Il filo rosso che lega le varie tappe di Nicola Zingaretti

Da Piazza Grande alla Camera di Commercio di Frosinone: il presidente della Regione non perde di vista l’aspetto amministrativo (la firma dell’Accordo di programma rientra in questo percorso), ma al tempo stesso è con il modello Lazio che tenta la scalata alla segreteria nazionale Pd

Da Piazza Grande alla Camera di Commercio di Frosinone: c’è un filo rosso che lega il percorso politico ed amministrativo del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Da un lato la corsa alla Segreteria Nazionale del Partito Democratico, dall’altro l’esigenza di affermare il modello Lazio, perché è con il modello Lazio che intende fare il pieno dei consensi alle primarie dei Democrat.

 

Per l’Accordo di programma che in mattinata viene sottoscritto al Ministero per lo Sviluppo Economico e poi nel pomeriggio verrà illustrato a Frosinone, la Regione Lazio ha fatto la sua parte. Unitamente alla Provincia, ad Invitalia e ad altri soggetti.

Nicola Zingaretti, però, ha dimostrato di crederci dall’inizio, come Antonio Pompeo del resto. Si tratta di un modello che può funzionare se il territorio saprà essere attrattivo, se verranno create le condizioni affinché le manifestazioni di interesse presentate ad Invitalia si trasformino in progetti capaci di creare anche occupazione.

 

La sfida in realtà comincia oggi. Nicola Zingaretti la raccoglie e la rilancia, in un momento politicamente decisivo per il Paese. Perché sempre oggi la Commissione Europea boccerà nuovamente la manovra economica del governo gialloverde.

Un elemento che tiene in bilico fino all’ultimo istante la presenza di Nicola Zingaretti a Frosinone: la bocciatura preoccupa le cancellerie e le banche continentali. Che sono alla ricerca in Italia di un interlocutore più affidabile di Renzi. Dopo il commissario Moscovicì la settimana scorsa, oggi potrebbe essere il turno di un incontro altrettanto importante ma ancora più riservato, richiesto lunedì sera e da tenere, eventualmente, nel pomeriggio.

Anche perché la Lega avanza nel Paese e i Cinque Stelle reggono nei sondaggi. L’appuntamento è alle Europee, dove il Carroccio e il Movimento intendono dare una spallata ulteriore alle opposizioni, magari sull’onda lunga del reddito di cittadinanza e della quota cento per le pensioni.

Nel 2014 Matteo Renzi portò il Pd oltre il 40% proprio alle europee, ma da quel momento in poi cominciò la discesa a picco. Il Partito Democratico si augura che possa succedere la stessa cosa adesso, al contrario naturalmente.

Certo è che dopo le Europee si aprirà una fase nuova per il governo e i risultati elettorali influiranno. Se per esempio la Lega avanzasse e i Cinque Stelle no, potrebbero aprirsi dei problemi.

Nicola Zingaretti proverà a prendersi il Pd prima. Per poi cominciare la remuntada. Senza perdere di vista l’aspetto amministrativo. Come, per esempio, la presentazione dell’Accordo di programma.