La sottile strategia di Di Stefano nella divisione degli incarichi

Come si leggono gli incarichi distribuiti da Luca Di Stefano alla sua squadra di governo in Provincia. Quali sono gli equilibri che è andato a costruire. E dove porteranno

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

C’è un sottile gioco di equilibri all’interno degli incarichi decisi dal presidente della Provincia Luca Di Stefano per i suoi assessori. I decreti di nomina sono già stati predisposti: la firma è attesa per la prossima settimana. Arrivano al termine di un lungo periodo di decantazione: basterebbe già questo per comprendere la strategia dell’inquilino di piazza Gramsci. Luca Di Stefano non ha l’imprudenza istintiva dei giovani ma la prudente pazienza dei democristiani.

Lo aveva già messo in evidenza nelle settimane scorse. Quando aveva smontato e rimontato il ‘giocattolo‘ Provincia delineando una nuova struttura gerarchica. Smantellando centri di potere che venivano ritenuti santuari invalicabili, delineando un modello di gestione in larga parte diverso dal passato. Capace di rispondere ai suoi input e non a quelli di un modello che le elezioni Provinciali le ha perse a dicembre scorso. (Leggi qui: La rivoluzione Di Stefano: via alla riorganizzazione).

C’è un comune denominatore in entrambe le operazioni, quella che della riorganizzazione e questa degli incarichi ai consiglieri. È che Luca Di Stefano governa la Provincia. Non altri.

Gli incarichi in Provincia

Il confronto Di Stefano – De Angelis – Mastrangeli con Ottaviani da remoto

Nella definizione del sottile gioco di equilibri che tiene in piedi la Giunta, Luca Di Stefano realizza più di una strategia. Su un fronte mantiene fede al patto con il Partito Democratico e con le forze politiche che ne hanno sostenuto l’elezione. Si spiega così una serie di deleghe. Ad esempio quelle al capogruppo Pd Enrico Pittiglio, al capogruppo di Forza Italia Gianluca Quadrini, a Valentina Cambone espressione civica dell’area coordinata da Marco Delle Cese.

Ma allo stesso tempo, in questi quasi sei mesi di decantazione è riuscito a stemperare le tensioni interne al mondo Dem. Ha avuto la pazienza di attendere la nascita di un nuovo equilibrio interno alle correnti regionali e di un ricostruito dialogo tra l’area di Daniele Leodori e quella di Francesco De Angelis che ora lo sosterrà per l’elezione a Segretario Regionale. Si spiega così l’assegnazione di alcune deleghe anche ad Antonella Di Pucchio e Gino Ranaldi , colonne di quell’area Pd che a dicembre aveva sostenuto invece l’elezione del sindaco di Arce Gino Germani.

Luca Di Stefano mantiene fede anche al patto tra gentiluomini raggiunto nel suo ufficio pochi giorni dopo l’elezione. Quando ci fu il confronto con il patriarca di Pensare Democratico Francesco De Angelis, il sindaco civico di di Frosinone d’impronte leghista Riccardo Mastrangeli, il deputato e coordinatore provincile del Carroccio Nicola Ottaviani. Un patto non politico ma amministrativo che è stato lungimirante. Perché dopo quell’incontro, lo scenario politico regionale si è ribaltato ed il ruolo nazionale di Nicola Ottaviani è decollato. Vanno letti così gli incarichi ai leghisti Andrea Amata ed Alessandro Pizzuti.

Tutele multiple

Valentina Cambone e Luca Di Stefano

Viene tutelata anche la linea del dialogo con Fratelli d’Italia, perpetuando un po’ la strategia che fu del predecessore Antonio Pompeo. Che aveva tratto vantaggio dal ruolo di secondo livello delle Provincie riformate dalla Delrio. Con FdI non c’è la contrapposizione dello scorso dicembre ma una linea di confronto che può portare non poche utilità alla provincia di Frosinone. Stanno lì le ragioni degli incarichi a Stefania Furtivo.

Ma c’è anche un forte segno di attenzione verso specificità particolari. Come Roccasecca e la concreta possibilità che venga riaperta la discarica provinciale di località Cerreto. Perché il quinto invaso della discarica ha già tutte le autorizzazioni formate da quasi due anni. E la Mad prima di rinunciare ad utilizzarlo lo ha comunque realizzato: in 24 ore può iniziare ad essere utilizzato; la Regione Lazio ha diffidato più volte l’impresa di Valter Lozza ad aprire i cancelli e fare entrare le frazioni lavorate nel vicino impianto di Colfelice.

