Le donne del Comune di Frosinone

Nel capoluogo ciociaro sono il 55% del totale, mentre a Cassino solo il 34%. Alatri batte tutti con il 62%: lo dice Openpolis

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

“Se vuoi che una cosa venga detta, dillo ad un uomo. Se vuoi che una cosa venga fatta, dilla ad una donna“: si esprimeva così l’ex primo ministro inglese Margaret Thatcher, inquilina al numero 10 di Downing Street dal 4 maggio 1979 al 28 novembre 1990. La prima donna ad aver ricoperto un simile incarico.

Il ruolo delle donne, anzi la parità tra uomini e donne è garantita dalla Legge. Chiacchiere. Il Lazio lo scorso anno ha dovuto approvare una legge con cui stabilire che a parità di lavoro deve essere pari anche lo stipendio tra uomini e donne. Dovrebbe essere normale: è servita una legge. Che è valida solo nel Lazio così come lo sono all’interno delle altre regioni le poche che sono state approvate in maniera analoga.

La legge sulla parità infatti dice che all’interno degli enti pubblici non ci debba essere un eccessivo squilibrio tra lavoratori e lavoratrici. Non tanto insomma. Infatti uno studio di queste ore di Openpolis certifica che le donne rappresentano il 57% di chi è occupato nei Comuni.

L’esempio dell’equilibrio di genere

Per lavorare in un Ente Pubblico è notoriamente necessario superare un concorso, terreno sul quale l’equità deve essere garantita per legge.

Stando alle nuove norme, il bando di concorso deve indicare per ciascuna delle qualifiche la percentuale di uomini e di donne nell’amministrazione che lo indice. Se la differenza tra i due generi è superiore al 30%, l’appartenenza al genere meno presente nell’ente costituisce titolo di preferenza in caso di parità di punteggio.

È quindi interessante, anche in quest’ottica, approfondire l’incidenza di genere tra i lavoratori degli enti pubblici. 

Quante sono le donne in PA

Analizzando la pubblica amministrazione nel suo complesso, le donne rappresentano il 59% del totale. Si parla di circa 1,9 milioni di lavoratrici. La fascia d’età con più occupate è quella tra i 50 e i 59 anni (quasi il 24% del totale dei lavoratori). Gli uomini della stessa età pesano per il 15,3% del personale. Le stesse dinamiche si rilevano anche negli locali. Ergo i Comuni.

FOTO © BURST / PEXELS

Le donne compongono il 55% del personale degli enti locali. In termini assoluti, sono quasi 200mila. Circa 92mila tra queste hanno un’età compresa tra i 50 e i 59 anni e compongono circa il 25% del personale. Gli uomini della stessa età sono quasi 71mila, poco meno del 20%. Per quasi tutte le fasce demografiche, le donne superano gli uomini per numero di lavoratori. L’unica eccezione è rappresentata da chi ha oltre 60 anni: risultano assunti 43mila uomini e quasi 35mila donne.

La situazione nei Capoluoghi

I dati sono rilevabili dall’ultimo censimento permanente sulle istituzioni pubbliche. Si tratta di un dato che varia sensibilmente da comune a comune, con zone in cui l’incidenza è maggiore rispetto ad altre. Considerando solo i capoluoghi, quelli in cui risultano assunte più donne in termini percentuali si trovano tutti in Emilia-Romagna. Bologna (76%), Forlì e Reggio nell’Emilia (74%), Parma e Modena (73%). Un’incidenza particolarmente alta anche per la capitale (70%). Minore incidenza del personale femminile nei comuni di Caserta (32%), Cosenza (31%) e Salerno (29%).

Foto: Sergio Oliverio / Imagoeconomica

In 4.487 amministrazioni le donne compongono almeno la metà del personale dipendente. Si tratta del 57% degli enti comunali italiani. L’area con la maggior incidenza di questi comuni è la Valle d’Aosta, dove nell’85% dei comuni il personale è almeno per la metà femminile. Seguono Emilia-Romagna (80%), Lombardia (76%) e Trentino-Alto Adige (74%).

Percentuali minori invece nelle aree della Basilicata (27%), della Calabria (16%) e della Campania (10%).

Ecco i Comuni “only pink”

Ci sono poi 274 comuni italiani in cui il personale è interamente femminile. In termini assoluti, circa la metà si trova in Piemonte (140). Quello piemontese è comunque un caso particolare: circa un comune su dieci vede solo donne tra il personale. 

Sono invece 311 le amministrazioni in cui non sono registrate donne tra i lavoratori dell’ente. Le aree in cui sono più presenti questi comuni sono quella marchigiana, in cui il 13% degli enti non ha personale femminile, quella abruzzese (11%) e quella ligure (9%).

La presenza femminile nei capoluoghi laziali

Le bandiere sul municipio di Frosinone

 Al Comune di Roma l’incidenza delle lavoratrici è pari al 70% del totale. A Viterbo è del 65%, mentre a Latina è del 60% ed a Rieti è del 59%. E a Frosinone? La presenza di donne che lavorano al Comune Capoluogo è pari al 55%. Ultimo capoluogo del Lazio, ma perfettamente in linea con il dato nazionale.

Tra i grandi Comuni della Ciociaria, quello che fa registrare la percentuale più bassa di presenze femminili negli uffici è quello di Cassino, con il 34% di lavoratrici.

Mentre quello che ha la percentuale più alta è Alatri con il 62%. Visto il dato del Capoluogo, rispetto agli altri del Lazio, è probabilmente per questo che il sindaco Riccardo Mastrangeli non ha alcuna intenzione di rivedere gli assetti di Giunta. Lì la rappresentanza di genere femminile è addirittura sovradimensionata, rispetto agli uomini.

Meglio lasciare le cose così come stanno. D’altronde lo diceva la Thatcher: “Se vuoi che una cosa sia fatta….”

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