Il problema è il dito. E il treno che lasciamo agli altri

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. L'Europa ha detto che eravamo sulla strada giusta. Ma noi vogliamo lasciarla ad altri

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il problema è il dito. Perché Quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito. Le nostre bollette del gas non sono passate da una media di 80 euro al mese a 390 euro al mese soltanto perché il governo di Mario Draghi sta tagliando dovunque possibile per rastrellare soldi con cui coprire i costi che in pochi mesi si sono moltiplicati per cinque. 

Sta scritto dappertutto. Ma molti non lo sanno perché al massimo leggono la Timeline di Facebook e spesso capiscono pure una cosa per un’altra: non lo diciamo noi ma le crude statistiche.

Il gas sta in Russia, noi lo prendiamo da lì. E se a Putin gli resta sullo stomaco la peperonata noi restiamo al freddo.

Oggi la Commissione Europea ha approvato un pacchetto di misure per ridurre la dipendenza dalla Russia: acquisto e stoccaggio collettivo di gas. E allo stesso tempo aprirà la strada a idrogeno e biogas. Così se il piccolo zar di Bieloriussia Lukashenko dovesse avere pure lui la peperonata sullo stomaco e mettersi di traverso lungo la via del metanodotto, noi ci saremmo attrezzati.

Il dito ed il treno

Foto: Tama66 / Pixabay

Già. Ma noi chi? In provincia di Frosinone faremo ancora una volta la figura di quelli che guardano il dito. Perché in Trentino, in Sud Tirolo, dove fanno vini e mele tra i migliori in Italia, tutte le vinacce i raspi e le foglie: le mettono in un silos interrato, li lasciano fermentare e ci si fanno il gas biologico.

Noi a Frosinone abbiamo detto no al progetto di Anagni, presentato dalla principale società italiana in materia e non da sprovveduti; stiamo bloccando un progetto analogo a Frosinone; non stiamo dicendo una parola su altri progetti che si fanno a metà strada. Non ci domandiamo il perché.

Non è questa la questione. Invece di pretendere che si facessero impianti fatti bene come quelli che stanno nel verdissimo Trentino, abbiamo detto no agli impianti. Lasciando che a farli fossero altri, prendendosi il gas ed alimentandoci le caldaie delle loro case ed evitando di pagare cinque volte tanto; mettendolo nella rete che alimenta le loro fabbriche che così possono produrre i loro beni ad un prezzo più basso, salvando i loro posti di lavoro.

Ecco, ancora una volta stiamo prendendo il treno: quello lanciato in queste ore dall’Europa.

Abbiamo guardato il dito. Non la luna.

Senza Ricevuta di Ritorno