Il disagio dell’impotenza (di M. Innocenzi)

Martina Innocenzi, già assessore comunale di Fiuggi, candidata sindaco nelle elezioni di giugno, dirigente Pd, studentessa: il tutto, nella lettera a Concita De Gregorio. Che l'ha pubblicata oggi su Repubblica

di MARTINA INNOCENZI
Dirigente del Partito Democratico
Consigliere comunale di Fiuggi

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“Sono una studentessa di Scienze politiche, ho 29 anni e da dieci anni provo a cambiare il mondo attraverso l’attività politica. Ho terminato solo da qualche settimana la campagna elettorale nella mia città: ero candidata sindaco di una lista civica che per soli 85 voti non ha raggiunto il governo della città”.

 

“Ma non è della mia campagna elettorale che voglio parlare anche se da questa voglio prendere spunto per spiegare il ‘disagio dell’impotenza’ che da tempo mi assale. Ho sempre pensato che fare politica sia la capacità di incidere nella quotidianità della tua comunità, definire soluzioni alle tante problematiche che attanagliano i nostri giorni, costruire una prospettiva, ostinarsi nella speranza.
Invece in un’epoca nella quale si cerca la strada facile per il successo, anche la politica è diventata uno dei mezzi per raggiungere tale scopo… mi sento un pesce fuor d’acqua”.

 

“La più grande soddisfazione l’ho provata nel fare l’amministratrice nel mio Comune, occupandomi di politiche sociali! Difficoltà su difficoltà, il sonno che inizia a mancare perché il problema degli ultimi diventa il tuo, le risorse che scarseggiano… ma che gioia quando con estrema fatica migliori la vita di chi è più in difficoltà! E’ con questo spirito che dieci anni fa mi sono avvicinata a un partito che rispecchiava i miei valori… un partito che nel tempo ho visto svuotarsi della sua storia e della sua stessa identità”.

 

“Un partito che, non sapendolo fare si è messo a rincorrere il più becero e pericoloso populismo ed è diventato una scatola vuota finalizzata solo ai vari appuntamenti elettorali. È in questo nulla che si sono infilati gli altri, i populisti e gli estremisti! Hanno cavalcato la sofferenza della gente costruendo ogni giorno un nemico diverso verso il quale alimentare odio e violenza! E molto spesso chi soffre, anche se sa di essere preso in giro, sente di essere rappresentato da chi parla il loro linguaggio, da chi mentendo gli fa vedere una luce in fondo al tunnel”.

 

“Poi nel tempo i fatti dimostreranno il contrario e le promesse verranno disattese e da quella sofferenza scaturirà la rabbia ma ci sarà sempre chi sarà pronto a rappresentarla ed a canalizzarla perché c’è sempre qualcuno a cui dare la colpa: ‘il negro’, il ‘frocio’, lo straniero o il diverso.

A tutto questo serve una risposta forte e decisa fatta di valori quali la giustizia sociale, la speranza, la tolleranza, il rispetto e la riscoperta ed il presidio dei luoghi del disagio sociale. Una risposta che non può limitarsi alla propria comunità locale ma che deve andare oltre. Ma chi sta provando a costruire tutto questo? NESSUNO!!!”.

 

“Il futuro del Paese dipende dalla capacità della mia generazione di prendersi gli spazi, evitando di fuggire ma restando qui a lottare, a resistere ancora per provare a invertire questa tendenza pericolosa. E non si tratta di costruire un nuovo partito, ma di ritrovarci su un terreno di valori comuni e da lì avviare una nuova resistenza che non sia fatta di colori politici ma di idee e visioni per un futuro che deve vederci protagonisti e non rassegnati al disagio dell’impotenza”.

 

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