La notte prima degli esami non arrivò… (di F. Dumano)

Foto: © Archivio Piero Albery

Il '77 e la notte prima degli esami che per molti non ci fu. Vennero sospesi "da tutte le scuole del Regno". Colpevoli di un'occupazione. Sospesi anche due prof, sospettati di fiancheggiare le BR. Tutti furono lasciati soli...

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Tempo di esami, la scuola per molti è finita: ricordi in bianco e nero di un anno lunghissimo, il ’77 che per alcuni non finì proprio e ancora oggi  resta dentro come una revolverata. Ad Arpino si è consumata la repressione più dura per un’occupazione studentesca. Nell’archivio di Piero ci sono tante foto che narrano quella storia.

Il protagonista è il collettivo Varalli, fondato da uno dei leader del movimento studentesco: Genesio a cui abbiamo dedicato già un racconto per la sua storia d’amore con Tiziana (che al momento ha il record  dei lettori: oltre undicimila, leggi qui L’amore sbocciato tra le mura della scuola occupata).

Il collettivo  prendeva il nome da uno dei tanti giovani uccisi in quegli anni. Ucciso a colpi di pistola sparati dentro una mini minor. Del finale dell’occupazione ancora oggi i protagonisti non amano parlare, hanno ancora i crampi allo stomaco.

I sospesi per un anno ”da tutte le scuole del regno” così tuonava la sospensione, si sarebbero aspettati una mobilitazione da parte del sindacato, la Cgil, e dei Partiti della sinistra. Rimasero soli,  con l’appoggio delle sole femministe come testimonia l’ archivio di  Piero.

Diciamolo subito, se il teatro della repressione fosse stato un liceo romano o bolognese sarebbe diventato un caso nazionale. Invece Arpino non figura neanche nei ricordi del ’77. Ovattata nel silenzio, restò la chiusura di quella occupazione.

Certamente al tempo non ci stavano  i social che in un istante consegnano storie. A nulla servì un articolone su Lotta Continua con i capi di imputazione che oggi farebbero sorridere anche il prof più bacchettone. Tra questi, una scritta nel bagno: ‘‘Madonna tu che hai concepito senza peccare fammi peccare senza concepire”. Oggi questa scritta campeggia su tanti banchi e mura scolastiche, sui diari.

Il movimento degli studenti si ritrovò isolato e i ”puniti esemplari” da soli affrontarono anche l’iter della Giustizia In Consiglio Comunale la vicenda non arrivò: il Pci non consegnò mai una mozione di solidarietà. La  Cgil Scuola, da sempre attiva, veniva tallonata dalla Segreteria Provinciale: vennero sospesi pure due docenti su cui velavano sospetti di essere fiancheggiatori delle Brigate Rosse, ma questa è un’altra storia.

Solo per la cronaca, i due docenti – totalmente estranei – non hanno mai avuto riabilitazione e scuse.

Soli, la sensazione di solitudine è devastante per chi sognava che un altro mondo è possibile. L’unico del gruppo che ha narrato la sua esperienza alla nuova generazione, la Rete degli Studenti, è Pio Conflitti. Alcuni di loro sono ancora no global estremi, rifiutano il circo della rete e dei social. Hanno  uno scatolone di foto, ma ogni volta declinano la visione con un “prossimamente“.

Su quegli scatoloni pieni di foto e volantini si è  poggiata una coperta, quella dell’amara delusione, di quando ti volti dietro e non trovi nessuno. Espulsi da tutte le scuole del Regno, alcuni di loro finirono nei dispersi: non presero più un diploma.

La pagina dolorosa resta soffocata e notte prima degli esami è una canzone che odiano. Correva il ’77 e come correvano anche le delusioni.