“Inizia la nuova fase”: De Angelis lascia il timone a Sara Battisti

Il passaggio di testimone tra Francesco De Angelis e Sara Battisti. Ore è lei il capo di Pensare Democratico. Cosa c'è dietro. Quattro coordinatori territoriali: Giampiero Di Cosimo al centro, Giovanni Di Meo al sud, Alessandro Mosticone al Sorano e Valle di Comino, Eleonora Campoli al nord. "Ora inizia una nuova fase”

Senza una stola, senza un conclave. Il 16 settembre 1972 papa Paolo VI fece una breve visita pastorale a Venezia durante la quale celebrò la messa in piazza San Marco. Al termine della celebrazione il pontefice si tolse la stola e la mostrò alla piazza per poi poggiarla sulle spalle del patriarca di Venezia. Divenne il suo successore con il nome di Giovanni Paolo I.

Non c’è stato bisogno né di paramenti, né di liturgie a Ripi: Francesco De Angelis lascia il timone della sua creatura politica Pensare Democratico; è la componente maggioritaria del Pd in provincia di Frosinone ed è uno dei pilastri della nuova supercomponente regionale Rete Democratica. Ora che è presidente regionale del Partito Democratico del Lazio non c’è margine per altre bandiere. Il Patriarca lascia. Si occuperà solo del Pd. Affida il timone della componente a Sara Battisti. (Leggi qui: Leodori Segretario, De Angelis presidente: come si legge il Pd nuovo).

L’investitura

Francesco De Angelis con Sara Battisti

Lo fa con poche parole, pronunciate ieri sera nel fortino di Alba Rossa a Ripi. Lì ha annunciato la sua prima candidatura alla guida del Partito, lì ha messo in acqua gli scafi che lo hanno portato alla prima elezione in Regione Lazio; sempre da lì ha annunciato l’avvio di quella cavalcata strepitosa che lo portò a prendere oltre 30mila preferenze e diventare assessore regionale.

Ora da lì annuncia che arrivato il momento di una fase nuova, diversa. Lui dovrà occuparsi del Pd insieme a Daniele Leodori. «La persona più indicata a prendere il mio posto è Sara Battisti. La mia proposta è quella di nominare la consigliera regionale, leader di Pensare Democratico».

Non c’è stato bisogno di votazioni: per acclamazione ed all’unanimità. Per i nostalgici sarà stato un piacevole tuffo nel passato.

La nuova fase

De Angelis al Congresso regionale

Ma c’è un fondamentale segnale politico dietro al gesto formale. Il passaggio di consegne compiuto ieri sera a Ripi significa che la Presidenza regionale del Partito Democratico non è un pennacchio. Non si tratta di un titolo onorifico e Francesco De Angelis intende occuparsi davvero del Pd affiancando il Segretario regionale Daniele Leodori.

Come e con quale strategia. Una, difficile e lunga: è quella alla quale Nicola Zingaretti stava preparando il Pd alcuni anni fa, la lunga marcia nel deserto dell’opposizione per emendarsi e ritrovarsi. Poi venne il mojito, la richiesta di poteri assoluti avanzata da Matteo Salvini, il crollo del governo Giallo – Verde. Il Pd si ritrovò ancora una volta a governare, costituendo un governo Giallo Rosso.

Quel lungo cammino di depurazione ora il Lazio vuole farlo. “Torniamo ad occuparci del Partito” ha annunciato ieri sera Francesco De Angelis. Facendo pubblica ammenda politica: “Abbiamo pensato solo alle istituzioni. Ora dobbiamo passare da Regione – Regione – Regione, a Partito – Partito – Partito. Si apre una fase nuova, diversa. È importante il radicamento, l’organizzazione. Sono molto più importanti di quanto pensiamo: ce lo dimostra il fatto che nonostante il buon governo nella Regione Lazio, abbiamo perso le elezioni”.

Plurali ma uniti

Il Congresso regionale è stato il punto di partenza per la riorganizzazione. “La mia candidatura è stata un segnale: l’ho fatto per costruire e riempire di contenuti il progetto, sostenendo Leodori e far vivere il pluralismo nel Pd”.

Plurali è la parola chiave: plurale era il Pci che al suo interno sapeva fa convivere gli operaisti di Ingrao ed i miglioristi di Napolitano; aveva un’anima ambientalista ed una movimentista. Ma tutto avveniva nell’unità, approvato all’unanimità. “Perché le diversità sono ricchezza ma l’unità è il bene più prezioso. Questo è stato il senso della candidatura di Leodori, dello straordinario risultato di Rete Democratica”.

Proprio per tutelare l’unità e la pluralità “da domani, essendo stato eletto presidente, non sarò più il responsabile di questa area politica perché devo unire il Pd. Non posso rappresentare una sola parte. La responsabilità è enorme”.

