Per trovare un’altra squadra salva malgrado la difesa più perforata del torneo bisogna andare indietro nel tempo di ben 12 anni. Nel 2011-2012 il Genoa di Luigi De Canio si guadagnò la conferma in Serie A incassando 69 gol. Malgrado ciò i rossoblu chiusero al quart’ultimo posto a 42 punti e per una volta le reti segnate (50) probabilmente fecero la differenza. Curiosamente in quella squadra giocava Alberto Gilardino, attuale tecnico dei genoani.

Errori individuali e di squadra

Eusebio Di Francesco (Foto: Federico Proietti © Ansa)

Eusebio Di Francesco ha sfruttato la sosta per lavorare anche e soprattutto sulla fase difensiva. Il tecnico non si è mai nascosto sottolineando come la sua squadra sia troppo fragile soprattutto sotto l’aspetto mentale. Assumendosi le dovute responsabilità. “Spesso ci capita di prendere un gol dopo l’altro”, ha detto amaro. Soprattutto da dicembre in poi il Frosinone si è quasi sempre sciolto alle prime difficoltà. I 28 gol subiti nei primi tempi (record negativo) devono voler dire qualcosa.

Il Frosinone ha pagato errori dei singoli (improvvisi cali di concentrazione, poca percezione del pericolo), di reparto e di squadra. Un organico tra l’altro troppo acerbo in un campionato tosto come la Serie A.

Il terzino Valeri (Foto: Claudio Giovannini © Ansa)

Le assenze hanno pesato. Gli infortuni di Marchizza ed Oyono sono coincisi con l’inizio della crisi. Solo un caso? DiFra per diverso tempo ha dovuto fare a meno dei terzini di ruolo. Il tecnico ha provato pure il cambio di modulo (dal 4-3-3 al 3-5-2 o 3-4-2-1) ma non ha portato i risultati sperati. Anche il mercato non ha colmato le lacune di una rosa che sin dall’inizio della stagione ha presentato criticità tecniche e scarsa profondità. Bisogna sottolineare che gli infortuni hanno colpito pure i neo acquisti come il terzino Zortea e soprattutto Bonifazi, il centrale di proprietà del Bologna che avrebbe dovuto garantire esperienza. È chiaro che a partire dalla trasferta di “Marassi” i margini di errori saranno ridotti al minimo. Il recupero di Marchizza, Oyono e Bonifazi dovrebbero regalare maggiore esperienza e qualità. Sperando che ci sia ancora tempo.