La vergogna di non saper costruire la pace

Un rovesciamento della prospettiva biblica. La terra promessa diventa terra di contesa, invece di essere la terra di pace.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Preparerà il Signore degli eserciti / per tutti i popoli, su questo monte, / un banchetto di grasse vivande, / un banchetto di vini eccellenti, / di cibi succulenti, di vini raffinati.

Egli strapperà su questo monte / il velo che copriva la faccia di tutti i popoli / e la coltre distesa su tutte le nazioni. / Eliminerà la morte per sempre. /

Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, / l’ignominia del suo popolo / farà scomparire da tutta la terra

Is 25, 6 – 8 

Le parole di Isaia confliggono drammaticamente con gli eventi in corso in queste ore: proprio in quella terra che le scritture identificano come il luogo della pace e della giustizia vediamo compiersi misfatti inenarrabili, che superano anche le nostre capacità immaginative.

È come se ci fosse un rovesciamento della prospettiva biblica: la terra promessa diventa terra di contesa, invece di essere la terra di pace promessa a tutti i popoli diviene luogo di stragi e di terribili delitti che non tengono conto di alcuna condizione di debolezza.

Non si salvano neppure i bambini…

Perché non viviamo in pace

Scontri nella striscia di Gaza

Che cosa è successo per un’inversione così forte? Eppure ebrei e islamici si ispirano entrambi a grandi religioni di pace, di promozione dell’uomo, amanti della vita: basterebbe questo per invitarci a non lasciarci coinvolgere nella lettura della guerra come scontro di religioni, che è una cosa totalmente lontana dalle grandi fedi del libro (ebraismo, cristianesimo, islam).

Ma anche Isaia, nella sua visione del futuro, indica i fattori che possono impedire alle persone di vivere in pace, nella prosperità, nella collaborazione: è quel velo che copre la faccia, quella coltre che è distesa su tutte le nazioni. Quel velo e quella coltre impediscono alle persone, anche alle più sagge, di comportarsi di conseguenza, di riuscire a comprendere che se io uccido migliaia di israeliani la reazione sarà spaventevole e viceversa, in una spirale drammatica di cui non si intravede la fine.

Capaci di toglierci il velo

La firma degli Accordi di Abramo

Eppure, in questi decenni ci sono state persone, da una parte e dall’altra, che sono riuscite a togliersi il velo e hanno capito che niente può valere la vita dei bambini, fino ad arrivare a quegli accordi di Abramo, firmati nel 2020,tra Israele, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrain.

Questi accordi rappresentano un importante sviluppo nelle relazioni tra Israele e alcune nazioni arabe, poiché segnano una svolta nella diplomazia nella regione del Medio Oriente. Gli accordi hanno portato a una maggiore cooperazione politica, economica e diplomatica tra le nazioni coinvolte e stavano avendo un impatto significativo sulla stabilità regionale e sulle dinamiche politiche nel Medio Oriente. Un passo importante verso la normalizzazione delle relazioni tra Israele e altre nazioni arabe, aprendo la strada a ulteriori accordi di pace nella regione.

Le forze contrarie, da una parte e dall’altra,  hanno steso la loro coltre e il loro velo per impedire che la pace e la giustizia entrassero nella logica dei rapporti tra israeliani e palestinesi, nonostante i decenni di odio e di soprusi, di bombe e occupazioni.

Il disonore di Isaia

Isaia chiama questa condizione ignominia, il disonore, la vergogna, il discredito che ricade su tutto il popolo, indipendentemente dall’essere responsabili o colpevoli. Il modello che Isaia, in nome di Dio, propone al suo popolo è quello di Gerusalemme, la città santa, oggi modello di divisioni, di contrasti, di odii, di continue offese e relative vendette.

Ma Gerusalemme vuol dire città di pace e di giustizia, perché qui sta il segreto dello svelamento, della rimozione della coltre: la pace è inscindibile dalla giustizia. Non possono essere separate pace e giustizia. Soltanto così “Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra”.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).