Lo scisma di Fucci: si candida contro il suo M5S come Pizzarotti a Parma

È rottura ufficiale tra il sindaco di Pomezia ed il M5S. Si ricandida contro il parere del Movimento. Stessa situazione di Federico Pizzarotti a Parma. Che si ricandidò. E vinse. A Fabio Fucci è stato imposto lo stop per via dei pochi mesi già fatti in opposizione

Lo strappo si è consumato. Il sindaco grillino di Pomezia Fabio Fucci rompe con il MoVimento 5 Stelle. E si candida per il mandato bis con una sua lista civica.

 

POMEZIA COME PARMA

Lo stesso caso accaduto a Parma con Federico Pizzarotti nei mesi scorsi.

Il M5S ha detto anche a Fabio Fucci che non lo avrebbe ricandidato a sindaco. Perché? Le regole grilline parlano chiaro: al massimo due candidature e poi ci deve essere il ricambio. Fucci è al termine del primo mandato da sindaco, in precedenza però era stato in opposizione e l’amministrazione era caduta dopo pochi mesi. Quindi? A rigore di regolamento Fabio Fucci ha esaurito le due candidature consentite dallo statuto grillino.

 

Un paradosso.  Del quale il sindaco aveva provato a parlare con i vertici del Movimento e con la sua collega di Roma Virginia Raggi. Li aveva incontrati più volte lo scorso inverno, spiegando con chiarezza la situazione. Ottenendo però solo la scomunica inflitta direttamente da Luigi Di Maio: prima di Natale aveva bollato come una “volontà di autoesclusione” l’intenzione di Fucci di superare il vincolo dei due mandati. Una sconfessione che subito era stata cristallizzata da Virginia Raggi: gli ha ritirato le deleghe di vicesindaco della Citta’ metropolitana.  (leggi qui Pomezia come Parma: Fucci scomunicato dal M5S)

 

Un’interpretazione severa del regolamento. O forse un pretesto. Per liberarsi di un sindaco scomodo. Esattamente come Federico Pizzarotti.

 

FABIO COME FEDERICO

Fabio Fucci ci ha pensato un po’. E questa mattina ha rotto gli indugi. La strada imboccata è la stessa presa dal sindaco di Parma. Si è candidato al di fuori del Movimento. Scenderà in campo sostenuto dalla lista civica Essere Pomezia. 

La scelta di oggi ufficializza la rottura. Perché alle comunali Fucci si troverà il M5S come avversario: il candidato ufficiale grillino sarà Adriano Zuccalà, presidente del Consiglio comunale di Pomezia in questi anni.

La frattura, sul piano amministrativo diventerà concreta la prossima settimana in Consiglio Comunale, durante la seduta convocata per l’approvazione del Bilancio. In quella seduta la maggioranza pentastellata potrebbe decidere, avendo ampiamente i numeri, di sfiduciare l’attuale sindaco e far commissariare il Comune.

Nel silenzio tattico di centrodestra e centrosinistra, intanto, si e’ inserito un terzo aspirante primo cittadino, il civico Antonio Aquino.

 

ESSERE POMEZIA

la presentazione della lista è avvenuta in mattinata. «Ho scelto di ricandidarmi con una lista civica, Essere Pomezia, un progetto che già a partire dal nome mette al centro il senso di appartenenza alla nostra città», ha detto Fabio Fucci presentando la lista nella sede del suo comitato a Pomezia.

«È un elemento a cui tengo tanto e su cui ho puntato molto in questi 5 anni. Quando sono arrivato a Pomezia sono rimasto sorpreso di quante persone mostrasseto disaffezione rispetto al territorio, non posso biasimarli perché era un’epoca in cui la città era immersa nel degrado non solo a livello di rifiuti, ma di una classe polotica che ha offetto tristi pagine anche a livello nazionale».

In questi 5 anni, ha spiegato Fucci, «abbiamo salvato Pomezia dal tracollo finanziario, abbiamo creato una immagine decorosa e servizi di qualità».

Ma questa lista sarà o non sarà d’ispirazione grillina? Quanto c’è del M5S in questa nuova esperienza? Soprattutto: è aperta o no al centrosinistra ed al centrodestra?

«È un progetto trasversale e non ideologico – spiega il sindaco – . Ai candidati della lista ho chiesto quindi tre qualità che rendono questa esperienza formidabile e sensazionale: sono brave persone, hanno a cuore il nostro territorio, condividono un progetto di continuità che non vuole disperdere l’esperienza e competenza acquisite in questi 5 anni. È una lista civica innovativa e una esperienza senza precedenti nel panorama politico nazionale».

 

IL SINDACO INCORRUTTIBILE

Il primo cittadino ha poi ricordato le intercettazioni che lo hanno visto protagonista nel corso delle indagini su Mafia Capitale. In quelle registrazioni i personaggi dicono “A Pomezia lasciate stare, il sindaco è incorruttibile”. «Per me – spiega Fabio Fuccié stato un orgoglio, non per essere stato definito incorruttibile da persone oggetto di indagine, ma per quello che è successo dopo: un giorno ero uscito a fare spesa, due ragazzi mi riconoscono, bussano al vetro dell”auto e mi dicono ‘sindaco grazie, per la prima volta ci sentiamo orgogliosi essere cittadini di Pomezia‘».

 

IL PIZZAROTTI DEL LAZIO

Nel corso della conferenza stampa gli domandano se punta a a diventare il ‘Pizzarotti del Lazio’? «Lo spero, spero di ottenere i suoi risultati e credo di avere tutte le carte in regola per farlo. Alla fine ai cittadini non interessano le beghe di partito e i regolamenti, e loro possono valutare il lavoro si un sindaco che per ammissione anche dei miei avversari e’ stato buono».

 

Ora però c’è il passaggio del Bilancio nel prossimo Consiglio Comunale. «Chi mi sfiducia o si dimette é un irresponsabile che non ha a cuore Pomezia. la città ha bisogno di politica e non di un commissario» ha detto il sindaco Fabio Fucci.

 

Un po’ di amarezza c’è. «Sarei stato la persona più felice del mondo se mi fossi potuto ricandidare con il M5S e sono contento del risultato straordinario delle politiche. Ma la rigidità del Movimento porta a questo paradosso, in Sicilia prendi il 40% e non governi, al nazionale il 30% e non si sa se governi. Uscire dal M5S vuol dire prendere consapevolezza che manca una visione strategica e la capacità di leggere il contesto in maniera meno rigida e rendersi conto che la vita al di fuori ha tante sfaccettature» ha detto il sindaco.

 

Alle elezioni del 4 marzo il M5S a Pomezia ha preso quasi il 50%. La partita per le Comunali sarà diversa. Sarà la sfida tra il grillismo della prima ora sceso nel mondo reale, contro quello riformato nei mesi scorsi.