Anticipa la rotta che verrà tracciata da Daniele Leodori. “Il Segretario, in linea con quanto accaduto, aprirà un nuovo percorso unitario nella prossima direzione”. E poi il passaggio di testimone: “Anche qui ci sarà tanto rinnovamento e metteremo in campo il nostro progetto: la persona più indicata a prendere il mio posto è Sara Battisti. La mia proposta è quella di nominare la consigliera regionale leader di Pensare democratico”.

Nel solco di Bruno Astorre

Sara Battisti

Non era una sorpresa. Non era commossa. Un po’ come Karol Wojtyla quando gli comunicarono che lo facevano vescovo. Sostanza distillata. Talvolta a discapito della forma. È così che si arriva sull’obiettivo. E Sara Battisti ha fatto della consistenza un modello di vita, anteponendola all’apparenza. È così che da leader di una componente minore dei Ds, dopo avere scalato tutte le tappe, si trova da ieri a governare la più grande area di pensiero Dem nella provincia di Frosinone.

Senza fiocchetti, senza ghirigori: razionalismo già dalle prime parole. “Prendere le redini di Francesco rappresenta una grande responsabilità, abbiamo di fronte a noi appuntamenti molto importanti.

Poi la citazione dello scomparso Segretario regionale Bruno Astorre. Con lui tanti confronti, dialettici e politici: accesi ed intensi ma sempre nel solco della correttezza. Bruno mi ha insegnato una cosa: bisogna sempre provare a tenere unito il Partito. Quella di Claudio Mancini e Francesco De Angelis è stata una intuizione davvero positiva: costruire una filiera in tutto il Lazio che si è data il compito di uscire dalla dinamica dell’assillo del governo, rigenerare il Partito per garantire il pluralismo nel Pd all’insegna dell’unità”.

Via gli schemi del passato. Il Pd si aggiorna nel linguaggio e nelle strategie. I nemici sono i fascisti al potere? Ma proprio no.Oggi ho presentato una interrogazione urgente: stanno chiudendo tre reparti fondamentali nella nostra provincia. E questo è il segno di come sia necessario fare rete per costruire una opposizione forte, concreta, perché le destre fanno cultura politica e portano avanti le loro idee con convinzione. Noi dobbiamo contrastarle, perché sono sbagliate”.

I nuovi coordinatori territoriali

Sara Battisti lascia subito il segno. Con lei al timone, Pensare Democratico si radica e si organizza ulteriormente. Ci saranno quattro coordinatori territoriali, uno per ogni area della provincia. “Non possiamo pensare di affrontare i prossimi appuntamenti elettorali senza costruire massa critica, rivendicando le cose buone fatte al governo della Regione ma nel contempo lavorando per fronteggiare e far emergere le loro contraddizioni. Questo lavoro si fa attraverso il Partito, portando i temi nelle piazze, nelle case, facendo conoscere ai cittadini le problematiche”.

Ma allora ci si scioglie in rete Democratica? No, assolutamente. “Resteremo Pensare Democratico, inseriti all’interno di Rete democratica dove portiamo il nostro contributo”.

Ma ci si organizza. Con la baionetta tra i denti. A cosa serve? Riorganizzazione la componente per dare sostegno al Partito, andando Comune per Comune, individuando riferimenti nuovi, facendo iniziative politiche; recuperando rapporti con sindacati e mondo delle associazioni. Ciò richiede impegno, costanza, presenza”. In meno parole? Ha detto al Pd che deve fare il Pd.

Annuncia che verranno nominati quattro coordinatori territoriali: Giampiero Di Cosimo al centro, Giovanni Di Meo al sud, Alessandro Mosticone al Sorano e Valle di Comino, Eleonora Campoli al nord.

Un nuovo investimento

Luca Fantini con Sara Battisti

Il Segretario Provinciale Luca Fantini invece parte dai numeri. Quelli di tutto il Partito. Frosinone ha catapultato Francesco De Angelis alla presidenza regionale del Partito Democratico grazie alla straordinaria risposta di mobilitazione che c’è stata tre settimane fa, in occasione delle Primarie. Frosinone è la Federazione che più di tutti ha mobilitato la base.

Luca Fantini lo mette in evidenza: “96 gazebo, 12mila votanti, uno sforzo straordinario a dimostrazione di quanto sia viva questa comunità”. Ma quello è solo il punto di partenza. “Ora Inizia un lavoro importante, un nuovo investimento all’interno della Segreteria provinciale aprendo un percorso nuovo. Valorizzando chi si è sempre speso per il Pd”.

Nessuna volontà di rottura. Al contrario. “Salvaguardiamo il percorso unitario, che è stato il tratto distintivo di questi anni chiedendo alle diverse sensibilità del Pd di rappresentare un valore aggiunto per rafforzarci in vista dei prossimi appuntamenti: da una parte le amministrative in cui sarà fondamentale capacità di costruire coalizioni e alleanze. E dall’altra Europee in cui sarà fondamentale puntare su identità e proposta politica”. Proprio per questo, il Pd potrebbe chiedere a Francesco De Angelis di mobilitarsi ancora una volta.