La crociata di Nicola Ottaviani contro il Pd

Non appena ha saputo che il presidente della Provincia Antonio Pompeo aveva estromesso Forza Italia dalla maggioranza (leggi qui), ha stretto i pugni come si fa per un’esultanza calcistica. Nicola Ottaviani, sindaco di Frosinone, voleva la rottura con il Partito Democratico e voleva che fosse quest’ultimo ad assumersene la responsabilità.

A Mario Abbruzzese ha subito detto: «In campagna elettorale a Frosinone saremo totalmente liberi di prendere le distanze da tutto quello che sta succedendo».

Ottaviani da tempo ha messo nero su bianco una serie di punti da sviluppare in campagna elettorale. 1) Andare avanti con la risoluzione del contratto con Acea. 2) Incalzare l’Ambito territoriale e soprattutto la Segreteria Tecnico Operativa. 3) Non dare tregua al Consorzio Asi sulla vicenda dei terreni ricadenti nell’area sulla quale doveva essere realizzato l’interporto. 4) Attaccare sulle politiche dei Consorzi industriali Asi e Cosilam (adesione alla società AeA) 5) Non risparmiare critiche alla Saf. Ma soprattutto: 6) Mettere in evidenza che il candidato sindaco del Pd Fabrizio Cristofari ha il sostegno dei presidente della Camera di Commercio (Marcello Pigliacelli), dell’Asi (Francesco De Angelis), della Saf (Mauro Vicano). Tutti enti che dovrebbero essere super partes.

Un ragionamento, quello di Ottaviani, che partiva dal presupposto di una rottura con il Pd alla Provincia.

Il sindaco di Frosinone non si candiderà né alla Camera né alla Regione, vuole il mandato bis. A Forza Italia ha chiesto però carta bianca sulla campagna elettorale, nel corso della quale attaccherà la Regione. Non soltanto per il viadotto Biondi.

E’ il tipo di campagna elettorale che Ottaviani voleva. Per questo aveva detto ai consiglieri provinciali azzurri di non cedere alle sirene “pompeiane”.

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