Il sindaco Giuseppe sacco ha chiesto chiarimento sulla notizia secondo cui la Saf è in trattativa per rilevare Mad e le sue attività. Per paradosso rischia di dover essere la sua speranza: se Mad fosse davvero in vendita e la comprasse un altro operatore, la sua capacità di interlocuzione nelle mani di Giuseppe Sacco sarebbe infinitamente inferiore a quella che invece potrebbe avere dentro l’assemblea dei sindaci, proprietari come lui della Saf.

Il segnale di tutela dato da Luca Di Stefano su questa questione sta nella delega all’Ambiente riconosciuta a Valentina Cambone, espressione dei voti dell’area Cinque Città, coordinati da Marco Delle Cese e comunque con un intenso diaogo con Sacco.

La mappa degli incarichi

La squadra di Di Stefano

La squadra del presidente che verrà ufficializzata la prossima settimana vede il sindaco di Colle San Magno Valentina Cambone (Polo Civico, trazione Marco Delle Cese) che si occuperà dell’Ambiente.

Gianluca Quadrini (Forza Italia) è il presidente del Consiglio Provinciale e l’uomo di rappresentanza dell’Ente Provincia. A lui vanno le deleghe a Polizia Provinciale e Riforme.

Ai Dem di De Angelis vanno la Viabilità ed il Pnrr (Enrico Pittiglio), Patrimonio e Trasporti (Alessandro Mosticone); ai Dem della componente minoritaria vanno la Pubblica istruzione (Antonella Di Pucchio) e gli Affari Generali (Gino Ranaldi).

In quota Lega: Andrea Amata si occuperà di Edilizia Scolastica, Giuseppe Pizzuti di Sport e Digitalizzazione.

A Stefania Furtivo di Fratelli d’Italia vanno le Pari Opportunità; un ruolo è previsto pure per Rossana Carnevale che nel prossimo Consiglio andrà a surrogare il dimissionario Riccardo Ambrosetti andato a fare l’assessore ad Anagni. Ai civici che dialogano con De Angelis: Alessandro Cardinali prende il Bilancio e Luigi Vacana tiene la Cultura.

La governace della Formazione

Adriano Lampazzi

Il presidente Luca Di Stefano ha firmato ieri pomeriggio la nomina del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Speciale Agenzia “Frosinone Formazione e Lavoro“. Cessa così la gestione commissariale della struttura che si è occupata in questi anni delle politiche attive del lavoro e della formazione in Ciociaria. Il CdA sarà composto da Adriano Lampazzi, Laura Romano, Samuel Battaglini. (Leggi qui: Di Stefano ripristina il CdA dell’Agenzia di Formazione).

Anche in questo caso c’è un gioco di equilibri. Che fornisce però ampie garanzie sul piano della professionalità Perché il sindaco di Giuliano di Roma Adriano Lampazzi è tra i più brillanti della sua generazione ed ha esperienze da dirigente maturate in Regione Lazio ed in enti regionali. Riportando sempre ottime valutazioni. Sarà lui a guidare l’agenzia.

Tra le linee guida c’è il ripristino di tutte le attività con cui formare le figure professionali tecnico – pratiche di cui c’è abbondante richiesta sul territorio: dai periti elettromeccanici ai saldatori patentati ai manutentori di quadri elettrici di media ed alta tensione. “Si tratta di energie capaci di liberare enormi risorse economiche sul territorio” ha commentato Lampazzi.

Ed il ruolo della Provincia

Le nomine e l’assemblea dell’altro giorno con i sindaci dell’Ato5 ribadiscono anche un ruolo diverso dal passato per la Provincia. Le rivendicazioni avanzate dai sindaci nel rapporto con Acea non sono un segnale di contrapposizione ma di diverso rapporto. E lo stesso vale per le richieste di modifica avanzate per lo Statuto.

Si sta realizzando, in pratica, quel ruolo di Provincia intesa come casa dei sindaci e dei Comuni, che era stata l’intuizione di Luca Di Stefano quando si era candidato a guidare l’ente di Piazza Gramsci. E che ha trovato concreta applicazione quando recentemente è stato riaperto tutto il progetto sui fondi Prusst finiti da anni nel dimenticatoio. (Leggi qui: Il Prusst non è più in soffitta).

La Provincia ora andrà a fornire ai sindaci quel supporto fondamentale per realizzare le opere che a suo tempo non vennero prodotte proprio per mancanza di personale e tecnici specializzati. Anche questo fa parte della strategia.