La Provincia salva il Comune, il Comune salva la Provincia

Comune capoluogo e Provincia soano di fatto collegati da un punto di vista politico. Lo ha anche confermato il neo eletto presidente. Il nuovo ruolo chiave di Forza Italia.

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

L’accordo ha tenuto, e bene. Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno e nuovo presidente della Provincia di Latina (ha battuto il candidato di centrodestra, Giovanni Agresti, 57,05% a 42,94%), ha ottenuto la vittoria in quasi tutte le sei fasce in cui sono divisi i Comuni pontini, tranne in quella di quelli più piccoli. (Leggi qui Stefanelli presidente della Provincia: vince Fazzone).

Dal capoluogo pontino, gli sono arrivate 18 preferenze e 3 schede bianche su 33 voti disponibili da quel Consiglio comunale. Il conto è presto fatto: ai 14 voti che il sindaco Damiano Coletta già aveva (12 di Lbc, più M5S e Fare Latina) si sono aggiunti i 3 di Forza Italia, derivanti dall’intesa con il segretario regionale azzurro, Claudio Fazzone.

Il 18esimo è – con ogni probabilità – quello di Alessio Pagliari, uscito dieci giorni fa da Latina nel cuore. Le tre schede bianche apparterebbero invece ad altrettanti consiglieri comunali della Lega, che è impegnata in una complicata trattativa con il primo cittadino Damiano Coletta, ma che è già proiettata verso un ingresso in giunta.

Come si legge il dato

Al di là quindi del mero dato di via Costa, le elezioni provinciali hanno rappresentato il vero banco di prova per la tenuta dell’accordo sul capoluogo, dove il sindaco Damiano Coletta è da due mesi impegnato a trovare una maggioranza in Consiglio, essendo uscita dalle urne un’assise a maggioranza centrodestra.

È stata certamente una svolta l’appoggio dei tre consiglieri di Forza Italia, ma ora emerge anche il dato della Lega.

Ieri in una nota i leghisti hanno precisato che «siamo e saremo opposizione, unitamente a tutto il centrodestra, a meno di una presa di coscienza da parte del sindaco che sappia anzitutto riportare al centro  dell’azione politico amministrativa il bene della città». Un modo per mostrare a elettori e alleati (ormai solo FdI, dato che FI ha già scelto, e i leghisti non considerano più il movimento zaccheiano LnC come parte della coalizione, da quando, due mesi fa, rifiutò di firmare la proposta di mozione di sfiducia contro Coletta) che loro entreranno in giunta, ma a determinate condizioni.

La partita a scacchi

È una partita a scacchi, con la Lega che vuole determinati punti programmatici nelle linee di mandato di Coletta. Non una telenovela, ma un gioco politico. E che Comune capoluogo e Provincia siano di fatto collegati da un punto di vista politico, lo ha anche confermato il neo eletto presidente, ieri, subito dopo lo spoglio: «È l’epoca della transizione, lo è anche dal punto di vista politico e partitico, sono caduti tanti muri. Ci sono situazioni particolari come Latina che ne sono testimonianza in maniera più avanzata, come anche Minturno».

In Provincia, e nel capoluogo, quindi, i rispettivi Consigli e accordi politici sono avviati verso uno schema in cui FI sarà vicina o addirittura organica a coalizioni civico-centrosinistra.

Questo, a maggior ragione in un momento sociale, economico, politico, in cui le soluzioni per la vita quotidiana delle persone supera l’appartenenza ideologica. In Provincia, se è vero che il presidente raggruppa in sé tutti i poteri, è anche vero che si può aprire a un supporto di tutti i consiglieri, di una parte e dell’altra.