Il perdono è per tutti: basta cercarlo (di P. Alviti)

C’è un grande rischio nel nostro quotidiano: pensare di non essere capaci di cambiare. Invece, Dio perdona, non guarda a quello che abbiamo fatto, è attento a quello che potremmo essere se cambiassimo vita.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,

diventeranno bianchi come neve.

Se fossero rossi come porpora,

diventeranno come lana.

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Lo scarlatto, la porpora, colori inequivocabili, evidentissimi: non è possibile nasconderli, far finta di non vederli. Da sempre sono colori utilizzati per evidenziare qualcosa. Ecco, le parole di Isaia splendono a loro volta come un grande messaggio di speranza per tutti noi.

Scrivo nel giorno della perdonanza francescana, la consapevolezza di Francesco che pur vivendo secondo madonna Povertà abbiamo sempre bisogno della misericordia di Dio.

È uno dei rischi maggiori che corriamo: che male faccio? Io non do fastidio a nessuno, non uccido nessuno… Quante volte ripetiamo queste parole pensando di stare a posto con la nostra coscienza. Il lievito dei farisei, lo chiama Gesù.

Ma c’è un altro grande rischio nel nostro quotidiano rapporto con il male: esserne subissati, pensare di non essere capaci di venirne fuori, di cambiare; pensare che tanto ormai siamo fatti così, siamo invischiati nella cattiveria che incancrenisce anche i nostri rapporti familiari, quelli con i colleghi, fino a diventare addirittura paranoia.

È il senso di tutta la predicazione di Gesù, di tutte le sue relazioni, di tutti i suoi sguardi: chiunque tu sia, qualunque cosa tu abbia fatto, anche se hai commesso delitti inenarrabili, puoi riprendere la tua dignità, ridiventare uomo, riacquistare finalmente la pace della tua esistenza, senza dover vivere sempre con l’incubo della colpa, dell’incapacità di compiere il bene.

Manzoni ci dipinge questa condizione spirituale nella notte dell’Innominato: dilaniato tra l’immagine di sé davanti agli altri, il ruolo acquisito nella società, l’essere un duro, un farabutto che non ha paura di niente, un boss diremmo oggi. E dall’altra parte la consapevolezza della stupidità di una simile vita mai segnata da un rapporto di amore, dalla stima della persone, scambiata con la paura.

Lucia lo inchioda alla necessità della scelta: Dio perdona tante cose per un’opera di bene. Dio perdona, non guarda a quello che abbiamo fatto, è attento a quello che potremmo essere se cambiassimo vita, se smettessimo di essere disonesti, di imbrogliare, di vantarci di essere furbi, di sopraffare, di dimenticare quelli che sono nel bisogno. Dio perdona: è il grande messaggio di Gesù.