Gualtieri sa come si sta seduti in Europa e Gentiloni lo aiuterà. Ma c’è Di Maio…

FOTO © Imagoeconomica, Genevieve ENGEL

Tra le “mission” del nuovo Governo c’è quella di recuperare sul piano internazionale: il titolare dell’economia (sostenuto da De Angelis alle europee) sa come ci si muove a Bruxelles. L’ex premier anche. Ma il capo dei Cinque Stelle ha incontrato i Gilet gialli e irritato gli Usa su Maduro. Però può cambiare radicalmente la sua posizione.

La penna di Stefano Cingolani lo ha descritto così su Il Foglio: “No, non è un economista, ma uno storico. Non è un tecnico, ma un politico competente. Senza scomodare Max Weber, va detto subito che Roberto Gualtieri ministro dell’Economia, piace a Christine Lagarde, anche lei una politica competente. La prossima presidente della Banca Centrale Europea ieri gli ha reso “omaggio” pubblicamente durante la sua audizione alla commissione Affari economici del Parlamento europeo che proprio Gualtieri presiede, “per il lavoro svolto su mercato dei capitali”.

Roberto Gualtieri © Imagoeconomica, Paolo Cerroni

Parliamo di Roberto Gualtieri, del Partito Democratico, nuovo ministro dell’Economia. Un politico dopo una lunga stagione di tecnici. Apprezzato da tutti, anche da Renato Brunetta di Forza Italia.

Sicuramente Gualtieri sa come si sta seduti in Europa e se lo spread continuerà a calare, allora gli effetti positivi saranno tanti. L’ex premier Mario Monti ha aggiunto che però, per valutare appieno il lavoro di Gualtieri, bisognerà capire se avrà la capacità di scontentare qualcuno. Perché alla fine le manovre economiche sono sempre una coperta corta.

Parlamentare europeo di lungo corso, Roberto Gualtieri da questi parti è conosciuto perché sostenuto da Francesco De Angelis e da Pensare Democratico alle scorse Europee. De Angelis ha talmente tante frecce al proprio arco, che ha diviso il consenso tra Massimiliano Smeriglio, David Sassoli (ora presidente del Parlamento europeo) e Roberto Gualtieri, titolare dell’Economia.

Luigi Di Maio

A lui toccherà una delle mission più complesse nella sfida del nuovo governo giallorosso. Perché l’economia rappresenta uno dei punti centrali dell’accordo tra M5S e Pd. E dovrà segnare in modo evidente, agli occhi di tutti gli italiani, quella discontinuità invocata da Nicola Zingaretti. Non per vezzo. Ma per dimostrare che c’era ill reale bisogno di un cambio di Esecutivo per rimettere al passo il Paese, che il nuovo Governo non è solo faccenda di poltrone.

In campo Economico quella discontinuità ha una linea del Piave invalicabile: il congelamento l’aumento Iva che scatterebbe in automatico con l’attuale condizione dei conti nazionali. Gualtieri dovrà trovare un punto di equilibrio tra i due provvedimenti bandiera inseriti dai due Partiti: il taglio del cuneo fiscale (il Pd chiede di ridurre la montagna di tasse e contributi che il datore di lavoro paga oggi su ogni dipendente, al punto che uno stipendio da mille euro costa in media duemila euro di spesa totale all’impresa) e la riduzione degli scaglioni Irpef (i 5 Stelle chiedono di rivedere gli scaglioni in base ai quali si pagano le Imposte, fino a tot di guadagno paghi una percentuale, se guadagni oltre paghi una percentuale più alta). Il provvedimento messo a punto dai Dem ha un costo stimato in 15 miliardi in tre anni, mentre per il piano dei 5S ha un costo di 3,5 miliardi di euro annui.

Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni

Gualtieri avrà il compito di rompere l’isolamento dell’Italia dopo quindici mesi si salvinismo e sovranismo senza confini. Ad aiutarlo ci sarà l’ex premier Paolo Gentiloni: la prima nomina che effettuerà il consiglio dei ministri, probabilmente già oggi, è proprio quella di Gentiloni commissario europeo.

Resta da vedere, nell’ambito di quella che sarà una forte offensiva diplomatica per riportare l’Italia nel suo posto naturale, quale sarà il ruolo del neo ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il quale, prima delle Europee, fece una comparsata a Parigi insieme ad Alessandro Di Battista. Non per incontrare Macron però, ma per dare il suo sostegni ai Gilet gialli. Così come, nella crisi in Venezuela, le posizioni di Di Maio su Maduro provocarono l’irritazione della Casa Bianca e l’ulteriore isolamento dell’Italia. Per non parlare della via della seta con la Cina.

Ma se c’è uno capace di smentire sé stesso, quello è Luigi Di Maio. Dunque non c’è molto da preoccuparsi. In ogni caso tra le “mission” di questo Governo c’è quella di recuperare il terreno perduto in Europa.