Il Pride isola Latina: passa da Capoluogo a “periferia”

Il capoluogo pontino nella nebbia di indecisione sull'evento e pronto a candidarsi ad una "marginalità" che non gli farà bene. La maggioranza consiliare di Matilde Celentano ha dimostrato di avere paura non dell'evento in sé, ma di se stessa

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Latina sul Pride rischia l’isolamento. Aprilia, amministrata dal centrodestra con il sindaco Lanfranco Principi, mantiene il sostegno alla manifestazione. Cisterna tramite il vicesindaco Innamorato ha annunciato di stare al Pride, Cori con il sindaco De Lillis ha già deliberato. Anche Anna Maria Bilancia, sindaco di Priverno, sarà alla manifestazione. Latina si candida, con i tentennamenti del sindaco Matilde Celentano, alla marginalità. Si chiama fuori dal confronto sul comune sentire di area vasta. Il patrocinio, come dimostra Aprilia, non è adesione acritica ai temi del pride, ma riconoscimento della libertà delle minoranze di chiedere risposte sulla loro libertà.

La sindaca Matilde Celentano grida al trappolone. Lo stesso attuato quando il Governatore del Lazio Francesco Rocca si era trovato nella medesima situazione. «Non ho richiami dall’alto, non c’è nessun burattinaio. Quello che ho fatto nel bene e nel male l’ho fatto da sola. Da sola, d’impulso, con la mia generosità, ho deciso di darlo, anche senza consultarmi con la mia maggioranza, con la quale mi scuso». Lo ha detto ieri in Consiglio comunale.

Quel ponte che per Matilde non c’è stato

Denunciando «Mi aspettavo un ponte, dagli organizzatori. Ma non c’è stato. Mi è stato detto “risposta insufficiente, lei deve andare oltre”. Mi è stato chiesto di violare la legge, di registrare figli nati da mamma surrogata. Io ho giurato sulla Costituzione, la conosco bene e sempre mi atterrò. La maternità surrogata in Italia è vietata!».

La realtà è che sarebbe bastato non piegarsi. Dare il patrocinio alla manifestazione in quanto tale, disconoscendone gli aspetti al di fuori della legge attuale. E lasciare che il patrocinio venisse rifiutato dagli organizzatori. Allora sì che sarebbe stato un caso.

Su questo piano, Aprilia è stata più furba. Ha dato il patrocinio al pride. Punto. I cambiamenti di piano e le maternità surrogate non fanno parte di quel patrocinio. Una decisione presa in completa autonomia dal sindaco e fortemente rivendicata anche nel primo consiglio comunale del 15 giugno.

Il Pride di Milano 2022 (Foto: Marco Cremonesi © Imagoeconomica)

Nelle ore scorse Fratelli d’Italia e Lega hanno preso le le distanze. «Non possiamo non prendere le distanze da una manifestazione che promuove istanze dichiarate illegali nello Stato italiano». È un distinguo che lascia il Comune al fianco di chi rischia di restare solo nella sua richiesta di un diritto elementare: amare chi vuole.

Latina si chiude su se stessa, si candida all’autoreferenzialità in nome di una fedeltà ad una filiera di governo che diventa cappio di azione. Sabato, Latina e il suo sindaco saranno oggetto della manifestazione, non soggetto di confronto civile. Non hanno ragionato da capoluogo ma da periferia. Una occasione persa. In consiglio comunale, poi, la Celentano costretta a blindare militarmente la sua maggioranza negando il voto segreto. La maggioranza Celentano ha paura di se stessa.